Elena Frau, preziosa amica. oltre a creare cartoni animati e quant'altro nella società multimediale "Animabit", fondata insieme al marito Lorenzo Doretti, amico carissimo colto e profondo, oltre ad essere ingegnere informatico ed imprenditore, è un'ottima cuoca.
Lo so per esperienza diretta, perchè quando vado a trovarli a Genova, gusto i suoi manicaretti nella loro bella casa.
Con noi c'era la Pongi, Artista raffinata, pittrice e scrittrice, illustratrice e amica amata, sensibile e insostituibile, se ne è andata nel dicembre del 2023.
Ma c'è ancora, con il suo amore ed la sua immancabile ironia paragonabile solo a quella del marito, Claudio G. Fava, amico per me straordinario, Capostruttura di Rai Due, giornalista, scrittore, critico cinematografico stimatissimo per la sua cultura e raffinatezza.
E sicuramente avremo commentato con allegria la salsa che Elena, raccolti i pomodori da un'amica, ha preparato per il figlio Marco in partenza per Siena per concludere i suoi studi di Economia, non dimenticandosi la pallanuoto di cui è campione e ottimo istruttore.
" Per un pò non voglio sentire parlare di pomodori..." mi ha detto Elena mandandomi la foto.
Sì perchè con pazienza li ha fatti bollire insaporendoli e condendoli soprattutto con il suo cuore che è grande non solo per Marco, ma per chi le è amico.
" Se rimane te ne conservo un pò..." mi ha detto.
Regalare ciò che si è capaci di fare con le proprie mani, come il cibo, lo considero un grande atto d'amore.
" Ti prego dì a Marco di lasciarmene un pò...." non ho saputo trattenere dal dirle, superando un pò la riservatezza e, forse, le regole dell'educazione.
Ma guardando quei pomodori rossi che bollivano festosi non ho saputo trattenermi.
Mi hanno ricordato le vacanze, poco più che decenne nella campagna pugliese a Casamassella, vicino ad Otranto, nella villa di Lucia Starace, cugina di mia nonna Rosa Starace Caccioppoli.
Una delle cose che amavo più fare, oltre a godermi il mare, era andare nell'orto e raccogliere i pomodori.
Mi addentravo in mezzo ai filari sentendone il profumo, li staccavo delicatamente dalla pianta , li avvicinavo al naso per godere più profondamente dell'odore, li lucidavo con la mano perchè il colore diventasse ancora più brillante e li riponevo delicatamente nel cestino che zia Lucia mi aveva dato raccomandandomi di non rovinarli.
Rientravo felice e soddisfatta....e non potevo fare a meno di addentarne uno strada facendo, quel sapore dolce per me è indimenticabile.
Sentivo il succo colare e lo asciugavo rapidamente per non farmi accorgere della golosità.
Il giorno dopo ne avrei portato qualcuno a mare, bagnati nell'acqua salata e assaporati.
Un'abitudine che mi è rimasta fin da grande, ancora adesso.
I pomodori sono rimasti il mio cibo preferito, crudi o in salsa, cucinati in qualsiasi modo.
E il loro colore rosso mi tramette una incontenibile allegria.
Augusto, il contadino che curava l'orto, esclamava alla zia: " non so come fa, ma coglie sempre i migliori".
Non so se sia vero o volesse gratificare il mio cuore di bambina, ma il pomodoro è rimasto per me sinonimo di felicità, di allegria, ma anche di condivisione e di amore.
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