"Liliana", il documentario sulla vita della Senatrice Liliana Segre, realizzato con gran maestria da Ruggero Gabbai, commuove, emoziona e soprattutto fa pensare.
75190.
Il numero tatuato sul braccio della Senatrice è lì, a testimonianza di un orrore vissuto, mai dimenticato e da non dimenticare.
Mai.
A 13 anni Liliana entra tenuta per mano dal padre, nel campo di Auschwitz- Birckenau.
Quella manina stretta in quella del padre, non può ripararla dagli orrori che vedrà e vivrà.
Il documentario si snoda nel racconto in prima persona di Liliana Segre, con immagini di repertorio che riportano in quei luoghi di dolore immenso.
Separata dal padre, che non vedrà mai più, Liliana sente le testimonianze di altre povere prigioniere come lei.
" In quei capannoni vengono bruciati i prigionieri, vedete le ciminiere? Da lì escono le polveri dei cadaveri bruciati...."
Liliana e le sue compagne pensano che che le prigioniere francesi rinchiuse da più tempo, siano impazzite.
Non può essere vera una tale mostruosità.
Ed invece scoprono che è proprio così.
Liliana racconta.....
"La mia famiglia era agnostica.....mia madre morì che avevo pochi mesi...."
Liliana è pacata , ma forse proprio per questo così incisiva.
E' pessimista sul futuro di un'umanità che ha di nuovo scelto la guerra.
E' sincera.
Non riesce a voltarsi per salutare l'amica destinata ai forni.
Liliana ha scelto la vita.
Finito l'orrore, riconsegnata alla vita, si innamora, si sposa ha tre figli, presenti nel documentario con le loro testimonianze: Alberto, Federica, Luciano Belli Paci.
Anche il loro racconto è pacato, ma il dolore vissuto dalla madre è così presente nelle loro vite e nelle loro parole da sembrare di toccarlo con mano.
Indifferenza.
Una parola che la Senatrice usa spesso.
Un sentimento da combatttere.
Accade agli altri non a me: un pensiero continuo che attraversa la mente di molti e permette le tragedie, voltarsi dall'altra parte.
Molte le testimonianze di chi l'ha conosciuta: Fabio Fazio, Ferruccio De Bortoli, Enrico Mentana, Mario Monti, Geppi Cucciari che, con la consueta intelligenza ed ironia, racconta la straordinaria vitalità di Liliana a 94 anni.
Liliana Segre, lucida e precisa, continua a testimoniare l'orrore dello Shoah, i nipoti, Jacopo e Davide, Edoardo lo si ascolta in videochiamata, raccontano la bellezza di averla come nonna.
Presentato alla Festa del Cinema di Roma, evento nei cinema il 20, 21,22 e ieri 27 gennaio, il giorno della Memoria, dovrebbe essere visto e rivisto, diffuso nelle scuole.
Distribuito da Lucky Red, che ha giustamente denunciato la campagna d'odio di cui è stata, ed è, vittima Liliana Segre, ma che ha compreso anche la casa di distribuzione, respinta con fermezza da Andrea Occhipinti e da tutto lo staff, il film è terzo nella classifica del box office con un incasso di 170.227 euro , nella giornata di ieri 27 gennaio, ha realizzato 12. 836 presenze.
Un gran bel film!
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