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Il Giubileo dei Giovani

 "Dai scendiamo che la Martina è già scesa...." nell'autobus affollatissimo il ragazzo, con inconfondibile accento veneto, si fa largo trascinando una diecina di ragazzi dietro di se...
I bermuda, un capellino in testa, gli zaini con la bottiglietta d'acqua che fuoriesce dalla tasca laterale, ma è la faccia che ti colpisce.
Gli occhi, anche se stanchi, sorridenti, il viso di chi aspetta.....
Aspettano qualcosa di bello, qualcosa di molto lontano da un mondo che a volte, non si sa più come definire, tanto è volgare e malvagio.
Qualcosa che ha a che fare con la speranza.
Con la certezza che una strada diversa si può intraprendere.
Arrivano da 146 paesi i ragazzi del Giubileo dei Giovani.
Arrivano cantando, le bandiere del loro paese sventolanti, sono un'onda fluttuante.
Una signora sull'autobus scuote la testa e si lamenta con il signore vicino: " ci hanno tolto la città, Roma non è più nostra..." Ma il signore con un "panama" in testa che lo rende subito elegante: " Signora, non ci hanno tolto niente...li guardi....hanno la gioia e la speranza, forse saranno capaci di creare un mondo migliore....non tolgono, aggiungono....."
Ieri al Circo Massimo , la Confessione di migliaia di ragazzi...
Quei visi di quasi bambini, chinano il capo di fronte al prete che li benedice.
La Confessione è condivisione, è raccontare, è allontanare il male di cui spesso siamo vittime senza un perchè, è una richiesta d'aiuto, un dividere il peso del dolore con chi ti sa perdonare.
Le parrocchie si sono aperte per accogliere questi ragazzi, ma loro sanno dormire anche sotto le stelle....
Come i sognatori, i poeti, gli innocenti....
Una ragazza, con sulla maglietta la scritta " Notre dame, Paris" , inequivocabile la provenienza, sventola la bandiera francese che consegna alla compagna vicina, cantando con una voce cristallina, per correre ad abbeverarsi alla fontanella vicina. 
I disagi sembrano non sentirli, qualcuno trascina i piedi per la stanchezza, ma non si fermano.
Un gruppo si siede sotto un albero, proprio nel centro di Roma, a Piazza Venezia, alcuni cascano in un sonno profondo, incuranti del chiasso e dei passanti...
Solo gli occhiali da sole a proteggerli.
Sono colorati, come i loro sogni, la loro speranza, il loro entusiasmo....
Non c'è spazio per il bullismo, il rancore. l'invidia, l'avidità....la guerra....
Li aspetta Tor Vergata, il Papa Leone XIV per pregare con loro.
Li aspetta la vita.






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