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Cronaca di una campanella

Quando si rompe un oggetto al quale sei legata è una tragedia.
Qualsiasi sia, di valore o no, è il legame affettivo che rende l'oggetto senza prezzo.
La campanella che tenevo gelosamente e con orgoglio sul tavolino, impreziosendo la mia casa, e che mi piaceva scampanellare quando passavo accanto, sentendone il suono argentino è per me un ricordo caro.
Mia madre la teneva sul tavolo quando aveva pranzi importanti con ospiti ed io, piccola bambina curiosa, sentivo lo scampanellare e scendevo dal letto della mia camera dove ero rigorosamente estraniata dagli adulti, per spiare dalla porta che socchiudevo silenziosamente.  Era il richiamo per la solerte signora, provetta cuoca, che accudiva al benessere della casa: sentendo il suono argentino, si affrettava a portare l'altra pietanza a tavola per la gioia degli ospiti.
Per me era partecipare ad un mondo che mi incuriosiva ed affascinava: quelle allegre risate, quel parlare fitto fitto...chissà quando anche per me sarebbe arrivato il momento di sedermi ad un tavolo così ben imbandito, con la tovaglia di lino, i piatti antichi ed i calici di cristallo!
Quella campanella, pochi giorni fa, mi cade dalle mani e si spezza.
Il bastoncino si stacca dalla campanella.
La raccolgo come si raccoglie un bene prezioso, con cura e tenerezza.
Fiduciosa la porto da un orafo, ma mi dice che non si può aggiustare.
La pongo dentro la borsa ed, intristita, mi avvio dal mio amico Paride Matarazzo, il prezioso amico e parrucchiere, stilista di fama, di Vicolo della Campana, come ogni sabato.
Mentre ero seduta aspettando il mio turno nel negozio che per me è una famiglia vera e profonda, con i suoi componenti e clienti diventati amici, Paride si accorge del pacchetto che, furtivamente, per non affliggere gli altri, tenevo nelle mani.
Gli amici veri sono quelli che ti leggono nel cuore.
Capisce istintivamente che quell'oggetto è per me prezioso.
Me lo prende, mi chiede cosa sia successo, e mi solleva dicendo che proverà a portarla ad aggiustarla.
Affidarla a lui è per me un sollievo.
Ancora una volta Paride mi rivela la sua straordinaria sensibilità d'altronde non sarebbe quel Grande Parrucchiere, noto in tutta Roma per la sua bravura ed eleganza e l' amico imperdibile, acuto, intelligente, che sa amare l'altro ed è per questo che ha saputo rendere il suo negozio una famiglia.
Quel gesto era bastato per lenire il mio dispiacere, anche se sapevo che l'impresa non era facile.
Ma entra in campo Onorato Mancini e la sua squadra.
Onorato è il proprietario del negozio di cornici sempre a Vicolo della Campana.
Anche lui un amico e artista artigiano, nelle sue mani le cornici non solo incorniciano, ma danno vita ai quadri.
Si affretta a farmi aggiustare da un argentiere la campanella:
" Per me non ci sono cose che non si aggiustano..." mi dice.
E' una filosofia di vita.
E la sua famiglia, la moglie ed i figli, tutti straordinari artigiani, che lavorano con il cuore,  partecipano alla storia della campanella.
Quando Paride mi invia il video della campanella aggiustata è una gioia doppia: per la campanella tornata integra e per la consapevolezza, ancora una volta, di avere degli amici veri, straordinarie persone, che mi hanno avvolta nel loro calore e che sanno dare il giusto valore alle cose.
Il suono della campanella è diventato più argentino.








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