"L'ufficiale e la spia" ( J'accuse) , il film di Roman Polanski, vincitore del Gran Premio della Giuria alla 76° Mostra del Cinema di Venezia , non è solo un gran bel film, che conferma ancora una volta "Maestro" Roman Polanski, è, soprattutto, un film importante. Il castello di bugie costruito intorno ad Alfred Dreyfus, il maggiore dell'esercito francese, ebreo, è una storia che si può ripetere, sempre.Il pregiudizio, una società chiusa nelle sue paure e meschinità, indica nel "diverso", l'ebreo, il capro espiatorio. Accusato di alto tradimento e spedito all'isola del Diavolo nella Guyana francese, Dreyfus affronta il suo destino . Louis Garrel, da corpo e voce in modo magistrale alla "contenuta" disperazione di Dreyfus. Così come Jean Dujardin (come dimenticare la sua geniale interpretazione in "Artist", che gli fece vincere l'Oscar come attore protagonista nel 2012...), interpreta George Picquart , l'ufficiale nel quale si insinua il dubbio dell'innocenza di Dreyfus e che passo dopo passo con una minuziosa ricostruzione fa riaprire il processo fino a dimostrare l'innocenza del maggiore francese, con una recitazione, a dir poco, magnifica. .Carica di bravura, dolcezza e femminilità Emmanuele Seigner , Pauline Monnier, l'amante di George Picquart, una donna moderna che privilegia il valore dei sentimenti alle convenzioni sociali.
Un film attuale e appassionante , con una ricostruzione storica talmente perfetta che fai fatica , quando si riaccendono le luci in sala a tornare nella tua epoca, mentre ilJ'ACCUSE di Emile Zolan (lettera aperta al Presidente della Repubblica, pubbblicata sul giornale "L' Aurore" che denuncia la persecuzione e le illegalità contro Alfred Dreyfus, ) ti risuona ancora nelle orecchie.
Ma, forse, il senso del film è ben racchiuso nella frase che Dreyfus dice a Picquart nel loro ultimo incontro: "Lei ha fatto il suo dovere".....
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