Non ci si può non domandare, dopo aver visto il bellissimo film "Berlinguer - La grande ambizione di Andrea Segre", come sarebbe l'Italia oggi se non fossero morti troppo presto Statisti dallo spessore politico, culturale e umano speciale: Aldo Moro, trucidato dalle Brigate Rosse ed Enrico Berlinguer colpito da un ictus a 62 anni.
Andrea Segre racconta Enrico Berlinguer, interpretato da un superlativo Elio Germano, Segretario del Partito Comunista Italiano,un partito che, negli anni '70, era votato da un italiano su tre, e che arrivò ad essere il secondo partito dopo la Democrazia Cristiana con più del 30% dei voti.
Berlinguer era soprattutto un politico amato dal popolo, ed un intelligentissimo uomo di partito.
Capì che l'Italia non poteva essere spaccata in due, Democrazia Cristiana da una parte e partito Comunista dall'altra, e per questo si avviò al dialogo con Aldo Moro sulla strada del Compromesso Storico.
Ma il film va oltre.
Rivela il diritto alla felicità che Berlinguer sottolineava in una Società libera.
Rivela la forza umana di Berlinguer, la sua umiltà ed il suo mettere gli altri, la collettività davanti a tutti.
Rivela un Berlinguer, marito e padre, amante del mare.
Elio Germano è straordinario nell'interpretare lo stupore del Segretario nel sapere del rapimento di Moro e il dolore indicibile alla notizia della sua morte.
Segre racconta con molta incisività l'atmosfera di quegli anni e il mondo dei collaboratori ed amici che attorniavano il segretario; Pietro Ingrao, Armando Cossutta. Luciano Barca, Tonino Tatò, Ugo Pecchioli.....
Tutti interpretati magnificamente, come Roberto Citran che veste i panni di un Aldo Moro, misurato e intenso.
Uomini che ponevano in primo piano il bene del paese, uomini "educati" , eh sì, colpisce la loro educazione, ed il rispetto, per tutti, anche per l'avversario politico.
Il controllore ferroviario che racconta a Berlinguer in un Congresso a Bologna: " Ma come faccio a fare la multa ad un ragazzo di sedici anni che non ha i soldi per il biglietto? A quell'età bisogna andare in giro per il mondo spensierati....."
E Berlinguer sorridendo: " ma tu gliela hai fatta o no la multa?"
La scena la dice lunga sull'atmosfera di quegli anni.....
Segre ha saputo raccontare l'uomo comune, l'amore per la moglie Letizia, una brava Fabrizia Sacchi, il padre tenero dei quattro figli Bianca, Marco, Laura, Maria ai quali insegna :"da ciascuno secondo le sue capacità a ciascuno secondo i suoi bisogni..".
La frase è di Marx, il "Capitale", ma in realtà non è né destra né di sinistra, e Berlinguer ne da il giusto senso di chi desidera una Società libera e felice, di chi ama il suo prossimo.
La commozione al funerale di Enrico Berlinguer, morto a Padova per un ictus durante un comizio, l'11 giugno 1984, si tocca con mano. Segre ha scelto di chiudere il film con le le immagini traboccanti di Piazza San Giovanni, i visi dolorosi di Ettore Scola, Michelangelo Antonioni, Monica Vitti, Marcello Mastroianni.....lo stupore che li segna come quello della folla immensa e silenziosa che buttava un fiore sulla bara, mostrano l'amore per Enrico Berlinguer, uomo per bene, amato anche dai suoi avversari.
"Berlinguer-La grande ambizione" è stato presentato alla 19° Festa del Cinema di Roma, ed Elio Germano, gigantesco interprete, ha vinto il Premio come Miglior attore Protagonista.
Il film, subito sul podio al terzo posto del Box Office, è ora al 4° posto con 180.050 presenze e un incasso di euro 1.268.661 euro.
Un gran bel film!
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