"40 secondi" il bel film di Vincenzo Alfieri, che racconta la tragedia di Willy Monteiro Duarte il giovane di 22 anni originario di Capoverde, ma italianissimo, con la mamma e la sorella viveva a Colleferro sognando di fare lo chef.
La storia è nota.
La tragedia accade di fronte al locale "Futura" dove avviene una rissa fra ragazzi per un complimento di un ragazzo alla fidanzata di un altro.
"A bella!" scatena l'inferno.
Massacrato da Lorenzo e Federico (Marco e Gabriele Bianchi nella realtà) in 40 secondi Willy muore.
La prima parte del film racconta di Maurizio, di Michelle, di Cosimo,del disagio di ragazzi che non hanno prospettive, che sfocia nella violenza verbale, nell'incapacità di avere rapporti, anche fra di loro, che non siano connessi con il sopruso, di personaggi , come Lorenzo e Federico, gli assassini, che pur di avere soldi per comprarsi orologi di marca e auto di lusso, diventano personaggi loschi sotto la copertura di caricare e scaricare cassette di frutta e verdura.
Il Dio denaro è idolatrato.
Si diventa mostri: palestra e tatuaggi ridisegnano e coprono corpi che rispondono a comportamenti cinici e violenti.
E poi c'è Rossella, o meglio Rossellina, come la chiamano gli amici, incinta di Lorenzo, mentre sta ancora crescendo, incapace di distinguere la vera natura del fidanzato. Come il padre, un intenso Sergio Rubini, il Professore, perso nella filosofia di Kant, non capisce in che mani è caduta la figlia.
Sarà il Maresciallo, un sempre straordinario Francesco Di Leva, ad aprirgli gli occhi.
Intorno ad un tavolo, a cena con la figlia, i gemelli Bianchi dirà con l'animo pieno di pianto, di fronte ad un gelato che rifiuta :
" Io amo la qualità....."
e Lorenzo : " la qualità non è niente.....è una parola...".
Non cercare la qualità della vita, non amarla, il senso di vuoto che accompagna molti giovani...
Con una regia perfetta: i primi piani stretti, i dettagli di occhi e bocche che danno un'idea realistica del disagio e della disperazione del vivere, Vincenzo Alfieri affascina lo spettatore e lo inchioda alla sedia.
Poi arriva la seconda parte del film: Willy Monteiro, la dolcezza di un ragazzo che adora la madre, si preoccupa perchè arriva stanca dal lavoro, scherza con la sorella, prepara i suoi piatti preferiti, li crea, la sua passione è la cucina, vuole diventare chef, e la sua determinazione lo farà arrivare molto vicino....
La dolcezza della madre: quasi accarezza la spalla del Maresciallo che le viene a porgere le sue condoglianze di fronte al figlio morto...
L'altruismo di Willy spezzerà il sogno di essere uno chef.
Per aiutare l'amico in difficoltà entra nella rissa e viene ucciso.
Ma la sua dolcezza rimane nello spettatore quasi a respingere le immagini di violenza.
Il film, tratto dal romanzo omonimo di Federica Angeli, giornalista di Repubblica,
ha vinto il Premio della Giuria al Festival del Cinema di Roma 2025.
I fatti sono accaduti la notte del 6 settembre 2020, ma Willy, la sua gentilezza, il suo sapere distinguere il male dal bene sono rimasti vivi e continuano a parlare.
Vincenzo Alfieri ha creato un film profondo, intenso e necessario.
Uscito nelle sale il 19/11/ è 10° in classifica al box office con 1.720 presenze e 630.786 euro di incasso al 1/12/2025.
Un gran bel film!

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