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Visualizzazione dei post da novembre, 2019

Zuppa medioevale framurese

                     Suggerimenti di fine serata.....dalle cucine di Elena Pongiglione                                             Occorrono: Brodo di dado q.b. 2 pugni di farro a persona 2 pugni di orzo a persona 3 spicchi d'aglio 1 cucchiaino di timo o di origano 10 foglie di savia 1 pignatta di coccio                Preparazione: La sera precedente mettere a bagno il farro e l'orzo in acqua fredda Soffriggere delicatamente sul fondo della pignatta l'aglio, la salvia con poco olio e.v. Aggiungere l'orzo e il farro precedentemente scolati lasciarli insaporire Aggiungere adagio il brodo. Lasciare cuocere quanto basta e spegnere il fuoco Aggiungere un filo d'olio, il timo ( o l'origano), coprire Servire dopo qualche minuto Variante con erbe selvatiche  Mettere un misto di  boragini, erbe selvatiche, tarassico, cicoria selvatica Procedere come la ricetta precedente. Versare su fette di pane raffermo o biscotti di pane Si  c

Un giorno di pioggia a New York

"Un giorno di pioggia a New York" con la regia di Woody Allen, è un prezioso minuetto,  un film, anzi una danza, scandita dal rumore della pioggia  che si mischia alla bella colonna in un sottofondo che non raggiunge mai la malinconia. Timothée Chalamet, perfetto nei panni di Gatsby, innamorato della sua fidanzatina e di New York, un Allen giovane con la stesso stupore nei riguardi dei sentimenti che lo coinvolgono...ma anche pieno di romanticismo capace di fargli scegliere , alla fine, la strada giusta .... Elle  Fanning, interpreta Ashleigh, la bella fidanzatina, giornalista, effervescente , deliziosa nella sua spontaneità e nel suo essere sexy con la gonnellina corta e il golfetto accollato stile fine anni settanta ...Selena Gomez , bravissima finta spavalda, che sembra capitata per caso in una storia che non la riguarda...Bravi tutti come Jude Law , lo sceneggiatore che vuole consolare il regista in crisi,un ottimo Liev Schreiber....Un intreccio di situazioni e personagg

Dietro le quinte di Uno Mattina: Giuseppe Soffiantini

Ho incontrato Giuseppe Soffiantini un paio d'anni prima che se ne andasse nel marzo 2018, ero andata ad intervistarlo  per "UnoMattina Caffè". Mi accolse nella sua casa di Manerbio, a pochi chilometri da Brescia. Il cancello si aprì su un grande giardino molto curato, un tripudio di fiori e di colori che  circondava la sua bella casa  dove viveva con la moglie  Adele, una donna piccola e gentile, che mi offrì un caffè con l'ospitalità d'altri tempi.  Era molto fiero del suo giardino che curava personalmente. Soffiantini aveva da poco superato gli ottant'anni, aveva un portamento elegante e una dolcezza che gli avvenimenti della sua vita non avevano piegato. Imprenditore, costruì dal nulla un azienda tessile a Manerbio:  "ero forse il bambino più povero della zona", mi disse fuori le telecamere, eppure fu capace di dar vita a un'azienda che contava 400 operai. Fu rapito il 17 giugno 1997, nella sua casa, e sopportò 237 giorni (quasi otto mesi)  d

Mostra canina a Roma

Domenica scorsa sono andata a curiosare alla Fiera di Roma, dove si teneva una delle più importanti mostre di cani, il Roma Winner 2019 : bellissimi e curiosi  esponenti della razza canina affollavano i grandi saloni della Fiera. Quello che colpiva di più era il rapporto, non esiterei a definirlo simbiotico, fra il padrone e l'animale ( chissà perchè quando si vuole offendere qualcuno si dice "animale", quando dal loro comportamento, molto spesso, c'è solo da imparare), alcuni addirittura si assomigliavano, comunque si percepiva l'amore reciproco, il forte legame che unisce il cane al suo padrone.Esemplari magnifici sfilavano con la grazia e la disinvoltura delle più sofisticate top model, davanti ai giudici internazionali, provenienti dalle diverse parti del mondo.  I campioni venivano esaminati con  serietà e regole, sconosciute a noi che osservavamo ,  decretando  il loro giudizio finale con decisione e applausi corali. Fino a pochi minuti prima della sfilata i

Il "giusto contratto"

