La Primavera è così: scrosci di pioggia, poi il sole, una ventata e le nuvole passano veloci, desiderio di crogiolarsi al sole, interrotto da una nuvola più nera, e si punta il naso all'insù aspettando che passi.
Roma regala sempre qualcosa di nuovo.
Quante volte passo per Piazza della Minerva, ma questa volta quel pezzo di cielo, particolarmente azzurro mi fa correre lo sguardo dal famoso elefantino, disegnato dal Bernini nel 1667, poggiato sull'obelisco, fino al sole che illumina e accarezza la Basilica di Santa Maria sopra Minerva, scrigno di bellezze cariche di storia, i dipinti del Beato Angelico, le spoglie di Santa Caterina da Siena, il Monumento Funebre di Maria Raggi sempre Gian Lorenzo Bernini ....
E quello spicchio di sole che sembra voler allargare la luce della piazza mi emoziona e attrae l'attenzione anche di un bambino che si ferma con il suo monopattino e guarda all'insù, socchiudendo gli occhi chiari e mettendo la manina sulla fronte a riparo dalla luce.
Non avrà più di sei anni, ma, riabbassando lo sguardo, si sofferma sull'elefantino e chiede alla mamma perchè l'elefantino sia lì.
Non risponde subito la madre interpellata, quasi a cercare le parole per spiegare al bambino il perchè.
Poi le trova.
" Perchè l'elefante è un animale grande, forte e anche buono se non gli dai fastidio, ed allora chi l'ha realizzato ha pensato che dovremmo essere così anche noi...."
Una spiegazione poetica anche se un pò fantasiosa, ma adatta al bambino che guarda la statua con amicizia e prosegue, quasi più felice, la sua corsa in monopattino.
La luce continua a illuminare la piazza.
Sembra volersi farsi largo per non abbandonare la piazza.
Alcuni turisti sono mollemente seduti sui gradini della Basilica e sotto l'Obelisco.
Si sono tolti giacche e golf . Braccia ancora non abbronzate si scaldano al sole. Una coppia si tiene per mano, anche seduti vicini, con quella stretta vogliono sigillare la loro vicinanza, il loro amore.
Poi la ragazza, con lunghi capelli biondi che le arrivano quasi alla vita, "slaccia" la stretta per arrotolarsi i pantaloni fin sotto il ginocchio e godere del tepore sulle gambe.
Sorridono complici, anzi ridono, avvicinando le teste, chissà cosa si raccontano....è il linguaggio degli innamorati, quello che fa ridere per ogni sfumatura.
A malincuore abbasso lo sguardo dallo spicchio di luce, ma per non abbandonare del tutto la bellezza, mi dirigo verso il Pantheon, Piazza della Rotonda, anche se strapiena di turisti, mi incanta sempre sempre......
Roma è grandiosa, regala quadri a cielo aperto.
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