Il mare lo si può guardare, non toccare.
Eppure è lì, azzurro, ma il cartello è perentorio: divieto di balneazione.
Siamo ad Augusta, Siracusa, uno dei più bei panorami italiani si staglia agli occhi del visitatore: l'Etna appoggiato sul mare, tramonti rosso fuoco, colori e fiori che circondano il mare.....eppure.....
Eppure l'inquinamento è lì, come una cappa che attraversa la città, crea malattie, dolore e morte.
E poi c'è Don Palmiro.
Il sacerdote di Augusta continua imperterrito a denunciare, a contare i numeri dei morti di cancro, a raccontare il disastro ambientale, come farà il 20 aprile ad Augusta, nell'evento "Un'immersione nel mare colore veleno" parlandone ancora, come ha raccontato nel bel libro " Il mare colore veleno" di Fabio Lo Verso, a partecipare ad incontri, come, in questi giorni, al convegno : "La dimensione transnazionale dei crimini ambientali: l'Italia e il Mediterraneo allargato- La tutela delle vittime di delitti ambientali", purché si sappia.
Lo hanno messo da parte con scuse non plausibili, ma la sua voce non si azzittisce..
Don Palmiro continua......
Continua a dire che bisogna risanare quell'angolo di Paradiso, che si può fare, che si "deve" fare, che l'illusione del lavoro portato dal petrolchimico è una chimera, perché ci si ammala di cancro per i fumi velenosi che si diffondono, si muore.
I bambini non possono giocare con il mare.
Il 18 aprile uscirà a Palermo il documentario "Toxicily", di Francois-Xavier Destors, regista francese, e Alfonso Pinto, geografo palermitano, poi a Messina, Siracusa, Modica, Giarre, Catania.
Il 21 Aprile a Roma al Nuovo Cinema Aquila e il 22 Aprile al Cinema Farnese.
I due bravi registi raccontano il crimine di massa che si perpetua nel triangolo Augusta, Priolo, Siracusa.
Un film da non perdere.
La sera Don Palmiro risale al Santuario Maria Ss.ma Mater Adornai, dove abita, e volge lo sguardo verso un panorama unico al mondo, e prega e piange una terra amata e distrutta dalla cattiveria e stupidaggine umana.
Ma il giorno dopo si sveglia ed è pronto a lottare contro tutto e tutti perché la vita degli Augustani, come quella di qualunque essere umano, è troppo importante.
Don Palmiro, Arciprete di Augusta, scandiva ogni 28 del mese i morti di cancro nella Chiesa Madre di Augusta, nonostante attacchi di chi non vuole sentire la sua voce, non si rassegna e continua la sua battaglia dal Santuario Adornai.
Commenti
Posta un commento