Il 25 luglio 2019 è stato firmato un importante accordo tra la Rai , con l'amministratore delegato Fabrizio Salini, l’ Usigrai , Unione Sindacale Giornalisti Rai e la Fnsi , Federazione Nazionale della Stampa. 250 professionisti, che svolgono lavoro giornalistico in Rai, avranno il "giusto contratto"  (contemporaneamente è stato firmato un secondo accordo per l’assunzione di 90 giornalisti con un concorso pubblico). Saranno stabilizzati 125 professionisti  tra il  2020 - 2021 e 125 tra il 2021 ed il 2022, dopo aver superato una selezione. E’ una lotta che è cominciata almeno vent’anni fa: programmisti registi diventati giornalisti professionisti , richiedevano un contratto giornalistico . L’Usigrai accertò, dopo aver vagliato attentamente le nostre mansioni, che molti di noi, pur svolgendo il lavoro da giornalisti, erano inquadrati con il contratto da programmisti registi. Colleghi ed amici come Roberto Pozzan e Laura Beccherelli, giornalisti interni Rai con contratto

Gli amici.....e i nemici.....

Mi è sempre rimasto in mente l’appello che si faceva alle scuole elementari, quei nomi, uno dopo l’altro , avevano l’innocenza e la semplicità dell’allegria dei bambini che rispondevano “ sono io!”….Alle medie e al liceo quell’appello perdeva di spontaneità , a volte poteva essere il preludio ad una temuta interrogazione e il nome pronunciato poteva ammantarsi di un suono quasi sinistro . Quel prezioso rapporto d’amicizia che si costruisce sul lavoro ha la profondità dell’adulto, ma la freschezza del gioco. Forse la ragione sta in quello che mi diceva Brando Giordani “come si conosce una persona sul lavoro non la si conosce in nessun altro posto…non ha schemi, si capisce il suo valore , la sua essenza, non ti può imbrogliare : o sei bravo o non lo sei, o sei onesto o non lo sei” Può apparire schematico ma è cosi . Provo a fare l’appello in ordine alfabetico…. Avanzini Monica: Festival di Venezia indimenticabile, abbiamo condiviso le gioie, la fatica, il divertimento del primo

L'edicola

Una sosta quotidiana, ai tempi di “Colosseum", era l’edicola di Via Teulada. Un locale (ora c’è un negozio di abbigliamento) elegante, accogliente, ai lati metteva in bella mostra le riviste, le potevi prendere, sfogliare per comprarle o rimetterle in bell’ordine nel posto dove le avevi trovate. In fondo ti aspettava l’edicolante con il suo banco, circondato dai giornali che ti porgeva con gentilezza, sembrava una libreria più che un giornalaio. Ci passavo prima di arrivare alla “Tecno77”, dove si realizzava “Colosseum”, si trovava a Via Gomenizza 3, la strada che costeggia il Palazzo della Rai in fondo a via Teulada. Era anche la fermata obbligata con Emilio Ravel quando partivamo insieme da Viale Mazzini diretti al montaggio. Si chiacchierava di molte cose durante quella passeggiata: Ravel era un uomo colto, spiritoso e di grande educazione. Una volta gli chiesi “ Emilio  come è venuta in mente a Brando e a te l’idea di “ Odeon” ?”. Odeon fu un programma di grande successo

L' ufficiale e la spia

" L'ufficiale e la spia" ( J'accuse) , il film di Roman Polanski, vincitore del Gran Premio della Giuria alla 76° Mostra del Cinema di Venezia , non è solo  un gran bel film,  che conferma ancora una volta "Maestro"  Roman Polanski, è, soprattutto, un film importante. Il castello di bugie costruito intorno ad Alfred Dreyfus, il maggiore dell'esercito francese, ebreo, è una storia che si può ripetere, sempre.Il pregiudizio, una società chiusa nelle sue paure e meschinità, indica nel "diverso", l'ebreo, il capro espiatorio. Accusato di alto tradimento e spedito all'isola del Diavolo nella Guyana francese, Dreyfus affronta il suo destino . Louis Garrel , da corpo e voce  in modo magistrale alla "contenuta" disperazione di Dreyfus. Così come Jean Dujardin (come dimenticare la sua geniale interpretazione in "Artist", che gli fece vincere l'Oscar come attore protagonista nel 2012...), interpreta George Picquart , l&#

Sarde in carpione o "Saor"

Cucina veneziana Occorrono : 600g di sarde.  600g di cipolla bianca.  2,5 dl di aceto bianco.  1 bicchiere di vino bianco. 100g di pinoli. 100g di uvetta sultanina. olio e farina per friggere.  sale. 1 pirofila di vetro. Preparazione:  Togliere la testa e squamare le sarde. Asciugare le sarde e infarinarle. In una padella grande  friggere le sarde nell'olio bollente, quindi sgocciolarle su un foglio di carta assorbente. Far cuocere la cipolla , tagliata finemente a rondelle,  buttare sopra due bicchieri di aceto e uno di vino bianco. Aggiungere l'uvetta e i pinoli, dopo qualche minuto spegnere il fuoco. Prendere la pirofila di vetro e alternare strati di sarde e strati d cipolle. Lasciarle marinare per tre giorni in frigorifero:  le sarde devono insaporirsi per benino.                                        Suggerimenti di fine serata.....dalle cucine di Monica Avanzini

Quanti anni hai?

