Passa ai contenuti principali

La notte dei libaeti.....

Gli Agitatori Culturali Irrequieti Gian Dei Brughi toccano il tema della morte con la solita profondità e leggerezza.
La morte come una porta che si apre su altre stanze da scoprire. Si richiude alle nostre spalle e si continua ad andare avanti, scoprendo altri mondi.
Soprattutto gli Agitatori sottolineano l'importanza del ricordo.
Chi se ne è andato non ci ha lasciato , perchè continuiamo ad amarlo, a pensarlo a vivere con lui, anche se è difficile "non vederlo". 
Ma poi, piano piano, sentiamo la sua presenza, sentiamo che è lì accanto a noi, pronto ad aiutarci, a sostenerci.
Ed allora, Venerdì 1 novembre hanno organizzato l'evento : "La notte dei Libaeti", giunto alla sua settima edizione:
" L'appuntamento è alle ore 17.30 sulla strada di Sussisa prima della piazza della Chiesa vi attenderà un Agitatore Culturale Irrequieto, che non faticherete a riconoscere" avverte Patrizia Biaghetti.
Sembra il principio di una favola. 
"Inizierà una passeggiata fra i boschi, tra suoni della natura e le parole dei poeti nella luce magica delle fiaccole.....continua Patrizia Biaghetti.
E forse, come nelle favole, durante la passeggiata, a contatto con la natura, troveremo l'essenza della vita, la continuità con la morte.
I libaeti ( in genovese significa libretti) sono dei piccoli lumicini costruiti manualmente con un filo di cera colorato in argento e oro, il filo arrotolato da vita a diversi oggetti: casette, scarpine , pentolini, campanelle.....
Regalati ai bambini, in occasione della celebrazioni dei defunti, venivano accesi nella notte fra il 1 e il 2 novembre, proprio per ricordare chi se ne è andato .
Una tradizione che gli Agitatori Culturali Irrequieti ci tengono a mantenere viva, in contrapposizione ad un mondo che insegna solo ad "avere" non ad " essere", a comprare perchè esistiamo solo se "abbiamo", costruendo così un mondo falso ed infelice.
La forza degli Agitatori Culturali Irrequieti Giandeibrughi è la capacità di far sentire la loro voce da Sussisa, questo piccolo borgo, una frazione di Sori, un pugno di abitanti, a pochi chilometri da Genova, con la positività di chi conosce la natura, di chi ha il cervello e l'anima intatti da contorcimenti che nulla hanno a che vedere con il saper vivere, con una purezza che, senza imporlo, ma con la grazia della leggerezza, ci consigliano di recuperare.
Un primo passo è quello di saper includere la morte nella vita.


 




Commenti

Post popolari in questo blog

Alla riscoperta del grande cinema a Fregene : la casa di Federico Fellini

  Percorriamo in bicicletta, Monica ed io, i vialetti di Fregene, alla ricerca della casa di Federico Fellini e Giulietta Masina, in Via Portovenere. Eccola! C'è un pò di emozione in noi, perchè tutto quello che riguarda il grande Maestro emoziona ed immaginare che, in un periodo della sua vita, abbia vissuto in questa casa, passeggiato nel giardino, pensato i suoi magici film, creato i suoi disegni ci fa muovere quasi con circospezione al di là del cancello, come se il Maestro fosse ancora lì e noi lo potessimo disturbare. Federico Fellini e Giulietta Masina misero su questa casa nel 1961, come racconta la stessa Masina a Costanzo Costantini. La grande coppia si innamorò di Fregene verso la fine degli anni cinquanta e decisero di comprarsi la casa dove trascorsero periodi sempre più lunghi. Diventata troppo piccola, perchè "affollata" dai moltissimi amici del mondo del cinema, nel 1966, comprarono un terreno dove costruirono una grande villa a due piani a Via Volosca 1

Matteo: un giovane "reporter"

Matteo Iacopini ha 15 anni, negli occhi la luce di un'intelligenza vivace, ma anche i barlumi di una fanciullezza appena lasciata : scuri e vivaci, scrutano l'intervistato, pronto ad ascoltare e, se è il caso, a ribattere. Sì perchè Matteo ha una passione, intervistare, raccontare: vuole essere un reporter. Ha cominciato per gioco a 13 anni,  andando con gli amici a Ponte Milvio, anzi a Ponte " Mollo" come lo chiama lui e i "vecchi" romani, quelli proprio "de Roma" e facendo le sue prime interviste. E adesso " per Matteo è diventato un lavoro" mi racconta il padre, l'Avvocato Luca Iacopini, da lui Matteo ha ereditato l'acutezza e la rapidità, ma sicuramente anche la mamma Valentina Temperini ha messo del suo in un figlio così "speciale". Studia, ma quel correre a cercare le curiosità, i pareri dei suoi coetanei  e dei passanti sui più diversi argomenti è diventata la parte centrale della sua vita, Matteo si considera un

BUONA SANITA': cronaca di un intervento chirurgico all'Ospedale Sant'Eugenio

Arrivo all'ospedale Sant'Eugenio di Roma con un po' di timore perché quando si entra negli ospedali non si sa mai quello che si può trovare, troppi episodi di malasanità ci hanno messo sul chi va là ed invece...Mi hanno chiamata per fare le analisi in vista di un intervento all'occhio ( cataratta). Puntuale alle 7.20 ( mi avevano detto 7,30) sono davanti alla stanza 12 del Reparto Oculistica diretto dal Prof. Romolo Appoloni. In un corridoio si aprono le stanze dove veloci e professionali infermiere ti chiamano, dopo averti dato l'apposito numeretto, per il prelievo del sangue, l'elettrocardiogramma e la visita oculistica. Mentre un paziente fa il prelievo, un altro esegue l'elettrocardiogramma e un altro ancora la visita oculistica. Tutto si svolge all'insegna dell'ordine e dell'organizzazione. Alle 8 ero fuori dall'ospedale notando come questa efficienza avesse trasmesso tranquillità, non solo a me, ma a tutti i pazienti, che comunque dov