"Non odiare" opera prima di Mauro Mancini, ti trascina nella profondità di sentimenti a volte difficili da gestire, come l' incapacità di perdonare e il senso di colpa che ne scaturisce, con sicurezza e passione. La storia è realmente accaduta in Germania.Il film, presentato alla Settimana della Critica alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia, si pregia di una regia asciutta ed efficace, ma soprattutto di una magistrale interpretazione di Alessandro Gassmann, vincitore del Premio Pasinetti.
Gassmann è Simone Segre, un affermato chirurgo ebreo, che vive e lavora a Trieste. Simone assiste casualmente ad un incidente di macchina, accorso per aiutare, nel momento che si accorge che l'uomo ferito ha, sul petto, disegnata la svastica nazista, non è più capace di salvarlo.
La sua vita si intreccia in seguito con quella dei figli dell'uomo, alla ricerca di un riscatto per la colpa di quella morte che non ha saputo e voluto evitare.
La drammaticità della storia si unisce ad una sorta di "pietas" per la complessità dell'animo umano, alla ricerca di un'umanità dimenticata.
Forse non ci sono risposte, perchè non ci sono domande: c'è la ricerca del "non odiare" l'unica arma vincente.
Alessandro Gassmann è avvincente proprio per la capacità di dar vita alle sfumature dell'animo umano con una interpretazione forte e delicata, carica di sguardi e di non detti.
Brava Sara Serraiocco, Marica, la giovane che si rimbocca le maniche dopo la morte del padre per aiutare la famiglia e si trova a dover sostenere il fratello Marcello, il convincente Luca Zunic, travolto dallo stesso odio nazista che alimentava il padre ed il fratellino Paolo, il promettente Lorenzo Buonora.
Le belle musiche di Pivio e Aldo DeScalzi accompagnano e sostengono le emozioni del film.
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