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Toxicily

Un film bello e importante "Toxicily" di Francois-Xavier Destors, regista francese e Alfonso Pinto, geologo palermitano.
Il racconto di quello che succede nel triangolo industriale, Priolo, Melilli, Augusta devastato dal petrolchimico si sussegue "affascinante" nella sua drammaticità.
Le immagini dei comignoli e dei fumi che escono dalle ciminiere, alte e affusolate si stagliano nel panorama, sembrano voler promettere qualcosa di buono con le luci serali, quasi simili ad un albero di Natale, in realtà diffondono malattie e morte.
La scritta, tinteggiata di un bell'azzurro sui muri di Augusta, "Cancro o fame" rivela un futuro senza via di uscita per gli abitanti della bella città che racchiude un panorama incantevole.
Destors e Pinto, con sensibilità e bravura, hanno raccolto una serie di testimonianze che raccontano questa tragedia.
L'instancabile Don Palmiro, Arciprete di Augusta, parroco della Chiesa Madre, poi allontanato,  il primo abitante di Augusta che capì la relazione fra quei malefici fumi e la salute degli augustani, il primo che denunciò, che urlò che bisognava bonificare, che il cancro stava devastando la bellissima cittadina, che nascevano bambini malformati da quando il petrolchimico aveva piantato le sue "torri", distrutto giardini, avvolto la città in una nuvola nera.
E poi le donne.....forse più di tutti portano sulla proprio pelle i segni di questa tragedia, perchè continuano a reggere ed accudire famiglie devastate dal cancro, a temere per le loro gravidanze..
Una giovane mamma, con due figli: " se seguissi la mia testa me ne andrei subito con due figli piccoli, ma se seguo il mio cuore rimango: al piano sotto casa mia abitano i miei suoceri che hanno sempre più bisogno di noi....."
Quello che traspare dal film è l'amore per la propria terra, il desiderio di non abbandonarla e la paura di un futuro segnato.
E le testimonianze continuano secche e commoventi, i fumi riempiono lo schermo e allo stesso tempi i bravi registi mostrano il mare, il desiderio di normalità di persone che portandosi una sedia- sdraio sulla riva vogliono goderselo, i bambini che giocano, ma istintivamente non vogliono andare a visitare il petrolchimico, dove il padre lavora, in qualche modo lo associano alla morte, un pensiero troppo grande per un bambino.
La bellissima fotografia inchioda lo spettatore alla sedia, accompagnata da una musica potente che sottolinea la bellezza del film.
La raffineria promette lavoro, in realtà regala morte.
"Ai malati il petrolchimico promette lavoro per figli...." racconta Destors applaudito ( l'applauso si estende ad Alfonso Pinto non presente) con calore al cinema Farnese, che ha permesso la proiezione di questo film a Roma, insieme al Nuovo Cinema Aquila, regista talentuoso e attento ai problemi ambientali e alle tragedie che sconvolgono il pianeta.
Le testimonianze continuano....
Una ragazza dice "Non ho scelto di nascere ad Augusta....è successo....ed allora non bisogna stare zitti...." e la sua bella coda bionda, trattenuta da un elastico, si muove quasi a sottolineare la sua affermazione.
No, non bisogna stare zitti, un plauso a Destors e Pinto e alla loro bravura, a Don Palmiro che denuncia da 40 anni questo dramma, a tutti gli abitanti del siracusano, che vivendo vicino a Siracusa, una delle più belle città del mondo, non si rassegnano al loro dramma.


Un gran bel film!


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