Complicati meccanismi Rai, impedivano ad un collaboratore esterno di lavorare per più di quattro anni ad uno stesso programma senza fare una pausa. Fu così che, nel 1998, dovetti interrompere la mia collaborazione ad “UnoMattina”, per riprenderla l’anno dopo, e scelsi di lavorare, in quel periodo, con Gigi Marzullo per la nota trasmissione "Sottovoce". Non conoscevo Marzullo se non per fama , così come lui mi conosceva per il mio lavoro svolto in Rai. In quella occasione conobbi Monica Avanzini, persona rara, colta e preparata, capace di proporre i nomi più raffinati dell’olimpo della cultura per le interviste marzulliane. Ci incrociammo per un breve periodo, il tempo però di scoprire le “affinità elettive” e porre le basi della nostra solida amicizia. Ma nonostante nessuno screzio l’abbia mai attraversata negli anni , c’è una cosa che Monica non mi ha mai perdonata e che nei nostri incontri , spesso davanti a gustosi aperitivi, mi rimprovera ancora adesso. La ragione è presto detta. Notai che, quando Marzullo andava in studio per le interviste, portava con sé solo alcuni articoli di giornale e le domande, che lo hanno fatto diventare famoso per la loro geniale incongruenza, scritte da Patrizia Feletig, giornalista, consulente del programma. Proposi allora di preparargli interviste con l’ospite ( al telefono o incontrandolo) e scrivendo, poi, schede dettagliate sul personaggio accompagnate da domande mirate. L'idea gli piacque molto. La mia collaborazione durò pochi mesi ma da allora Marzullo non ha mai abbandonato le schede "costringendo" i programmisti registi a continuare quel lavoro …. Monica questo non me l’ha mai perdonato… Capitava che , quando la chiamavo al telefono in redazione chiedendole con tono festoso e allegro: “Come stai?”, mi rispondesse: “ Male cara Ros…. sto facendo quelle maledette schede che ti sei inventata….ma come c…. ti sono venute in mente?” Aveva ragione, però, perché il lavoro richiedeva una concentrazione ed un dispendio di energie notevoli, tanto che le redazioni di Marzullo, negli anni, si sono riempite di consulenti esterni addetti a questo lavoro ….Monica, affermato Produttore Esecutivo di Rai Uno, di trasmissioni di successo come "Tale e quale show", continua a rinfacciarmi le mie schede... e non è l'unica! ……
Matteo Iacopini ha 15 anni, negli occhi la luce di un'intelligenza vivace, ma anche i barlumi di una fanciullezza appena lasciata : scuri e vivaci, scrutano l'intervistato, pronto ad ascoltare e, se è il caso, a ribattere. Sì perchè Matteo ha una passione, intervistare, raccontare: vuole essere un reporter. Ha cominciato per gioco a 13 anni, andando con gli amici a Ponte Milvio, anzi a Ponte " Mollo" come lo chiama lui e i "vecchi" romani, quelli proprio "de Roma" e facendo le sue prime interviste. E adesso " per Matteo è diventato un lavoro" mi racconta il padre, l'Avvocato Luca Iacopini, da lui Matteo ha ereditato l'acutezza e la rapidità, ma sicuramente anche la mamma Valentina Temperini ha messo del suo in un figlio così "speciale". Studia, ma quel correre a cercare le curiosità, i pareri dei suoi coetanei e dei passanti sui più diversi argomenti è diventata la parte centrale della sua vita, Matteo si considera un ...
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