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Visualizzazione dei post da gennaio, 2022

Ennio : Il Maestro

 "Volevo fare il medico....." così comincia il bellissimo docufilm su Ennio Morricone "Ennio. Il Maestro" di Giuseppe Tornatore e un piccolo brivido ti pervade la schiena, abbiamo rischiato di non avere un compositore della grandezza di Morricone, continua " ma mio padre ( trombettista)  mi ha avviato alla carriera musicale divenni trombettista e poi mi avviai alla  composizione in conservatorio....." Sospiro di sollievo per il pericolo evitato. La grandezza del grande compositore appare  fin dalle prime immagini, i suoi esordi nelle canzoni più "leggere": " In ginocchio da te " "C'era un ragazzo che come me.... "  "Non son degno di te".. Gianni Morandi " "Abbronzatissima" .....Edoardo Vianello, "Se telefonando" Mina.... " Sapore di sale"... Gino Paoli.... e non solo per l'indiscussa bravura musicale, quel cercare note che solo lui ha saputo trovare, quell'armonia nel

27 gennaio : il giorno della memoria

Corpi nudi per poterli spogliare non solo dei vestiti, ma della loro anima, perchè il desiderio di annullare quelle donne e quegli uomini fosse ancora più radicale, perchè l'umiliazione fosse ancora più profonda: non bisogna dimenticare le lunghe file al gelo di esseri umani, le vittime dell'Olocausto che la follia nazista ha voluto torturare e distruggere. Quella terribile voglia di prevalere sull'altro, quel fanatismo portato all'esasperazione che vuole che l'altro sia come te, che vuole etichettare e sopprimere non debba mai più sfociare in una tragedia definita con molti aggettivi, ma che in realtà non è definibile,  perchè continua ad essere al di la' dell'immaginabile. Una delle interviste più commovente che realizzai per "UnoMattina" fu quella ad Alberto Sed, deportato ad Aushwitz, morto nel 2019, a 93 anni, vittima e testimone degli orrori della Shoah, mi disse "Non bisogna dimenticare perchè è una tragedia che può ritornare..."

Un eroe

Farti vedere "angolazioni" della vita che a volte non consideri, ma che rivelano la vera essenza della vita è la bellezza del cinema: farti scoprire qualcosa di nuovo. Un eroe,  il bellissimo film di Asghar Farhadi, il regista iraniano vincitore di due Oscar come miglior film straniero con "Il cliente" e "Una separazione",  racconta la storia di un uomo mite e gentile, finito in carcere per un debito. Durante una licenza premio, trova una borsa piena d'oro che decide di restituire cercando, con difficoltà, chi l'aveva persa. La storia si snoda in un susseguirsi di eventi che fanno di Rahim, il protagonista, prima un eroe, per poi passare a bugiardo calcolatore.  In realtà l'onestà e sincerità di Rahim è chiara, ma non fermano la maldicenza dovuta anche all'invidia della meritata fama di eroe, ma soprattutto non scalfiscono la bontà e la gentilezza di Rahim interpretato da un bravissimo  Amir Jadidi. Le bugie di cui è accusato sono in realt

Spaghetti "poveri"

  Suggerimenti di fine serata.....dalle cucine di Elena Pongiglione. Occorrono: 300 g. di spaghetti. 1 spicchio d'aglio. 1 cipolla rossa. 30 g. di capperi salati. 100 g. di acciughe sott'olio. 100g. di olive nere (denocciolate). 1 peperoncino fresco. prezzemolo q.b. sale q.b. olio d'oliva q.b. 40 g. pane grattato.   Preparazione: Riempire una pentola d'acqua, salarla e farla bollire. Riempire con olio d'oliva il fondo di una padella. Aggiungere la cipolla rossa e l'aglio tritati finemente. Lasciare soffriggere, mescolando di tanto in tanto. Quando l'acqua della pentola arriva a bollore, versare gli spaghetti e lasciare cuocere per il tempo previsto nella confezione. Lavare con cura i capperi e le acciughe e aggiungerli al soffritto (che continua a cuocere). Pulire il peperoncino e tritarlo, unirlo al resto.  Far cuocere a fiamma bassa fin quando le acciughe si sciolgono, mescolando ogni tanto, poi spegnere. In una padella a parte versare il pangrattato e far

La Rai "silenziata"

 Il "click" del tornello all'entrata o all'uscita dalla Rai, a Viale Mazzini, a via Teulada , a Saxa Rubra... era accompagnato da saluti più o meno festosi con i colleghi che si incontravano. Spesso chi entrava doveva aspettare chi usciva dallo stesso tornello o viceversa, perchè ci si "assembrava", parola, giustamente vietatissima oggi. I visitatori si affollavano all'apposita entrata dove veniva fatto loro il passi per poter accedere, adesso, molto meno numerosi, a debita distanza aspettano il loro turno.  Superato il tornello si continuava a parlare con i colleghi, alcuni salutati troppo frettolosamente, del prossimo servizio, dei problemi o delle soddisfazioni  al ritorno da un viaggio e spesso si raggiungeva velocemente la propria postazione per preparare il prossimo. A volte invece, per molto tempo l'ho fatto anche io avendo la redazione di "Uno Mattina" e di altri programmi ai quali ho collaborato a Via Teulada, ci si attardava nel c