A Maria ero legata da un profondo affetto familiare. Nata a Taranto , in una famiglia numerosa, era la seconda di sette fratelli e aveva cresciuto i più piccoli  con una certa severità , mista però ad un’intelligenza e ai sani principi dell’antica famiglia pugliese dalla quale proveniva. Era una donna molto forte, non aveva figli e, cosa per lei non usuale, aveva nei miei riguardi una particolare tenerezza che celava sotto un atteggiamento a volte ruvido, era sempre dalla mia parte, anche se non lo esprimeva a parole, avendo un gran pudore dei suoi sentimenti,  sapeva trasmettermi un forte senso di protezione. Aveva una forma di diabete piuttosto grave , ma mantenne il suo carattere indomabile anche nei riguardi della malattia. Mi ha insegnato a riconoscere le ambiguità e i pericoli della vita, era una donna molto vitale e, a volte , non si tratteneva dall’addentare meravigliosi cannoli siciliani, o dall’ assaporare un gustoso piatto di orecchiette con le cime di rapa, piatto tipico

Milena, la mia amica tassista

Ho conosciuto Milena per superare un inconveniente che mi era capitato : incerti del mestiere! Il mio lavoro mi ha sempre portato, come i miei colleghi, ad utilizzare i taxi, da aeroporti o stazioni, in partenza e al rientro dalle trasferte. L’avventura spiacevole mi capitò rientrando da Bologna, dove avevo intervistato Paolo Simoncelli, il papà di Marco, lo sfortunato campione motociclista. Arrivata alla Stazione Termini feci la regolare fila per prendere un taxi e rientrare a casa. I taxi arrivavano disordinatamente, ma veloci per smaltire la fila di numerose persone che attendevano, arrivato il mio turno mi infilai nell’auto , il conducente posizionò il trolli nel bagaglio e partimmo. Arrivati a destinazione chiesi al tassista la ricevuta che compilò seduto al suo posto di guida e scesi, sicura che l’autista venisse ad aprire il bagagliaio. Non feci a tempo a fare il giro dell' auto, controllando la ricevuta, che “l’autista” partì velocemente con il mio trolli ! Pensai in

Si continua ad ..."UnoMattina"

Rientrata ad “UnoMattina”, dopo l’esperienza marzulliana , ho continuato a realizzare servizi e interviste con curiosità, passione e gioia di un lavoro “ben fatto”. I miei servizi furono apprezzati dai nuovi autori (Paola Cattaruzza, Capoautore di “UnoMattina, Carlotta Ercolino, Capoautore di Storie Vere, e dagli altri autori….). Sono andata in giro per l’Italia trovando e raccontando storie rappresentative di un mondo che fa sperare in un futuro migliore. Ho scoperto che il “Made in Italy” esiste e prospera pur fra mille fatiche, ho conosciuto persone e situazioni che rivelano un’Italia vitale, combattiva , che porta avanti le proprie passioni con entusiasmo e coraggio. Me lo hanno fatto capire Andrea Carega, che manda avanti la sua bottega (nata nel 1942) dove frigge il pesce a Genova sotto i portici di Sottoripa , suo padre la tenne aperta anche sotto la guerra, con le bombe che piovevano dal cielo e con la difficoltà di reperire la materia prima , soprattutto l’olio . Ade

Dietro le quinte di..."Cinematografo"

"Si dice" che  Gigi Marzullo sia piuttosto tirchio. Un episodio mi colpì particolarmente in tempi non sospetti. Eravamo appena arrivati al Lido di Venezia per la Mostra del Cinema. Marzullo soggiornava in una suite all’ Excelsior e convocò subito una riunione con me, una mia collega e le troupe, eravamo pronti ad aggirarci per il Lido a caccia di interviste. Sul tavolo, nella stanza, faceva bella mostra di sè una composizione di fiori e frutta. Entrò Marzullo che, indicando il vaso, chiese cosa fosse. All’unisono gli rispondemmo : sicuramente un omaggio dell’albergo. Non contento, ma soprattutto non fidandosi, chiamò la reception e chiese spiegazioni sul bel vaso di fiori e frutta. La risposta fu la stessa: un omaggio di benvenuto dell’Excelsior. Marzullo , temendo di doverlo pagare , ordinò, con tono concitato e perentorio, di mandare qualcuno nella suite per portarlo via immediatamente. La nostra ilarità, ma anche il nostro imbarazzo, salì alle stelle…lo splendido vaso fu

