E' un horror.
È un thriller.
È una poesia.
Il bel film "L'orto americano" di Pupi Avati rapisce lo spettatore e lo lascia incantato per la bellezza della storia, lo straordinario bianco e nero, la magica regia e la bravura degli interpreti.
Pupi Avati firma anche la sceneggiatura insieme al figlio Tommaso creando una storia che lambisce le pieghe dell'animo umano.
Si parla di follia, e ci si chiede quale è la vera follia, quella di chi cerca qualcosa di diverso o quella che si cela sotto un aspetto controllato e "conforme"?
Il protagonista non ha nome, interpretato magnificamente da Filippo Scotti, ( il "Fabietto" in "E' stata la mano di Dio" di Paolo Sorrentino) si innamora, dopo un solo sguardo di un'ausiliaria americana, a Bologna, siamo negli anni della Liberazione, entrata casualmente dal barbiere dove il ragazzo si stava tagliando i capelli.
Decide di cercarla , ovunque sia, ammagliato dalla sua bellezza.
Il giovane vuole fare lo scrittore e parte per il Midwest per scrivere un romanzo.
Scopre che la casa, trovata casualmente nel Midwest, è vicina alla casa della madre della ragazza che lo ha fulminato con lo sguardo e che, a sua volta è alla ricerca della figlia, Barbara, mai più ritornata dopo la guerra.
La donna, una perfetta Rita Tushingan, accusa l'altra figlia, la sorella Arianna, di non aiutarla nelle ricerche di Barbara e di voler prendere il posto dell'amata figlia anche nel cuore del fidanzato americano.
Un intreccio di storie al limite dell'inverosimile, ma non per questo meno appassionanti, avvolgono lo spettatore tenendolo con il fiato sospeso.
Ma Pupi Avati è anche un poeta e, nella sua maestria, non racconta solo un giallo, ma tocca sentimenti umani che possono cambiare le vite umane, come la forza dell'invidia che può rendere colpevole chi non lo è.
Non si sofferma, ma aleggia nel film....
E il vero colpevole può nascondersi sotto un falso perbenismo.....
E parla di coraggio : "il vero coraggio è non arrendersi mai... come fai tu che continui a cercare Barbara" si sente dire lo scrittore da un amico casuale interpretato dal sempre incisivo Nicola Nocella.
Il giovane scrittore, trovatosi ingarbugliato in una storia di difficile soluzione, fatta di voci notturne, di ricerche e ritrovamenti che rendono l'atmosfera del film sempre più affascinante, cerca di venirne a capo.
Chi ha ucciso tre donne delle quali vengono ritrovati cadaveri a pezzi?
E Barbara è collegata a queste sparizioni?
Bravissimi Roberto De Francesco, Armando De Ceccon,, personaggi centrali del thriller, ma anche Massimo Bonetti, il Giudice, Andrea Roncato, Chiara Caselli....e tutti
L'intensa colonna sonora di Stefano Arnaldi accompagna il film rendendolo ancora più avvincente.
"L'orto americano", uscito il 6 marzo, è 8° in classifica al Box office del 10 marzo con un incasso di 140.398 euro e 20.193 presenze.
Un gran bel film!
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