"Leggere Lolita a Teheran" del regista israeliano Eran Riklis, è un film che appassiona per la sua dolorosa bellezza.
Azar Nafisi, la protagonista, interpretata da una bella e brava Golshifteh Farahani, è una professoressa di letteratura e torna a Teheran, dopo la rivoluzione di Khomeyni per riprendere il suo lavoro di insegnante all'Università.
E' il 1979.
La letteratura è la sua passione, e vuole trasmettere l'importanza del leggere ai suoi studenti.
Ma piano piano si scontra con l'involuzione della rivoluzione...
Il velo per coprirsi il capo diventa obbligatorio per le donne, alcuni dei suoi studenti rivelano un falso moralismo che in realtà è un non rispetto per le donne, un considerarle esseri da umiliare.
Il film diventa un incrocio fra le violenze che le donne subiscono, siamo negli anni ottanta, terribili e addirittura feroci, e la luminosità del leggere.
"Un libro può creare disagio..."spiega, ma non per questo è un cattivo libro.
Azar Nafisi, è una donna libera, che a fatica si copre la testa , a fatica vive le violenze che vede intorno a lei.
Decide di abbandonare l'Università e crea, a casa sua, dei circoli di lettura con le sue allieve.
La violenza della rivoluzione fa danni, le giovani studentesse vivono la realtà iraniana con difficoltà, sentono che non possono realizzarsi nel loro paese....ma soprattutto sanno, prima che lo capisca la stessa Nafisi, quello che è importante per la loro insegnante.
L'insegnamento ha avuto successo: le ragazze capiscono cosa è meglio per loro, sono capaci di ragionare con la propria testa, visto come un pericolo da un paese che vuole umiliarle.
L'abile regia di Riklis disegna la libertà: qualcosa che fa ancora molta paura, il desiderio di sottomettere, il falso significato del "moralismo" dove spesso si nascondono soprusi e violenze ...
Perchè coprirsi il capo?
Fasciare una testa pensante?
Gli orrori verso le donne iraniane si mischiano alla bellezza di sapere sfuggirne, e leggere crea anime forti e capaci.
Sullo sfondo le montagne che avvolgono e circondano Teheran, quasi a imprigionarla, ma in realtà svettano nella loro bellezza.
Tratto dall'omonimo romanzo di Azar Nafisi, ha vinto il Premio del Pubblico alla 19° Festa del Cinema di Roma e il Premio speciale della Giuria al cast femminile.
Nafisi sa il valore della Letteratura, leggere significa abituare il proprio cervello a capire.....ad essere autonomi, ad essere liberi.
Un gran bel film!
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