Avventura "marzulliana"

Con Gigi Marzullo il rapporto si deteriorò, ma non voglio entrare nel merito della questione . Quello che avevo da dire lo scrissi in una lettera alla Dottoressa Teresa Fiore, allora Responsabile del Personale di Rai Uno , ora Vicedirettore di Rai Uno, ed è agli atti in Rai. Nella lettera chiesi l’immediato trasferimento dalla struttura di Marzullo raccontandone i motivi dovuti al suo comportamento professionale ed umano. Ottenni il trasferimento in 15 giorni senza “sostituzione” ( un meccanismo interno Rai che ti impedisce di lasciare la Struttura dove sei in forze finchè non vieni sostituito da una figura professionale pari alla tua). Non fu messa in dubbio la mia credibilità , anche se da più parti, fui messa in guardia “ è la tua parola contro quella di un dirigente” e questo per me fu motivo di onore anche se la prova fu durissima…..

Insalata di verdure al modo di casa Pongiglione

Suggerimenti di fine serata......dalle cucine di Elena Pongiglione Occorrono : 4 Patate (a piacere)  200g  Fagiolini (a piacere anche surgelati)  Piselli (surgelati a piacere)  3 carote (poche perché, altrimenti, danno un sapore troppo  dolciastro) 1 cucchiaio di capperi sotto aceto Acciughe sott'olio o salate secondo i gusti 1 uovo sodo Olive nere denocciolate sott'olio, meglio se taggiasche Un vasetto di maionese Preparazione:  Bollire patate, fagiolini, piselli e carote Tagliarle a pezzetti Mischiarle con 5 - 6 cucchiai di maionese insieme ai capperi Tenere da parte per la decorazione carote (intere), piselli, fagiolini, olive per "disegnare " il pesce Decorare il pesce con  acciughe, uovo sodo, olive nere

"Cinematografo"

Nel 2004 ho cominciato a lavorare al programma “ Cinematografo” con Gigi Marzullo , riaffiorava la mia passione per il cinema mai sopita. Ho seguito per sei anni il Festival del Cinema di Venezia. Fatica grande , ma grandi soddisfazioni. Correvo in bicicletta da un’intervista all’altra, da una proiezione all’altra, respirando l’aria magica del Festival unita all’odore del mare. Incontravo gli amici critici : i grandi Claudio G. Fava , Valerio Caprara....Piera Detassis, Laura delli Colli, profonde e appassionate conoscitrici di cinema, i colleghi come Fabio Falzone, autore “Effetto Notte” , intelligente programma di cinema su TV2000, ed ancora i critici acuti come Enrico Magrelli , Anselma Dell’Olio, Steve della Casa, Fulvia Caprara…. Mi fermavo ad ascoltare le loro impressione sui film , alle quali aggiungevo le mie, facevamo quattro chiacchiere, rubavo qualche consiglio e riprendevo le mie pedalate. Amici preziosi anche oggi, come lo è stato Gregorio Napoli, critico cinematog

"La vita in diretta"

Nel 2000 collaborai con il programma la. “ Vita in diretta”. Ma quegli anni, purtroppo, si intrecciarono con la malattia di mia mamma che volli seguire quotidianamente e questo mi portò a lavorare, con lo stesso impegno, esclusivamente dalla redazione, non potendo assolutamente andare in trasferta. C’era fra noi colleghi una grande voglia di migliorarci e molti di noi si prepararono ad affrontare l’esame da giornalista professionista. Anche se è stato breve il periodo trascorso alla “Vita in diretta” mi sono portata dietro negli anni la stima, la complicità di colleghi diventati, alcuni, grandi amici, e l’allegria con la quale superavamo le difficoltà di una quotidiana.

The Irishman

" The Irishman" , il film di Martin Scorsese  ti coinvolge, ti fa pensare al capolavoro, ti trascina nella vita di Frank Sheeran, il sicario della mafia,  ti rimane addosso soprattutto  per l'interpretazione straordinaria di Robert De Niro  e Al Pacino, nonchè di Joe Pesci. I duetti fra De Niro e Al Pacino sono qualcosa di imperdibile: le movenze dei muscoli del viso, gli sguardi , le rughe che, con lo scorrere del tempo, si intagliano nel viso, ( Scorsese ha ricostruito con effetti digitali De Niro, Al Pacino, Joe Pesci più giovani fino a farli invecchiare) il sentire la loro voce ( il film è in versione originale) rende l'interpretazione dei  mitici attori qualcosa di magico. Tocchi con mano l'amicizia fra Frank Sheeran e Jimmy Hoffa, il sindacalista scomparso misteriosamente nella realtà, nel film tragicamente tradito da Frank. Sei lì con loro e li ascolti . La storia è raccontata  e interpretata in modo così superbo che le polemiche sul fatto che non corrisp

