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Tin Kyan Tze

Si chiama Tin Kyan Tze.
Per gli amici è la Tin.
La Tin è un gatto sacro di birmania, a ottobre compie 13 anni, ha gli occhi azzurri ed il pelo lungo e morbido proprio della sua razza.
La sua padrona era Elena Pongiglione.
La Pongi l'amava teneramente, la coccolava, quando, per qualche ragione la Tin non stava bene, si preoccupava più di lei che della sua salute.
Le parlava, mi mandava i suoi saluti, anzi i suoi "miao" quando terminavamo le nostre chiacchierate telefoniche. Era sempre presente fra di noi.
Poi la Pongi se ne è andata.
E la Tin è andata da Elena e Lorenzo Doretti, che già l'amavano e la coccolavano quando la Pongi si spostava.
Quanto soffre un animale per la perdita del padrone?
Credo molto e così è stato per la Tin, non ne parla, non può, ma il suo dolore è paragonabile a quello di un essere umano, a volte di più, perchè il loro cuore batte all'unisono con quello di chi li ama.
Poi, piano piano, ha eletto Elena Doretti a sua padrona.
Ama moltissimo anche Lorenzo e Marco, ma di Elena è diventata l'ombra.
La segue passo passo, così mi racconta Elena, appena si siede le salta subito in grembo, ha superato il suo dolore, diventando il suo alter ego.
La Tin ha trovato anche un fratello, anzi un fratellastro, Tiff, il padre è lo stesso, ma la madre è diversa. È il gatto dei Doretti.
Tiff ha compiuto 13 anni a gennaio.
E' bello come lei, ma  la Tin è  più color "cioccolata".
Gli animali non sono capaci di guerre e crudeltà.
E quando sono crudeli in natura lo sono sempre per una ragione, mai senza un perchè.
Hanno le loro regole, capaci di una fedeltà assoluta, di gesti di altruismo  senza fine.
Lo sono anche gli esseri umani, sicuramente.
Ma loro hanno un'arma in più: non giudicano, non sanno cosa sia l'invidia, e neanche la cattiveria gratuita e non vogliono essere tutti uguali.
La Pongi amava molto la sua Tin e i gatti.
Li disegnava allegri, spiritosi, colorati.
Aveva realizzato un Calendario poco prima di andarsene, con l'aiuto di Lorenzo Doretti, della sua abilità ed acuta intelligenza.
Aveva disegnato il gatto che tremava dal freddo avvolto in una sciarpa per gennaio, quello con i cuoricini ed il musetto sognante per febbraio, per marzo con l'ombrello, ad aprile giocherellone con la ghirlanda di fiori, a maggio allegrone con le ciliegie, a giugno con il tamburello adornato di nastri, a luglio un gatto nuotatore con la faccia sorniona, ad agosto un suonatore  romantico di mandolino, a settembre un giocoliere con la frutta, a ottobre adornato con l'uva, a novembre un gatto che fa saltare con aria bricconcella le castagne in padella, ed a dicembre un gatto ballerino che gioca con un cappello da papà natale.
Eccolo il Calendario degli Arcigatti di Elena Pongiglione.
Le movenze dei gatti rispecchiano la sua bravura, il suo animo ironico e profondo, la sua eleganza.
Come avrei voluto che mi continuassero ad accompagnare i suoi calendari, anno dopo anno!
Chiamavo la Tin, l'Arci, chiudevo sempre la telefonata con un "Mi raccomando: salutami l'Arci e falle i soliti grattini da parte mia...."
Adesso l'Arci aspetta Elena Doretti, quando si allontana per qualche giorno, e, al suo ritorno, le fa la faccia da "quanto mi sei mancata!"
Beh, cara Tin, sei stata fortunata ad avere i Doretti come nuovi padroni, ed io a continuare ad averli come amici preziosi.
Cara Pongi, ci manchi tanto ma ci hai lasciate in buone mani!






 

 

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