Passa ai contenuti principali

Cari Pongi e Claudio G. Fava....Auguri!

Carissimi Amici, 
prima di tutto : Auguri caro Claudio!
Oggi compi 95 anni e sei con la tua Pongi.
Con i Doretti e gli amici siamo più soli, ma sappiamo che non ci avete lasciato.
La vostra intelligenza, ironia, sapienza, continuano ad essere vive e molto spesso la vostra risata mi segue nel corso della giornata, la vostra capacità di capire la vita, di intuire la vera natura dell'essere umano.
Quì i tempi sono strani.
Sembra che si sia perso un pò il senso della realtà, credo che il parlarsi in continuazione con i telefonini, le videochiamate, abbia quasi annullato il rapporto umano, il mettersi in contatto con l'altra persona, volerla capire, entrare in contatto con la sua anima, voi eravate Maestri in questo...
La Pongi le chiamava "diavolerie", ma non per un salto generazionale, perchè aveva sempre il giusto equilibrio per capire i rapporti umani.
A Luglio sono venuta a Genova.
Gli amici Elena, Lorenzo Doretti mi hanno accolta in un abbraccio che parlava di voi, di amicizia, di famiglia, ma anche di risate, di meraviglie della bella costiera Ligure, di ottimo mangiare, del piacere grande di stare insieme perchè la nostra amicizia, così bella, ce l'avete regalata voi, cari Claudio e Pongi.
E' così intensa e profonda, perchè, come tutte le cose che avete creato, non sono superficiali, ma ha l'armonia e l' acutezza delle tue critiche cinematografiche, caro Claudio ( parlando con amici mi accorgo che sono ancora intatte nella loro mente) dei tuoi libri ( rileggo spesso: "Il mio cinema: da Aldrich a Kubrich vol.1, aspettando il secondo volume) dei tuoi programmi televisivi, delle tue irresistibili imitazioni. Ha la leggerezza e la profondità del tratto dei tuoi disegni, cara Pongi, delle tue pitture, della tua scrittura, dei tuoi libri: "Favole di Framura",  "Le avventure di mare e di terra del gatto Guidetto" sono in bella mostra nella mia casa a dimostrare il tuo grande talento, insieme au tuoi disegni.
Siamo andati anche a Framura, così amata da te Pongi, la targa nel suo cimitero ti ricorda per sempre, insomma siete stati sempre fra noi.
I tempi, come vi dicevo, sono strani.
A volte le persone sembrano avvolte in un vortice che le spinge in un mondo impaurito, saccente, senza la capacità di ridere e sorridere  sugli eventi della vita o di sbrogliare anche i problemi più difficoltosi.
Persone come voi mancano molto.
Genova è una città che amo molto per la sua accoglienza unita alla riservatezza, perchè me la raccontava mio padre che aveva partecipato alla sua Liberazione, e perchè voi me l'avete fatta conoscere ed amare ancora di più con la vostra cultura.
Continuano a farmela amare Lorenzo ed Elena Doretti, a farmi sentire la dolcezza del suo mare, la soavità del suo vento, l'intensità del suo verde, la profondità delle sue origini.
La gita in battello al Porto Antico, appena arrivata a Genova, mi ha parlato di tutto questo.
E mi ha parlato di voi.
Buon Compleanno caro Claudio G. Fava, auguri anche a te Pongi carissima, spero di raccontarvi presto la mia prossima andata a Genova!
 



Commenti

Post popolari in questo blog

Alla riscoperta del grande cinema a Fregene : la casa di Federico Fellini

  Percorriamo in bicicletta, Monica ed io, i vialetti di Fregene, alla ricerca della casa di Federico Fellini e Giulietta Masina, in Via Portovenere. Eccola! C'è un pò di emozione in noi, perchè tutto quello che riguarda il grande Maestro emoziona ed immaginare che, in un periodo della sua vita, abbia vissuto in questa casa, passeggiato nel giardino, pensato i suoi magici film, creato i suoi disegni ci fa muovere quasi con circospezione al di là del cancello, come se il Maestro fosse ancora lì e noi lo potessimo disturbare. Federico Fellini e Giulietta Masina misero su questa casa nel 1961, come racconta la stessa Masina a Costanzo Costantini. La grande coppia si innamorò di Fregene verso la fine degli anni cinquanta e decisero di comprarsi la casa dove trascorsero periodi sempre più lunghi. Diventata troppo piccola, perchè "affollata" dai moltissimi amici del mondo del cinema, nel 1966, comprarono un terreno dove costruirono una grande villa a due piani a Via Volosca 1

Matteo: un giovane "reporter"

Matteo Iacopini ha 15 anni, negli occhi la luce di un'intelligenza vivace, ma anche i barlumi di una fanciullezza appena lasciata : scuri e vivaci, scrutano l'intervistato, pronto ad ascoltare e, se è il caso, a ribattere. Sì perchè Matteo ha una passione, intervistare, raccontare: vuole essere un reporter. Ha cominciato per gioco a 13 anni,  andando con gli amici a Ponte Milvio, anzi a Ponte " Mollo" come lo chiama lui e i "vecchi" romani, quelli proprio "de Roma" e facendo le sue prime interviste. E adesso " per Matteo è diventato un lavoro" mi racconta il padre, l'Avvocato Luca Iacopini, da lui Matteo ha ereditato l'acutezza e la rapidità, ma sicuramente anche la mamma Valentina Temperini ha messo del suo in un figlio così "speciale". Studia, ma quel correre a cercare le curiosità, i pareri dei suoi coetanei  e dei passanti sui più diversi argomenti è diventata la parte centrale della sua vita, Matteo si considera un

BUONA SANITA': cronaca di un intervento chirurgico all'Ospedale Sant'Eugenio

Arrivo all'ospedale Sant'Eugenio di Roma con un po' di timore perché quando si entra negli ospedali non si sa mai quello che si può trovare, troppi episodi di malasanità ci hanno messo sul chi va là ed invece...Mi hanno chiamata per fare le analisi in vista di un intervento all'occhio ( cataratta). Puntuale alle 7.20 ( mi avevano detto 7,30) sono davanti alla stanza 12 del Reparto Oculistica diretto dal Prof. Romolo Appoloni. In un corridoio si aprono le stanze dove veloci e professionali infermiere ti chiamano, dopo averti dato l'apposito numeretto, per il prelievo del sangue, l'elettrocardiogramma e la visita oculistica. Mentre un paziente fa il prelievo, un altro esegue l'elettrocardiogramma e un altro ancora la visita oculistica. Tutto si svolge all'insegna dell'ordine e dell'organizzazione. Alle 8 ero fuori dall'ospedale notando come questa efficienza avesse trasmesso tranquillità, non solo a me, ma a tutti i pazienti, che comunque dov