Con i miei primi soldi guadagnati aprì il conto alla Banca Rai di Viale Mazzini . Lo stipendio non poteva certo gareggiare con quello dei dirigenti o alti funzionari Rai, ma ne ero orgogliosa...Quella piccola banca ( al tempo" Banca di Roma" ora "Unicredit" ) aveva una familiarità oltre che una competenza che non si è mai persa negli anni e che continua anche adesso, tanto che ne sono rimasta cliente. Ho visto succedersi funzionari, cassieri e direttori con il loro bagaglio di professionalità e umanità. Con alcuni si è instaurato un rapporto di amicizia basato sulla stima reciproca durato nel tempo. E' stato anche un luogo di incontro dove si scambiavano opinioni, speranze, progetti, ho conosciuto persone che non rappresentavano la figura grigia del bancario, ma carichi di un'attenzione intelligente. Quando partivi per una trasferta il dirigente responsabile doveva autorizzarla con il foglio viaggio che ti permetteva anche di ritirare il cosiddetto "anticipo" per far fronte alle spese. Si correva allora in Banca ( spesso poche ore prima che partisse il treno o l'aereo) e il funzionario o il cassiere, consci del nostro lavoro, ti facevano entrare anche se mancavano pochissimi minuti alla chiusura. Uscendo spesso incontravi il collega che con aria preoccupata ti chiedeva: " Ce la faccio o hanno già chiuso???"...Eravamo squattrinati...poi ci siamo dovuti adeguare al posticipo ( i soldi venivano incassati al rientro della trasferta) come lo chiamavamo ridendo, perché le partenze erano troppo rapide e improvvise.
Nei primi anni che frequentavo la Banca, si occupava dei clienti un gentile ed educato funzionario, un uomo sommesso che portava con sé i segni di un'estrema timidezza, sembrava quasi imbarazzato a parlare di conti, carte e simili. Bisbigliava, più che parlare, e il tono della voce era così basso che, quando mi capitava di doverlo consultare mi sembrava di stare in un confessionale, a stento riuscivo a sentirlo. Nonostante la sua gentilezza, ritenevo avesse sbagliato mestiere ….Un giorno non lo vidi più, pensai che si fosse trasferito e non nascondo che avvertì un certo senso di sollievo. Qualche anno fa , parlando con una mia amica, anche lei assidua cliente della Banca, mi chiese se mi ricordavo di quel personaggio...alla mia risposta affermativa mi raccontò che si era licenziato: "Sai cosa fa ora?....Il prete!" Avevo visto giusto e sono sicura che ora sia molto più felice, anche se una certa "santità" in banca non guasta!....
Nei primi anni che frequentavo la Banca, si occupava dei clienti un gentile ed educato funzionario, un uomo sommesso che portava con sé i segni di un'estrema timidezza, sembrava quasi imbarazzato a parlare di conti, carte e simili. Bisbigliava, più che parlare, e il tono della voce era così basso che, quando mi capitava di doverlo consultare mi sembrava di stare in un confessionale, a stento riuscivo a sentirlo. Nonostante la sua gentilezza, ritenevo avesse sbagliato mestiere ….Un giorno non lo vidi più, pensai che si fosse trasferito e non nascondo che avvertì un certo senso di sollievo. Qualche anno fa , parlando con una mia amica, anche lei assidua cliente della Banca, mi chiese se mi ricordavo di quel personaggio...alla mia risposta affermativa mi raccontò che si era licenziato: "Sai cosa fa ora?....Il prete!" Avevo visto giusto e sono sicura che ora sia molto più felice, anche se una certa "santità" in banca non guasta!....
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