Sottovoce

Complicati meccanismi Rai, impedivano ad un collaboratore esterno di lavorare per più di quattro anni ad uno stesso programma senza fare una pausa. Fu così che, nel 1998, dovetti interrompere la mia collaborazione ad “UnoMattina”, per riprenderla l’anno dopo, e scelsi di lavorare, in quel periodo, con Gigi Marzullo per la nota trasmissione "Sottovoce". Non conoscevo Marzullo se non per fama , così come lui mi conosceva per il mio lavoro svolto in Rai. In quella occasione conobbi Monica Avanzini, persona rara, colta e preparata, capace di proporre i nomi più raffinati dell’olimpo della cultura per le interviste marzulliane. Ci incrociammo per un breve periodo, il tempo però di scoprire le “affinità elettive” e porre le basi della nostra solida amicizia. Ma nonostante nessuno screzio l’abbia mai attraversata negli anni , c’è una cosa che Monica non mi ha mai perdonata e che nei nostri incontri , spesso davanti a gustosi aperitivi, mi rimprovera ancora adesso. La ragione è p

Il "famigerato" tesserino: il badge

Intorno alla metà degli anni 90 ( se non vado errata nel 1995) fu introdotto per i programmisti registi il famigerato “badge”: un tesserino, in uso anche oggi, con la foto e il nome che doveva essere passato in appositi tornelli per segnalare l’orario di entrata ed uscita. Non esito a dire che fu un trauma per noi che eravamo abituati a lavorare moltissimo, privi di orari, avvisando semplicemente la segreteria della Struttura di appartenenza se si era al montaggio , a girare un servizio, a fare sopralluoghi o in qualsiasi altra destinazione . Il nostro lavoro aveva ed ha bisogno della libertà di orari e non delle fatidiche otto ore e quaranta richieste dal contratto di lavoro e puntualmente segnalate dal “badge” . Il motivo di questa limitazione esiste. Quando entrai in Rai mi accorsi che in alcune stanze non c’era traccia di vita, erano perennemente vuote , in altre gli abitanti comparivano per pochi minuti per poi scomparire velocemente. Mi chiedevo chi fossero questi personag

Arrivano i computer!

I computer furono introdotti in Rai intorno al 1995 . fino ad allora si sono usate le macchine da scrivere. Molti di noi guardavano quei misteriosi macchinari come se fossero bombe a orologeria pronte a scoppiare da un momento all’altro. Pochissimi erano quelli che possedevano un computer privato e conoscevano già i meccanismi. La Rai organizzò corsi che frequentammo per districarci nel mondo dell’informatica, ma, anche se molto utili, non bastarono a far sì che ne scoprissimo subito tutti i segreti. Ci furono delle scenette comiche in redazione , come quando qualcuno di noi si dimenticava di salvare il lavoro fatto e si cancellava tutto! La disperazione del malcapitato veniva attutita dalle risate dei colleghi e i più bravi arrivavano subito in soccorso del poveretto. In quegli anni collaboravo ad "UnoMattina" ed uno dei compiti di noi redattori era scrivere i copioni dello spazio che curavamo , li sottoponevamo al benestare degli autori e poi ne parlavamo con i con

Dietro le quinte di "UnoMattina" : l'ora del....tè!

Un giorno d’inverno particolarmente rigido , nonostante i riscaldamenti accesi nella redazione di “Uno Mattina” , che allora si trovava a Via Castel Gomberto 13 , vicino a Via Pasubio, l'entrata dei dipendenti alla sede di Viale Mazzini, eravamo tutti così intirizziti per il freddo, da non riuscire ad affrontare i pochi metri che ci separavano dal bar vicino, per scaldarci con una bevanda calda. Non mi persi d’animo: il giorno dopo comprai un bel bollitore bianco e inziò, quasi senza che ce ne accorgemmo, quella che diventò un’abitudine che ci scaldò il corpo e l’anima: l’ora del tè. Molti colleghi , incontrati ultimamente, mi hanno detto “ quei momenti, quell’atmosfera non me la scorderò mai!” In effetti diventò un rito. Ognuno di noi portava il suo contributo con un tè particolare, un dolce, biscotti di tutti tipi. Era un momento di confronto: parlavamo dei nostri spazi, dei copioni appena scritti o da rifinire, ci scambiavamo idee e buttavamo giù proposte per il giorno dopo. Spe

