Quando una persona cara si ammala ed esce per un periodo, che ti auguri il più breve possibile, dalla tua quotidianità, devi fare i conti con la mancanza.
E così è per me con Elena Pongiglione,.
Artista, pittrice, scrittrice, illustratrice, ma soprattutto amica amatissima.
Si è rotta all'improvviso la quotidianità delle telefonate in cui ci raccontavamo tante cose....le proprie passioni, le bellezze della vita, le contrarietà, le grandi risate possibili solo con persone con le quali si è in perfetta sintonia, si parlava di amici, di un mondo difficile, del desiderio di vedersi per continuare un discorso che non finiva con le telefonate.
Sono poche le persone che ci conoscono veramente, forse si possono contare sulle dita di una mano sola.
Quelle che sanno chi sei, che conoscono la tua anima, siamo circondati da persone desiderose solo di darti un'etichetta per colmare il proprio desiderio di catalogare, la Pongi, nella sua estrema onestà intellettuale, rifugge da questo cicaleccio, preferisce i suoi gatti e le sue streghe e quelli che ha deciso che sono i suoi amici.
La Pongi mi conosce.
Sa chi sono.
E questa interruzione del parlare mi pesa moltissimo perchè la complicità dell'amicizia è una cosa rara, è volgere lo sguardo dalla stessa parte della vita, è dare lo stesso peso alle parole è saper ridere delle stesse cose, è riconoscere "il buon legno" come dice la Pongi, in un mondo in cui la sincerità è un dono sempre più raro.
Persona rigorosa la Pongi, non fa domande per conoscerti, non c'è bisogno, si fida del suo istinto, come i gatti che ama tanto, come la sua Tin.
Per colmare la mancanza mi ripeto: " non essere egoista, è curata, circondata dalla presenza e dall'amore dei cari amici Elena e Lorenzo Doretti..."
Ma non mi basta.
Vorrei che Genova fosse ad un tiro di schioppo, che potessi vederla e sorridere con lei.
Si dovrebbe non amare per non soffrire?
Impossibile.
Va bene Elena, ti aspetto.
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