" Mio padre..."
Così lo chiama Anna, la protagonista del libro bello, appassionato e appassionante di Violette D'Urso, "I ricordi degli altri", edito da Mondadori nella collana "Strade blu".
Non ha un nome.
In realtà un nome ce l'ha : è Luigi D'Urso, il padre che Violette ha perso a sei anni.
Ma il libro lascia ben presto i contorni di un'autobiografia per diventare un vero e proprio romanzo, un racconto.
L'assenza che la morte del padre crea in Anna è totale, questo padre, uomo d'affari, mercante d'arte, elegante, appartenente ad una facoltosa famiglia napoletana di finanzieri, non un papà con "sneakers e jeans", indossa quasi sempre un gran cappello di feltro, la tormenta. Ed allora, cresciuta, Anna va alla ricerca del padre attraverso chi l'ha conosciuto, i luoghi, le città dove ha vissuto, i suoi oggetti personali, taccuini, i vestiti...
Anna cerca, cerca...
Chi è suo padre?
Non ha paura del dolore che a tratti è insopportabile,.
Un padre è un supereroe quando hai sei anni, soprattutto quando ha il passo così felpato, l'eleganza con la quale sembra muoversi nella vita...
A volte Anna inventa: dice che ha perso il padre in prima media a chi non da peso al dolore di una bambina di sei anni " eri troppo piccola, non puoi ricordare", perchè il dolore è li, forte e inequivocabile, perchè non esistono padri perfetti, ma bisogna averli, devono essere lì accanto a te sempre, altrimenti si apre una voragine.
Ed allora Anna va a Roma, a Parigi, a Bologna, a Palermo, a Napoli, dove il padre ha vissuto, dove incontra chi l'ha conosciuto.....
Il lettore incontra pagine bellissime, intense, dove l'Autrice mischia la propria fragilità a quella del padre...
Sì perchè Anna la scopre la verità ed è violenta: il padre faceva uso di droga, l'eroina era entrata nella sua vita ed allora arriva ad odiare quel padre il cui ricordo è un ballo sui suoi piedi, come tutti i bambini del mondo, è sentirsi sicura con le sue mani che ti tengono e ti proteggono, non un padre che si droga.
Ma non si arrende, la ricerca continua...
Tenta di aprire a a colpi di martello il chiavistello di un baule che conserva i suoi scritti, i suoi taccuini e non vi riesce e poi improvvisamente le viene in mente un numero che apre il baule, quasi il padre l'accompagnasse in questa ricerca.
Violette D'Urso racconta, con una scrittura intensa e appassionata, la visita di Anna al Cimitero del Verano a Roma, alla ricerca della tomba di famiglia. Si perde, dimentica le indicazioni richieste, vaga fra le tombe, incontra personaggi, come le fioraie, dipinte con straordinaria bravura.
Bellissime le pagine su Napoli , che descrive con intensa originalità : " Qui si è tenaci: quando si vive su un vulcano bisogna godersi ogni giorno. Napoli aveva vissuto tutte le tragedie eppure continuava ad essere la più allegra delle città che avevo visto"
E forse proprio a Napoli ritrova il padre:
" Questa città mi rendeva consapevole del fatto che non era un eroe nè una brutta persona, era semplicemente napoletano"
Il padre diventa papà.
Azzeccato il titolo "I ricordi degli altri": sono gli altri che permettono ad Anna la ricerca del padre, ma è l'Autrice che con la sua capacità e bravura permette che il quadro sia portato a termine alla perfezione.
Giusto riconoscimento di Erri De Luca:
"Un autoritratto di figlia intenta a risalire il tempo all'indietro. Do il benvenuto nella letteratura ad una scrittrice completa".
Un gran bel libro!
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