Salse all'uso di casa Pongiglione

Suggerimenti di fine serata......dalle cucine di Elena Pongiglione Salsa Verde Occorrono : 6 olive verdi snocciolate  la mollica di 1 panino  poco  aceto bianco  1 spicchio d'aglio 30 gr di pinoli 1 acciuga salata 1 mazzo di prezzemolo q. b.  un tuorlo d'uovo sodo 1/2 bicchiere d'olio 30 gr di capperi sotto aceto Preparazione:  Ammorbidire la mollica del panino nell'aceto e strizzarlo bene. Nel frullatore mettere i capperi ben scolati , olive, aglio, l'acciuga ben lavata e diliscata, pinoli, prezzemolo, mollica del panino ben strizzata, tuorlo d'uovo, sale q.b. FRULLARE BENE e diluire con olio e.v. quanto basta ATTENZIONE : non esagerare con l'aceto Salsa Rossa Occorrono : Pomodorini pelati secondo quanti commensali  1 spicchio d'aglio  Olio e. v.  1 foglia d'alloro Preparazione: Far cuocere a "fuoco piccolo" tutti gli ingredienti, avendo cura  di rigirare sovente per evitare che si attacchi al fond

Camminare è un’arte….

Abito ad un passo da Villa Pamphili e dedico, quasi ogni giorno, un paio d’ore del mio tempo alle camminate “ veloci” nel parco: mi fanno godere di un verde intenso, di un silenzio rotto dalle cicale d’estate e dal vento d’inverno, a volte dall’abbaiare di un cane. I miei genitori sono stati degli sportivi amanti del mare, mio padre anche della montagna, e, a casa mia, si sentiva spesso questa frase: “camminare è un’arte”. Credo sia una citazione di un poeta o di uno scrittore, si intendeva, in senso più lato, l’arte di sapersi abbandonare alla natura e il camminare, forse insieme al nuotare, è quello che ti porta più vicino a questa unione salutare in un mondo ormai molto poco attento alla concentrazione, all’attenzione, che, invece, il camminare insegna. Si parla vorticosamente con gli altri, ma si ascolta poco. I cellulari, attraverso gli “hacker cattivi”, che ti possono localizzare e intercettare, prepotenti e violenti, hanno reso più pericoloso il bullismo, il cyberbullismo, il vo

Si prosegue.."UnoMattina"

Dopo "Colosseum" la mia tappa fu “UnoMattina”, trasmissione vivace che appagava il mio gusto dell’informazione. Ho lavorato al programma per oltre 10 anni, dal 1993 fino al 2000 per riprenderla poi nel 2011 fino al 2017. “UnoMattina”, nei primi tempi, univa spettacolo e informazione in un mix di successo. Nel 1993 la coppia Giordani Ravel firmava il programma. I due, con alle spalle programmi di successo, accompagnati dalla stima e dall’affetto del mondo dell’informazione, non disdegnavano di svegliarsi all'alba per seguire la trasmissione e, dopo una breve pausa all’ora di pranzo, proseguivano fino a tarda sera . L’entusiasmo, la voglia di fare, di cercare nuove idee non li ha mai abbandonati…la frase di Giordani ricorrente verso i suoi collaboratori era : “Che vuoi fare da grande?”. E questa frase racchiudeva tutto : il guardare sempre avanti, il rispetto per la professionalità e i sogni di ciascuno di noi. Nel 1994 Brando Giordani divenne Direttore di Rai Uno e no

Parasite

" Parasite", il film del sud coreano  Bong Joon -ho , vincitore della Palma d'Oro a Cannes  è un grande e imperdibile film .Dipinge l'eterna lotta fra ricchi e poveri, che raggiunge aspetti drammatici e terribili,  capovolgendo  i sentimenti degli spettatori: non sai più da che parte stai , perché in realtà non c'è una parte dove stare,  assisti  sbalordito e partecipe ai dolorosi contorcimenti dell'animo umano. La famiglia sud coreana derelitta  che si intrufola nella vita della famiglia ricca e lussuosa  simili a  scarafaggi  che camminano su una parquet di lusso di una casa ancor più di lusso , assumono  poi  in un crescendo grottesco, comico e drammatico, il viso di un'umanità indefinibile tenendo  lo spettatore incollato allo schermo fino all'ultima inquadratura. Il camminare felpato ed elegante della famiglia ricca si mischia al tanfo , al terribile odore, che si porta addosso la famiglia dei derelitti che vuole essere ricca, vuole diventare ricc

Dietro le quinte di " Colosseum"

