"Sorry we missed you" racconta, con l'indiscutibile maestria del regista Ken Loach, una storia dura: il precariato sul lavoro. La voglia di crearsi un lavoro autonomo per dare alla sua famiglia un dignitoso futuro porta il protagonista , Ricky, interpretato da un bravo e misurato Kris Hitchen, a combattere con un lavoro che, invece di liberarlo, lo rende prigioniero. Due figli, uno adolescente, Seb , ( Rhys Stone che interpreta perfettamente i sussulti della sua età) una bambina che si affaccia alla vita, Lisa ( una deliziosa e promettente Katie Proctor) , Abby, la moglie, sono il suo mondo, lo contestano e lo sostengono, ma soprattutto lo amano e lui ama loro. Il lavoro, da finta e agognata liberazione , diventa una schiavitù dolorosa. Il film ha , nonostante la durezza del mondo del lavoro, una delicatezza di sentimenti interpretata magnificamente da tutti, ma , soprattutto, da Debbie Honeywood , la moglie di Ricky. Abby, fa un lavoro duro, assiste gli anziani, con la stessa dedizione ed amore con la quale si occupa della famiglia. La sua voce è sempre sommessa , dolce, quando cerca di risolvere i problemi di tutti, del marito , dei figli e suoi. Anche quando in ospedale, dove porta il marito pestato a sangue da una banda di rapinatori, ha un giustificatissimo scoppio d'ira, la sua voce , incrinata dall'indignazione, mantiene, in qualche modo, un tono delicato.
Ed è proprio questo che colpisce nel film, oltre l'indiscutibile bravura di Ken Loach nel raccontare storie di vita di un sistema sbagliato, non di uomini "sbagliati": la forza , la delicata determinazione , l'unione, che non frattura questa famiglia nonostante la durezza della vita faccia di tutto perchè questo accada.Comunque la pensi un film magistrale che ti rimane dentro.
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