Entrare in un porto in barca da sempre una sensazione di pace.
Quando ci si avvicina all'attracco, i motori perdono forza, le vele si ammainano, la barca scivola più silenziosa sull'acqua, ci si saluta con chi anima le barche che passano accanto cercando lo stesso rifugio.
E' un saluto complice di chi condivide la passione per il mare, non si è estranei anche se non ci si conosce, ci si scambia notizie sulla navigazione, sulla giornata trascorsa, si racconta da dove si viene e dove si va....
Il rumore delle vele tirate giù, delle sartie , dei moschettoni, delle cime che si arrotolano, per preparare la barca al meritato "sonno" è un suono musicale, che accompagna lo sciacquettio delle onde.
La barca trova il suo posto, si allinea con le altre e .....chiacchierano.
Fin da bambina quando i miei, appassionati velisti, mi portavano ad ammirare le barche nei porti, quando non uscivano in barca, mi piaceva sedermi sulla banchina, con le gambe a cavalcioni, che, con il loro movimento, accompagnavano il ritmo musicale dello sciabordio delle onde contro lo scafo, immaginando le chiacchiere delle barche, le loro storie, perchè le barche "parlano".....
Raccontano di timonieri bravi che le portano con perizie fra le onde, di quelli meno bravi che rischiano l'incolumità dei passeggeri e della barca, di storie d'amore nate mentre lo scafo culla gli approcci, di insegnamenti di vita che il mare da sempre, di quella felicità pura nella contemplazione del mare che solo chi lo ama conosce.
Tutto questo mentre sono lì, una accanto all'altro, danzando con il fruscio delle onde, sicure di essere arrivate alla meta anche se la mattina dopo riprenderanno la navigazione.
E anche adesso, quando capita, ritrovo quel piacere di "ascoltare" le barche, di sentire come sono capaci di sbrogliarti i pensieri dopo giorni in loro compagnia...
Spesso il faro che si accende e spegne accompagna il loro parlare, un parlare che dimentica l'aggressività umana, perchè il mare appiana le miserie umane, insegna la felicità....
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