Intorno alla metà degli anni 90 ( se non vado errata nel 1995) fu introdotto per i programmisti registi il famigerato “badge”: un tesserino, in uso anche oggi, con la foto e il nome che doveva essere passato in appositi tornelli per segnalare l’orario di entrata ed uscita. Non esito a dire che fu un trauma per noi che eravamo abituati a lavorare moltissimo, privi di orari, avvisando semplicemente la segreteria della Struttura di appartenenza se si era al montaggio , a girare un servizio, a fare sopralluoghi o in qualsiasi altra destinazione . Il nostro lavoro aveva ed ha bisogno della libertà di orari e non delle fatidiche otto ore e quaranta richieste dal contratto di lavoro e puntualmente segnalate dal “badge” . Il motivo di questa limitazione esiste. Quando entrai in Rai mi accorsi che in alcune stanze non c’era traccia di vita, erano perennemente vuote , in altre gli abitanti comparivano per pochi minuti per poi scomparire velocemente. Mi chiedevo chi fossero questi personaggi “fantasma” : forse funzionari impegnati in importanti compiti?? Ben presto capì, fatte le debite eccezioni, che la realtà era assai diversa. L’assoluta libertà di movimento, un controllo quasi inesistente, permetteva, a chi non avesse il senso del dovere,o la responsabilità del proprio ruolo, di gestire le giornate in altre facende affacendato. Durante i miei primissimi contratti capitò , un giorno, che un funzionario mise davanti ai miei occhi stupiti un foglio che definì “ Il foglio degli straordinari” raccomandomi di riempirlo segnalando gli orari ,” soprattutto quelli notturni” si premurò di dirmi “perché sono strapagati”..…Alla mia stupefatta domanda “ quali straordinari?” spiegando che non ne avevo fatti, soprattutto quelli notturni, mi rispose “ Inventali ..fanno tutti così…” Era vero, come mi fu confermato da più parti , e con questa “storiella” pare che molti riuscissero a raddoppiare lo stipendio… Inutile dire che il mio foglio rimase rigorosamente in bianco. Con l’avvento del budget , nacquero però anche i“ furbetti del cartellino”.
Nelle redazioni “storiche” , Viale Mazzini, Via Teulada, Saxa Rubra le entrate e le uscite sono scandite da un tornello che devi obbligatoriamente passare, ma miriadi di redazioni esterne popolano la Rai dove il tornello è semplicemente appoggiato ad una parete e questo permetteva ai “furbetti” di passare il tesserino la mattina per poi rifarsi vivi in serata , a volte un “ furbetto” si rendeva disponibile a ripetere l’operazione per altri colleghi…Come dire? Niente di nuovo sotto il cielo???....
Nelle redazioni “storiche” , Viale Mazzini, Via Teulada, Saxa Rubra le entrate e le uscite sono scandite da un tornello che devi obbligatoriamente passare, ma miriadi di redazioni esterne popolano la Rai dove il tornello è semplicemente appoggiato ad una parete e questo permetteva ai “furbetti” di passare il tesserino la mattina per poi rifarsi vivi in serata , a volte un “ furbetto” si rendeva disponibile a ripetere l’operazione per altri colleghi…Come dire? Niente di nuovo sotto il cielo???....
Grande Rosellina! Quanti ricordi...
RispondiEliminaGrazie a te : ricordi che costruiscono una vita e fanno volgere lo sguardo al futuro!
RispondiEliminaSe volete aggiungete il vostro nome al commento, perchè ,a volte, capisco che ci conosciamo , ma non so chi siete. Se invece volete mantenere l'anonimato firmate con Anonimo, Grazie per la partecipazione al Blog!
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