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Io sono ancora quì

 " Io sono ancora quì" di Walter Salles è un bellissimo film che racconta il dramma dei "desparecido", uomini che spariscono  nel nulla durante le dittature, numeri pesantissimi.
Il film è tratto da una storia vera: la sparizione in Brasile, a Rio de Janeiro, di Rubens Paiva, un ingegnere, ex deputato laburista, che i militari accusano di essere complice del terrorismo.
L'accusa è falsa.
Siamo nel 1971 in Brasile vige la dittatura militare.
Portato in caserma, strappato alla famiglia, che non capisce perchè viene portato via, non sanno che da quel momento non lo vedranno più, inghiottito in un buio che ha fatto moltissime vittime.
Uomini che non solo non torneranno più a casa, ma neanche i loro corpi saranno mai consegnati ai loro cari.
Spariti.
Il film si apre con le immagini di Rubens, un ottimo Selton Mello, attorniato dalla moglie e dai cinque figli, fra giochi e tenerezze con il calore proprio delle famiglie unite.
La moglie Eunice, una strepitosa Fernanda Torres, candidata come miglior Attrice Protagonista agli Oscar ( ha già il Golden Globe), portata anche lei per 12 giorni in carcere, si trova non solo a cercare disperatamente  il marito, ma anche a dover crescere i cinque figli non facendo loro mancare la tenerezza e il calore che il padre era abituato a donare.
Walter Salles "srotola" il racconto con maestria. Le immagini della famiglia felice sulla spiaggia di Rio si mischiano con quelle della dittatura: i militari che pattugliano la città Rio de Janeiro, un inno alla bellezza che solo di felicità dovrebbe parlare, ed invece le atrocità della dittatura si sovrappongono, le torture si intuiscono nelle caserme, con le macchie di sangue per terra, le urla di prigionieri offuscano i colori della terra brasiliana.
Eunice non si piega: è forte.
Continua a sperare che il marito ritorni.
Continua a crescere i figli sani e forti.
Non vuole spegnere il suo e il loro sorriso.
In posa per una foto su un giornale, al giornalista che dice : "non sorridete..... vi vogliono tristi..." risponde con un sorriso splendente suo e dei figli.
Si laurea a 48 anni e si impegna nella difesa dei diritti degli indigeni.
La bellezza languida del Brasile fa da sfondo a questo dramma indicibile dei "desparecido", la condanna per intere famiglie al "non sapere", la violenza senza nome della dittatura.
Ed Eliana, una delle figlie, va a salutare il mare, quel grandioso mare dalle onde senza fine, quando la madre decide di trasferirsi a S. Paulo, vuole trattenere nei suoi occhi quella bellezza che non vorrebbe lasciare.
Il regista Salles è maestro nel raccontare le piccole felicità di una famiglia, tenuta stretta da Eunice, in contrapposizione al dramma umanitario.
Fernanda Montenegro, la madre di Fernanda Torres, attrice anche lei, incisiva e commovente, interpreta  Eunice negli ultimi anni di vita.
Tratto dal libro di Marcelo Rubens Paiva, il figlio di Rubens.
Le musiche, la dolcezza del canto brasiliano, incorniciano il film e lo fanno amare ancora di più.
Presentato a Venezia ( ha vinto il Premio Osella per la sceneggiatura). Candidato ai Premi Oscar anche come Miglior Film e Miglior Film Internazionale.


Un gran bel film!






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