Cammino velocemente per via del Corso, ma passando di fronte alla Chiesa di San Marcello mi ferma una scritta: "Il cammino della Speranza. Rembrandt e Burnand a Roma ", la Mostra fa parte degli eventi del Giubileo.
Guardo l'ora, ho un altro appuntamento, ma non posso fare a meno di entrare.
Due i capolavori.
Mi fermo davanti al primo quadro " I discepoli Pietro e Giovanni corrono insieme al sepolcro di Cristo il mattino della Resurrezione" di Eugene Burnand, pittore svizzero (1850 1921).
Mi incanto.
Pietro e Giovanni corrono verso il sepolcro dove Cristo è risorto.
Colpisce tutto, il movimento dei corpi spinti in avanti nella corsa, le facce preoccupate, tese, non sanno cosa vedranno....come risorto? che significa?
E poi la luce, la luce dell'alba, un chiarore intenso che avvolge le loro figure, che rischiara anche la terra scura.
L'espressione dei due Apostoli rivela sentimenti umani semplici e uguali a tutti noi: l'ansia di non sapere quello che li aspetta, hanno perso la loro guida, il loro Maestro poche ore prima e adesso?
La Resurrezione.
Mi volto, i visi di chi sta ammirando il quadro sono stupefatti, tutti.
Due ragazzi parlano fra di loro, avranno 14, 15 anni.
" Non so perchè ...ma mi piace molto questo quadro..." dice uno dei due, un pò più alto dell'altro, forse il più grande, rivolto all'amico che annuisce.
Il miracolo dell'arte è proprio questo: entra nell'animo, si insinua con la sua bellezza, senza un perchè.
L'amico si sistema lo zaino sulle spalle: " Chissà che facce abbiamo noi quando corriamo...."cerca la complicità dell'amico, sorridendo, quasi a volersi scuotere di dosso il mistero del divino, forse troppo grande per due adolescenti, la spensieratezza dei loro 15 anni si fa largo.
Si allontanano, ma si voltano di nuovo a guardare il quadro, quasi a non volerlo lasciare.
Le notizie a lato del quadro raccontano che Eugene Burnand aveva 48 anni quando ha dipinto questo quadro:
"Uomo di profonda fede ....rifuggiva al tempo stesso tanto la pittura di paesaggi o salotti alla ricerca di emozioni superficiali, quanto quella di protesta sociale, per lui l'arte è introduzione dell'uomo al senso della realtà e al mistero di Dio.....".
Proseguo, mi fermo davanti all' altro capolavoro : "La cena in Emmaus", di Rembrandt, pittore olandese ( 1606 1669), il pittore aveva 23 anni quando ha dipinto il quadro.
Gesù che spezza il pane, di profilo, due discepoli stupefatti, uno chino di fronte al Maestro, una donna più lontana, la locandiera, ancora mistero, dolcezza, ancora una volta stupore.
La sorpresa dei due viandanti che riconoscono Gesù risorto.
Gli occhi spalancati di uno e l'altro piegato dalla improvvisa scoperta.
Una bambina, con il cappotto azzurro che le finisce dove cominciano le ginocchia, non avrà più di sei o sette anni, tira la giacca della mamma ....
" Che sta facendo quel signore seduto al tavolo?" le chiede.
Difficile spiegare la compassione, l'umiltà, il divino, il mistero della Resurrezione.....
La mamma cerca le parole...ma la bambina l'anticipa: " Ho capito, sta dando da mangiare al suo amico....è buono....".
Ecco spiegata la misericordia, non servono altre parole.
La Mostra, aperta il 9 aprile, si potrà vedere fino al 2 giugno 2025 alla Chiesa di San Marcello al Corso, a Roma in Piazza San Marcello.
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