Passa ai contenuti principali

A occhi aperti

 Il bellissimo libro di Mario Calabresi "A occhi aperti" , edito da Mondadori, è un viaggio nel mondo attraverso la fotografia.
Mario Calabresi, giornalista, Direttore del quotidiano "La Stampa" dal 2009 al 2015,  e "La Repubblica" dal 2016 al 2019, fotografo appassionato, ha "inseguito" ed intervistato i più grandi fotografi del mondo: Steve McCurry, Susan Meiselas , Josef Koudelka, Don McCullin, Elliott Erwitt, Paul Fusco, AlexWebb, Gabriele Basilico, Abbas, Paolo Pellegrin, Letizia Battaglia ( l'unica in realtà che non ha mai intervistata) Sebastiao Salgado.
"Se vuoi essere un fotografo devi guardare molto...." racconta a Calabresi Steve McCurry che ha fotografato le inondazioni monsoniche, le sue foto, in India, nel Bangladesh  hanno un'intensità straordinaria come quella dei pescatori sulle canne di bambù nello Sri Lanka.
Il giornalista guarda e racconta, il fotografo guarda e scatta.
La velocità dello scatto in contrapposizione all'immortalità della foto.
A volte le fotografie richiedono giorni e giorni di appostamenti alla ricerca della luce giusta, del momento giusto, ma poi la bellezza, il dramma, lo sconforto, la gioia diventano un "click" per l'eternità.
Impossibile descrivere la bellezza delle foto raccontate da Mario Calabresi, bisogna leggere il libro, accompagnato dalle foto tutte straordinarie.
La fotografia crea relazioni e amicizie fra chi fotografa e chi  è fotografato che a volte durano una vita. Così è per Susan Meiselas che fotografa pezzi di vita per le strade di NewYork e in Nicaragua, che ha spesso continuato a mantenere rapporti con i soggetti fotografati.
La fotografia condivide.
Mario Calabresi nel suo racconto fa parlare ancora di più le immagini, le rende ancora più vive.
E così si susseguono in un crescendo di emozioni le fotografie di Joseph Koudelka, che raccontò la Primavera di Praga, di Don McCullin, che fotografò la guerra in Vietnam, nell'Irlanda del Nord, a Beirut, la miseria sociale di Bradford.. creando un movimento nelle sue immagini che trasmettono orrore, ma anche stupore, morte e vita, Eliott Erwitt, che immortalò la lacrima di Jacqueline Kennedy al funerale del marito e che, rispondendo  ad una domanda di Calabresi sul valore  della fotografia nell'era digitale, dice:"Tutti possono avere una matita e un pezzo di carta, ma pochi sono i poeti".
"A occhi aperti" trascina nel mondo, racconta momenti epici e comuni della Storia, soprattutto insegna a "guardare", se non si è più capaci di guardare, di vedere il mondo si è spenti, si muore.
Paul Fusco racconta il funerale di Bob Kennedy, quello "vero" quello della gente che rende omaggio alla bara di chi aveva aperto una nuova speranza nei loro cuori ai bordi del binario del treno, ha fotografato la fine di un sogno, ma anche la complessità e la bellezza dell'essere umano che sa sperare e sognare, nonostante i delitti e le brutture della vita.
Spesso la bravura di chi fotografa è nell'attesa.
Saper aspettare è un'arte.
E chi fotografia lo sa bene, come lo sa il giornalista che insegue il pezzo, velocità e pazienza qualità che accomunano il fotografo ed il giornalista.
Guardare, guardare, guardare....
E Alex Webb realizza la magnifica fotografia che Mario Calabresi ha scelto per la copertina del libro.
A San Ysidro in California, l'arresto di due messicani al confine fra il Messico e l'America che  rivela una società meno violenta, perchè " Non sembra un arresto violento.. E' un'immagine di qiegli anni, che oggi non esiste più..." sottolinea il fotografo.
E  si continua a viaggiare nel mondo con Gabriele Basilico a Beirut, in Normandia il fotografo ci regala la meraviglia dello spazio, il senso della libertà, e poi Abbas che con le sue immagini dall'Iran, mischia orrore e dolcezza con rara capacità e sensibilità.
E si viaggia si viaggia...
Paolo Pellegrin ci regala la meravigliosa bambina in Libano che con gli occhi inchioda i "grandi" sul perchè della guerra...
" C'e una fotografa che non ho mai conosciuto, ma che ha fatto la differenza nella mia vita ....una donna che ha usato la sua macchina fotografica come strumento sociale di impegno sociale, come arma da combattere uno dei poteri più oscuri e sanguinari della nostra Storia....." dice Mario Calabresi, sta parlando di Letizia Battaglia e della sua lotta alla mafia con le indimenticabili foto dei morti di mafia, una per tutte l'incredibile scatto di Piersanti Mattarella morto, tra le braccia del fratello Sergio a Palermo nel 1980.
Si continua il viaggio...
 L'Africa di Sebastiao Salgado ci avvolge: la Tanzania dolorosa e luminosa nel bianco e nero scelto dal fotografo che rivela : "Io scrivo con la macchina fotografica, è la lingua che ho scelto per esprimermi e la fotografia è tutta la mia vita....Non penso troppo alla luce ...il mio stile è dentro di me e quella luce è quella del Brasile che porto dentro di me da quando sono nato."
Chi conosce il Brasile sa che è proprio così: una luce indimenticabile
Scrittura e fotografia un linguaggio strettamente connesso.
Leggiamo "A occhi aperti" e leggiamo la Storia, le immagini scorrono, Mario Calabresi, scrive e "fotografa" le fotografie, racconta le meraviglie del mondo anche con i suoi orrori, ci incita a tenere gli occhi ben aperti!

