Le prime nuvole arrivano, a Roma, dopo le calde giornate di sole di novembre.
Nuvolone che però non si decidono, squarci di sole improvviso si fanno avanti.
L'autunno a Roma è cordiale, non arriva all'improvviso, e con delicatezza spinge il calore via con un'aria più fresca.
Mi appoggio alla balaustra del Tevere, l'albero fa una cortina e disegna un quadro.
Vicino a me si fermano alcune persone: due uomini e una donna, capisco che sono amici, e non posso fare a meno di sentire le loro parole, vista la vicinanza.
" E' bello il Tevere...a me è sempre piaciuto...da un'idea di calma...se penso alla vita che facciamo: il lavoro frenetico, sempre di corsa...e poi...appena ci svegliamo prendiamo il telefonino in mano...chissà poi chi ci deve chiamare....." aggiunge sconsolato.
Non posso fare a meno di voltarmi. L'uomo avrà circa 45 anni, bruno, alto, elegante anche se con i jeans ed una felpa: " Lei non trova, signora?" mi chiede con gentilezza.
Nasce una conversazione.
"Mi trova assolutamente d'accordo....io trovo che l'uso dei cellulari abbia un pò rimbambito le persone...."
"Rimbambito?" esclama la donna in compagnia dei due uomini, bella, della stessa età dell'amico, con i capelli biondi che le accarezzano le spalle: " I cellulari hanno proprio bruciato il cervello delle persone, vede i ragazzi, sempre con il telefono in mano... Le sembra normale la violenza degli adolescenti?....Ma anche gli adulti..."
" Ha proprio ragione, io cerco di usarlo il meno possibile..." le rispondo
"Non conosciamo più il piacere di una camminata in silenzio, anzi, sa che che le dico? Ieri sono riuscita a fare una passeggiata...che meraviglia..." Le si illuminano gli occhi di vera gioia.
Il terzo della compagnia è più silenzioso, ascolta, forse è straniero.
Poi, con decisione: " La gente non si ascolta più...ascolta solo il cellulare....che disastro"
"Si bombardano di messaggi...."
"Molto spesso inutili..." aggiunge l'amico.
Mi colpisce la forza pacata delle sue parole, è veramente rammaricato.
La conversazione continua...poi arriva un signore con una bambina per mano.
La donna apre le braccia e solleva la bambina potrà avere una diecina d'anni è mingherlina, con un bel sorriso e gli occhi neri, neri.
La mamma la fa sedere sulla balaustra circondandola con le mani, la bambina arriva a prendere una foglia, sotto lo sguardo attento anche del padre.
La mostra orgogliosa alla madre: "Vedi, sta diventando marrone....è finita l'estate..."
Poi, inaspettatamente, me la porge : " E' autunno!"
Le chiedo come si chiama: "Martina" mi risponde.
"Eh sì è arrivato l'autunno Martina, grazie della foglia..."
"La conservi" mi dice " così non si sciupa...non cade dall'albero e vola via....e poi l'autunno è bello.."
"La conservi" mi dice " così non si sciupa...non cade dall'albero e vola via....e poi l'autunno è bello.."
Certo Martina che la conservo, come la dolcezza di una conversazione improvvisata, che a volte fa parlare i cuori, così, senza schermi.
Ci salutiamo con un'educazione antica: un piccolo cenno della testa degli uomini, una stretta di mano amichevole con la donna.
E' arrivato l'Autunno con la delicatezza di una foglia.
Commenti
Posta un commento