Un giorno d’inverno particolarmente rigido , nonostante i riscaldamenti accesi nella redazione di “Uno Mattina” , che allora si trovava a Via Castel Gomberto 13 , vicino a Via Pasubio, l'entrata dei dipendenti alla sede di Viale Mazzini, eravamo tutti così intirizziti per il freddo, da non riuscire ad affrontare i pochi metri che ci separavano dal bar vicino, per scaldarci con una bevanda calda. Non mi persi d’animo: il giorno dopo comprai un bel bollitore bianco e inziò, quasi senza che ce ne accorgemmo, quella che diventò un’abitudine che ci scaldò il corpo e l’anima: l’ora del tè. Molti colleghi , incontrati ultimamente, mi hanno detto “ quei momenti, quell’atmosfera non me la scorderò mai!” In effetti diventò un rito. Ognuno di noi portava il suo contributo con un tè particolare, un dolce, biscotti di tutti tipi. Era un momento di confronto: parlavamo dei nostri spazi, dei copioni appena scritti o da rifinire, ci scambiavamo idee e buttavamo giù proposte per il giorno dopo. Spesso arrivava all'ora del tè, fissata alle cinque per non smentire la tradizione , il Prof. Paolo Piazza , Primario dell’Idi, Istituto Dermopatico dell’Immacolata , consulente di “Uno Mattina” per la Rubrica Medicina , che andava in onda quotidianamente. Rubrica importante e molto seguita: adesso il responsabile è Romano Ciriaci (che l'ha seguita fin dagli albori), ottimo autore di “Uno Mattina”, amico trentennale e uomo di cuore. Piazza, non era, ed è, solo un luminare , un eccellente medico, ma un uomo di grande simpatia, umanità, amico di tutti, pronto ad ascoltare i problemi di chi aveva bisogno, arrivava in redazione con un fascio di riviste sotto il braccio ( per sopperire ad internet!), che consultava per programmare gli argomenti di medicina della settimana, e, nella mano libera aveva sempre un pacchetto di dolci per il tè, comprati spesso nel mitico bar Vanni, a due passi dalla redazione. Insomma , l’ora del tè divenne un momento a cui nessuno, autori, redattori, consulenti voleva più rinunciare!.......
Matteo Iacopini ha 15 anni, negli occhi la luce di un'intelligenza vivace, ma anche i barlumi di una fanciullezza appena lasciata : scuri e vivaci, scrutano l'intervistato, pronto ad ascoltare e, se è il caso, a ribattere. Sì perchè Matteo ha una passione, intervistare, raccontare: vuole essere un reporter. Ha cominciato per gioco a 13 anni, andando con gli amici a Ponte Milvio, anzi a Ponte " Mollo" come lo chiama lui e i "vecchi" romani, quelli proprio "de Roma" e facendo le sue prime interviste. E adesso " per Matteo è diventato un lavoro" mi racconta il padre, l'Avvocato Luca Iacopini, da lui Matteo ha ereditato l'acutezza e la rapidità, ma sicuramente anche la mamma Valentina Temperini ha messo del suo in un figlio così "speciale". Studia, ma quel correre a cercare le curiosità, i pareri dei suoi coetanei e dei passanti sui più diversi argomenti è diventata la parte centrale della sua vita, Matteo si considera un ...
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