Un gran bel libro!



Commenti

Post popolari in questo blog

Le canzoni di Augusto Forin

 La musica smuove sentimenti che a volte teniamo quasi nascosti nella nostra anima. Fa tornare a galla emozioni dimenticate, sensazioni sconosciute, lacrime e sorrisi.... Le canzoni di Augusto Forin, fondatore, insieme alla compagna Patrizia Biaghetti del movimento culturale "Agitatori Culturali Irrequieti Gian dei Brughi", hanno un calore speciale. Perchè dietro alla poesia dei testi, alla bellezza della musica, c'è  non solo un musicista, un poeta, ma un uomo speciale. Dovrei dire " c'era", perchè Augusto se ne è andato troppo presto, a 66 anni, alla fine dell'anno scorso. Ma quando nella cassetta della posta ho trovato il CD "Aspirina Metafisica" , un regalo inaspettato, ascoltandolo ho sentito il calore non solo della buona musica, ma di una persona perbene, che guardava alla vita con amore e con la profondità di chi ama gli altri raccontando la vita di ogni giorno. "Amanti distratti" e poi "Scusa"...."Come le bugie

Alla riscoperta del grande cinema a Fregene : la casa di Federico Fellini

  Percorriamo in bicicletta, Monica ed io, i vialetti di Fregene, alla ricerca della casa di Federico Fellini e Giulietta Masina, in Via Portovenere. Eccola! C'è un pò di emozione in noi, perchè tutto quello che riguarda il grande Maestro emoziona ed immaginare che, in un periodo della sua vita, abbia vissuto in questa casa, passeggiato nel giardino, pensato i suoi magici film, creato i suoi disegni ci fa muovere quasi con circospezione al di là del cancello, come se il Maestro fosse ancora lì e noi lo potessimo disturbare. Federico Fellini e Giulietta Masina misero su questa casa nel 1961, come racconta la stessa Masina a Costanzo Costantini. La grande coppia si innamorò di Fregene verso la fine degli anni cinquanta e decisero di comprarsi la casa dove trascorsero periodi sempre più lunghi. Diventata troppo piccola, perchè "affollata" dai moltissimi amici del mondo del cinema, nel 1966, comprarono un terreno dove costruirono una grande villa a due piani a Via Volosca 1

Mariella Arnulfo: la cultura in banca

Rivedo la Dott.ssa Mariella Arnulfo in una tiepida mattinata romana a Porta S. Pancrazio. Roma sa regalare un cielo azzurro, un'aria ancora incerta fra la Primavera e qualche residuo di inverno,  rendendo l'incontro ancora più piacevole. La Dott.ssa Arnulfo è stata Direttrice della sede Rai2 di Unicredit e la sua particolarità, ogni volta che entrava qualcuno, era l'accoglienza. Il sorriso aperto, lo sguardo chiaro e diretto rendevano a ciascuno di noi, che usufruivamo della sua competenza, più piacevoli e avvicinabili  i "misteri" bancari.Sembra che in lei ci sia una perfetta fusione di un padre piemontese e una madre siciliana: rigore e solarità. Era, ed è, amica di tutti. Da due anni in pensione ha mantenuto la sua leggerezza che accompagna la profonda carica umana. L'altro per lei è qualcuno da scoprire, al quale attingere, creare un rapporto umano l'attrae più che essere, come è stata, una perfetta e brava Direttrice di banca. I numeri, con i quali ha