"Colosseum" ebbe un gran successo. Il venerdì sera (giorno in cui andava in onda la trasmissione) di solito, finito il lavoro, partivo per il mare in Toscana. Una sera fermandomi al casello dell'autostrada, mentre cercavo nella borsa i soldi per pagare il pedaggio, il casellante mi disse: " Signorina faccia presto...devo andare a casa a vedere   " Colosseum!" Immaginate la mia sorpresa... Brando Giordani ed Emilio Ravel sapevano dare il giusto peso alle cose. Il lavoro doveva essere fatto con serietà e nello stesso tempo con leggerezza. Non ci si sottraeva alla fatica, ma non mancava mai l'ironia, il non prendersi troppo sul serio. La coppia Giordani e Ravel era stata soprannominata da noi, con il loro beneplacito, " Bibi e Bibò" i ragazzini discoli, protagonisti di un famoso fumetto tedesco, che ne combinavano di tutti i colori. Ravel, sempre elegantissimo, con i suoi panciotti perfettamente abbinati alla giacca ed alla cravatta, un vero &qu

Colosseum ....in fondo tutto è un gioco!

Nel 1983 Giordani mi dimostrò ancora una volta la sua stima chiamandomi come coautrice per il programma  "Colosseum". Si riuniva la coppia Brando Giordani Emilio Ravel , dopo il successo di "Odeon" , il programma durò circa 9 anni , comprese le repliche. "Colosseum" fu realizzato alla mitica "Tecno77" e lì ho imparato tutto quello che c'era da imparare. Il titolo provvisorio era "Il Grande Gioco" perché questa era la filosofia del programma , rimasta poi nel sottotitolo "un programma quasi per gioco": i giochi dell'aria, dell'acqua , della guerra, degli animali...insomma i giochi della vita. E' stato il programma più bello, più creativo, più faticoso, ma anche più divertente che abbia fatto. Durava circa un'ora ed era composto da servizi girati e servizi acquistati nelle varie parti del mondo, ridotti e montati sulla musica con ritmo serrato e incalzante. La regia del montaggio era affidata ad A

La banca Rai

Con i miei primi soldi guadagnati aprì il conto alla Banca Rai di Viale Mazzini . Lo stipendio non poteva certo gareggiare con quello dei dirigenti o alti funzionari Rai, ma ne ero orgogliosa...Quella piccola banca ( al tempo" Banca di Roma" ora "Unicredit" ) aveva una familiarità oltre che una competenza che non si è mai persa negli anni e che continua anche adesso, tanto che ne sono rimasta cliente. Ho visto succedersi funzionari, cassieri e direttori con il loro bagaglio di professionalità e umanità. Con alcuni si è instaurato un rapporto di amicizia basato sulla stima reciproca durato nel tempo. E' stato anche un luogo di incontro dove si scambiavano opinioni, speranze, progetti, ho conosciuto persone che non rappresentavano la figura  grigia del bancario, ma carichi di un'attenzione intelligente. Quando partivi per una trasferta il dirigente responsabile doveva autorizzarla con il foglio viaggio che ti permetteva anche di ritirare il cosiddetto "an

Zuppa di cipolle all'uso delle Cinque Terre

Suggerimenti di fine serata.....dalle cucine di Elena Pongiglione Occorrono : Cipolle bianche o dorate  Brodo di dado con una foglia di alloro o un rametto di timo  Pecorino grattugiato  4 cucchiai di farina bianca olio e.v  sale e pepe q.b. 1 bicchierino di brandy  una pentola da minestra Preparazione:  affettare finemente le cipolle farle rosolare delicatamente a fuoco basso con l'olio rigirandole perché non si attacchino al fondo e non brucino (in una pentola a bordi alti: dovremo aggiungere il brodo) quando le cipolle sono trasparenti e morbidissime aggiungere i cucchiai di farina e mescolare bene che non si formino grumi aggiungere il bicchierino di brandy e mescolare quando la farina si è mescolata bene, aggiungere il brodo: la minestra deve essere piuttosto densa lasciar cuocere per circa dieci minuti lasciar riposare qualche minuto a pentola coperta e servire calda Si possono sistemare nel fondo dei patti dei crostini fritti di pane coperti di pecorin

