I Corridoi della Rai, a Viale Mazzini, non mi sono mai piaciuti: con quegli armadi giallini di metallo che non sono cambiati negli anni e che racchiudono fascicoli di carte ancora oggi, nell'epoca dei computer. Nei corridoi incontravi , però, spesso personaggi il cui spessore umano e culturale ti incantavano come Claudio G. Fava, altro grande Capostruttura di Rai Due, che portò il cinema in televisione facendo conoscere autori sconosciuti al grande pubblico.
Lo incontravi con un voluminoso fascio di giornali sotto il braccio e il suo inseparabile "papillon", ti faceva un cenno di saluto anche se non ti conosceva: uomini ed educazione d'altri tempi? Ebbi poi occasione di conoscere ed avere un profondo e sincero rapporto di amicizia con Fava. Oltre ad essere una persona di cultura incommensurabile, Fava conosceva molte lingue ed era un formidabile imitatore: era insuperabile nell'imitare il dialetto romano delle chiacchiere in ascensore! Nei corridoi di Viale Mazzini, ma anche in quelli di Via Teulada e di Saxa Rubra, sicuramente ho fatto le peggiori figure della mia vita. Essendo miope, se non portavo gli occhiali, non riconoscevo da lontano le persone che mi salutavano festosamente e così rispondevo, altrettanto festosamente, ma con stampata in faccia un'espressione da ebete. Quando poi non mi accorgevo del saluto erano guai! Venivo tacciata di snobbismo o peggio ancora, di superbia. Insomma nei corridoi della Rai si incontravano, e si incontrano, gli amici, le persone per bene, i colleghi gentili ed educati, ma anche quelli che io chiamo "gli indecisi". Sono quelli che conosci, con i quali non hai un rapporto di amicizia, ma le cui facce sono familiari. Se incontravi, anche cinque o sei volte "l'indeciso", il saluto di costui poteva cambiare: una volta ti salutava cordiale come se tu fossi la sua più cara amica, un'altra volta a malapena un cenno, come se gli avessi fatto un torto, un'altra ancora un sorriso reverente... insomma il motivo della diversità del saluto io non l'ho mai capita… misteri della Rai!...
Lo incontravi con un voluminoso fascio di giornali sotto il braccio e il suo inseparabile "papillon", ti faceva un cenno di saluto anche se non ti conosceva: uomini ed educazione d'altri tempi? Ebbi poi occasione di conoscere ed avere un profondo e sincero rapporto di amicizia con Fava. Oltre ad essere una persona di cultura incommensurabile, Fava conosceva molte lingue ed era un formidabile imitatore: era insuperabile nell'imitare il dialetto romano delle chiacchiere in ascensore! Nei corridoi di Viale Mazzini, ma anche in quelli di Via Teulada e di Saxa Rubra, sicuramente ho fatto le peggiori figure della mia vita. Essendo miope, se non portavo gli occhiali, non riconoscevo da lontano le persone che mi salutavano festosamente e così rispondevo, altrettanto festosamente, ma con stampata in faccia un'espressione da ebete. Quando poi non mi accorgevo del saluto erano guai! Venivo tacciata di snobbismo o peggio ancora, di superbia. Insomma nei corridoi della Rai si incontravano, e si incontrano, gli amici, le persone per bene, i colleghi gentili ed educati, ma anche quelli che io chiamo "gli indecisi". Sono quelli che conosci, con i quali non hai un rapporto di amicizia, ma le cui facce sono familiari. Se incontravi, anche cinque o sei volte "l'indeciso", il saluto di costui poteva cambiare: una volta ti salutava cordiale come se tu fossi la sua più cara amica, un'altra volta a malapena un cenno, come se gli avessi fatto un torto, un'altra ancora un sorriso reverente... insomma il motivo della diversità del saluto io non l'ho mai capita… misteri della Rai!...
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