Un senso di sacralità profondo ti invade entrando nella Chiesa di San Marcello a Via del Corso a Roma.
Ancora di più quando ti avvicini, entrando subito sulla sinistra, all'opera di Salvador Dalì, il "Cristo di San Giovanni della Croce".
Il Cristo, con la testa piegata in avanti, le mani, senza chiodi, a significare un amore grande, non "costretto" dalla forza degli aguzzini, un sacrificio voluto per amore degli uomini, ti fa trattenere subito il respiro.
Il desiderio del Pittore catalano è mostrare un Cristo dalla prospettiva del Padre che lo guarda dall'alto.
Ai piedi del quadro il bozzetto che San Giovanni della Croce realizzò intorno al 1572 e che fu fonte di ispirazione per Dalì.
L'opera è minuscola, racchiusa in un'ampolla e contrasta con la grandezza del quadro rendendo la visione delle due opere magnifica.
Il disegno reliquia è conservato ad Avila, nel Monasterio di La Encarnacion, e proprio ad Avila il Santo carmelitano lo disegnò.
Ai piedi del Cristo di Dalì, dipinto nel 1951, il paesaggio di Port Lligat, dove Dalì viveva e dove ha realizzato l'opera: l'azzurro del mare "pieno" di una luce particolare dà un senso di pace al dramma della croce.
Colpisce il silenzio che avvolge le molte persone che si affollano davanti all'opera.
Mi avvicino, sfioro chi fotografa, il calpestio dei passi si "ammutolisce" vien voglia di camminare in punta di piedi tanto è l'emozione che il quadro trasmette.
Mistero, magia, profonda religiosità sono sentimenti che si intrecciano nel guardare l'opera d'arte.
La Chiesa di San Marcello, del IV secolo, con le sue bellezze ( famoso il Cristo ligneo, che si salvò miracolosamente in un incendio del 1519) rende più profonde queste sensazioni e le allarga come un eco.
I turisti sono molti, eppure il silenzio è potente, anche un bambino giapponese tenuto per mano dai genitori, si azzittisce e si limita a tentare di "scivolare" avanti e indietro con le scarpine sul pavimento.
Una signora, appena avanti a me, si volta e non riesce a trattenere un : "Magnifico"!
Mi sembra di scorgere gli occhi umidi.
E' indefinibile quello che commuove in questa opera d'arte realizzata da un pittore eccentrico, surrealista, dadaista, dotato di uno straordinario talento, eccessivo, ma che ha saputo mantenere quella purezza necessaria a dipingere un quadro così potente.
Esco, con il desiderio di rimanere ancora, di non far sfuggire quell'emozione profonda.
Mi volto ad ammirare ancora una volta la facciata della Chiesa di San Marcello realizzata da Carlo Fontana, quel disegno concavo sembra quasi voler ricordare un abbraccio, un'accoglienza d'amore.
Dietro a me un turista si schiarisce la gola, istintivamente mi volto, scuotendo la testa, in un'italiano stentato dice: " Bello, bello, bellissimo...." mi sorride.
Quello scuotere la testa è il segno di un'emozione troppo forte da trattenere.
L'arte, la bellezza unisce.
Il Cristo di Dalì è custodito al Kelvingrove Art Gallery and Museum a Glasgow che ha permesso l'esposizione a Roma in occasione di alcuni eventi d'arte, " I cieli aperti", in preparazione al Giubileo 2025.
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