"Colosseum" ebbe un gran successo. Il venerdì sera (giorno in cui andava in onda la trasmissione) di solito, finito il lavoro, partivo per il mare in Toscana. Una sera fermandomi al casello dell'autostrada, mentre cercavo nella borsa i soldi per pagare il pedaggio, il casellante mi disse: " Signorina faccia presto...devo andare a casa a vedere "Colosseum!" Immaginate la mia sorpresa... Brando Giordani ed Emilio Ravel sapevano dare il giusto peso alle cose. Il lavoro doveva essere fatto con serietà e nello stesso tempo con leggerezza. Non ci si sottraeva alla fatica, ma non mancava mai l'ironia, il non prendersi troppo sul serio. La coppia Giordani e Ravel era stata soprannominata da noi, con il loro beneplacito, " Bibi e Bibò" i ragazzini discoli, protagonisti di un famoso fumetto tedesco, che ne combinavano di tutti i colori. Ravel, sempre elegantissimo, con i suoi panciotti perfettamente abbinati alla giacca ed alla cravatta, un vero " english man" non disdegnava di andare a girare i " siparietti" (sigle che intramezzavano i servizi) al Colosseo con una serie di fazzoletti di carta sotto il suo cappello per non fare gocciolare il sudore, visto il caldo torrido. Una coppia inossidabile! I telefoni della "Tecno 77" erano " avveniristici", verdi, con la rotella per fare i numeri e con due bottoni che si accendevano quando li spingevi per passare la linea da una stanza all'altra. Giordani non esitava a rispondere al telefono, quando era in sala di montaggio, spacciandosi per i più improbabili personaggi e tenendo a lungo sulla corda l'ignaro interlocutore. Non mancava mai l'educazione: capitava spesso che Giordani dopo un'intensa giornata di lavoro, chiamasse al montaggio scusandosi per un ritardo di dieci minuti……( dico 10!)….
Matteo Iacopini ha 15 anni, negli occhi la luce di un'intelligenza vivace, ma anche i barlumi di una fanciullezza appena lasciata : scuri e vivaci, scrutano l'intervistato, pronto ad ascoltare e, se è il caso, a ribattere. Sì perchè Matteo ha una passione, intervistare, raccontare: vuole essere un reporter. Ha cominciato per gioco a 13 anni, andando con gli amici a Ponte Milvio, anzi a Ponte " Mollo" come lo chiama lui e i "vecchi" romani, quelli proprio "de Roma" e facendo le sue prime interviste. E adesso " per Matteo è diventato un lavoro" mi racconta il padre, l'Avvocato Luca Iacopini, da lui Matteo ha ereditato l'acutezza e la rapidità, ma sicuramente anche la mamma Valentina Temperini ha messo del suo in un figlio così "speciale". Studia, ma quel correre a cercare le curiosità, i pareri dei suoi coetanei e dei passanti sui più diversi argomenti è diventata la parte centrale della sua vita, Matteo si considera un ...
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