Capodanni a casa Giordani

Il desiderio di lavorare bene in un'atmosfera serena coincideva con la voglia di stabilire rapporti distesi fuori dall'ambiente del lavoro. Fui invitata , in quegli anni , ai "famosi" Capodanni in casa Giordani. Brando e la moglie Silvia festeggiavano il primo dell'anno aprendo con signorilità la bella casa sulla Via Camilluccia, circondata da un grande giardino, alla loro numerosa famiglia, ad amici e ai  collaboratori più stretti (Sacerdote, Giaccio, Bolognini, Ravel…) . La famiglia di Brando era composta dai fratelli Sergio, regista di  notevole bravura e di grande simpatia, Mario, medico, Bonizza , storica della moda , scrittrice . Numerosa anche quella di Silvia Sammaritani : cinque sorelle che vivevano ognuna  in una villa nel grande parco con la propria famiglia . La particolarità della famiglia Giordani era l'accoglienza, l'interesse per l'ospite non era mai formale , anche se la conoscenza non era di lunga data, il desiderio di conoscere l

i Corridoi

I Corridoi della Rai, a Viale Mazzini, non mi sono mai piaciuti: con quegli armadi giallini di metallo che non sono cambiati negli anni e che racchiudono fascicoli di carte ancora oggi, nell'epoca dei computer. Nei corridoi incontravi , però, spesso personaggi il cui spessore umano e culturale ti incantavano come Claudio G. Fava, altro grande Capostruttura di Rai Due, che portò il cinema in televisione facendo conoscere autori sconosciuti al grande pubblico. Lo incontravi con un voluminoso fascio di giornali sotto il braccio e il suo inseparabile "papillon", ti faceva un cenno di saluto anche se non ti conosceva: uomini ed educazione d'altri tempi? Ebbi poi occasione di conoscere ed avere un profondo e sincero rapporto di amicizia con Fava. Oltre ad essere una persona di cultura incommensurabile, Fava conosceva molte lingue ed era un formidabile imitatore: era insuperabile nell'imitare il dialetto romano delle chiacchiere in ascensore! Nei corridoi di Viale Mazzi

Dietro le quinte di "Movie Movie"

Q uando chiamavo al telefono Morandi, sentirlo arrivare cantando “In ginocchio da te“ o “Non son degno di te” era molto divertente! La sua solarità, simpatia e signorilità si sono dimostrate in più occasioni. Come quando gli chiedemmo di intervistare Laura Efrikian dalla quale si era da poco separato. Non potevamo fare a meno della sua testimonianza perchè, proprio con Morandi, era stata la protagonista  di molti “musicarelli”. Accettò e, anche se la freddezza fra i due era lampante fuori le telecamere, Morandi  fu di una professionalità e bravura tale che rese la puntata perfetta. La Efrikian fu ineccepibile. Stessa cosa capitò con Ugo Tognazzi. Questa volta dovevamo intervistare Raimondo Vianello, e, non  so  per quale motivo, fra i due, a quell’epoca , non correva buon sangue… Tognazzi, alla nostra richiesta, rispose : “Se ritenete che sia importante per il programma per me non ci sono problemi, se va bene anche a Raimondo”. Accettarono entrambi e fu la puntata più divertente della

Nasce "Movie Movie"....alla ricerca dei conduttori!

Dopo circa un mese dalla conclusione di "Variety", Maria Pompei mi chiamò per un appuntamento con Brando Giordani in vista della ripresa della stagione invernale. Andai un pò timorosa : cosa mi aspettava?  Giordani  mi accolse  nella sua stanza con un largo sorriso : "Vorrei che non mi chiamassi più dottore, non sono un medico, dammi del tu…" furono le sue prime parole e proseguì "ho apprezzato molto il tuo lavoro a "Variety"...sei brava, sei tenace ed hai talento…" Tutto pensavo tranne che si fosse accorto del mio lavoro. Fu come ricevere un premio. Nacque così una collaborazione professionale che proseguì fino a quando Giordani andò in pensione , accompagnata da un'amicizia e stima sincera che durarono negli anni a seguire. Mi chiese di elaborare una sua idea per un programma di cinema, insieme a Patrizia Pistagnesi e Tilde Corsi e nacque così " Movie Movie " un programma sul cinema minore in Italia articolato in diciotto punt

Le segretarie

Maria Pompei era la mitica segretaria di Brando Giordani. Dire segretaria è sicuramente riduttivo. Maria ha insegnato il mestiere a moltissime ragazze quando le redazioni hanno cominciato ad affollarsi: ha cresciuto professionalmente una generazione di programmisti registi, oltre ad essere una persona squisita pronta ad ascoltare i problemi di tutti. Mi colpiva il tono della sua voce , sempre basso. non l'ho mai sentita non dico urlare , ma alzare la voce. Piccolina di statura , portava vertiginosi tacchi a spillo che non le creavano alcun problema di equilibrio, anzi il suo passo era quasi felpato. Maria è poi diventata un ottimo produttore esecutivo. La particolarità di quegli anni era la collaborazione , l'aiuto reciproco . Lo scambio di idee ed opinioni erano alla base del nostro lavoro. Ho conservato questa abitudine fino all'ultimo in una Rai dove la competizione e l'arroganza spesso prendevano il sopravvento e questo per me è stato motivo di sofferenza anche se