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"Cuori in piena"

 "Cuori in piena" il bel libro di Alessio Torino, edito da Mondadori, racconta lo "sguardo" dei ragazzi sugli adulti, su quel mondo così difficile da comprendere per gli adolescenti, ma non solo, racconta di emozioni, di vita.
 E' un libro accompagnato dai "suoni": quello del fiume Burano, quello delle biciclette, quello della giostra...
Vivere la propria adolescenza non è facile  così come spesso è difficile mettere a fuoco, per i grandi, lo sguardo  verso i  ragazzi....
Corsi ha dodici anni, le sue vacanze a Pieve Lanterna, un borgo dell'Appennino umbro-marchigiano, sono sempre agognate, ma quell'anno il padre gli mette un veto: non deve tuffarsi alle Caldare, punto di incontro dei giovani del fiume dove l'anno prima è morto il figlio di Arcangelo Gori, Andrea.
E' difficile per Corsi giurare..ma lo "sguardo" paterno lo induce a farlo.
Le vacanze a casa della nonna sono per lui l'occasione di rivedere gli amici  Giorgio Angrandi e Achille Spada, è con loro che scorazza in bicicletta, lungo le rive del fiume. La lettura del libro  è cadenzata e resa ancora più piacevole, dal rumore dei raggi della ruota, da quel particolare suono di ferraglia che fanno le biciclette quando vengono accatastate l'una sull'altra, dallo stridio dei freni e anche dal vento che avvolge le loro facce, perchè il vento in bicicletta è particolare, non è mai troppo forte, ti diverti a domarlo per farti accarezzare....
Il libro parla di amicizia e di amore: l'amicizia indissolubile fra ragazzi, quella che, quando continui a viverla da adulto,  sei la persona più fortunata del mondo.
Per Corsi è la stagione dell'amore e si innamora perdutamente di Céline, arrivata dal Belgio con la cugina Federica, le " BeNeLux" come vengono chiamate dai ragazzi..
E poi ci sono i padri, spicca Arcangelo Gori....il padre del ragazzo morto nel fiume che per il troppo dolore diventa " strano"..
L'avvelenamento di Asha, il cane di Giorgio con la metaldeide, un veleno per lumache, aggiunge un "brivido giallo", anche se doloroso, al bel libro.
L'estate si srotola con i primi approcci di Corsi a Cèline, protetti e sostenuti dagli amici, con l'emozione senza nome delle mani intrecciate e del primo bacio.
Ma è anche l'estate dove è difficile lasciare l'infanzia:
" ...Mi aveva preso la mano come se fossi ancora un bambino, quello che mio padre sosteneva che non ero più. Quanto mi sarei vergognato se ci fossero stati Giorgio e Achille Spada. Dalla mano di una ragazza a quella della nonna. E mi vergognai lo stesso, anche se incontrammo soltanto alcune vecchiette...." racconta così l'autore, con particolare vivezza e poesia, la visita al cimitero di Corsi con la nonna Vera.
Corsi è un ragazzino intelligente, vuole capire, ha sentito l'urlo di dolore di Arcangelo, mischiato ai Fuochi d'artificio della Festa di Ferragosto,  un grido di un' anima straziata  e lo va a cercare nella Cava Rossa, dove si rifugia a dormire,  va a "vedere" quel dolore immenso, chi era stato Arcangelo da giovane, quando era amico del padre e dei padri dei suoi amici?
E il fiume scorre lungo tutto il libro con il suo "suono", che a volte diventa fragore, compagno dei ragazzi, dei loro tuffi, del loro divertimento, del loro crescere.
Padri e figli, storie intrecciate, ma soprattutto un rara capacità dell'autore di descrivere emozioni, sensazioni degli adolescenti e che sembra allontanare quello che dice Arcangelo, sopraffatto dal suo dolore:
"...il mondo si divide in vittime e carnefici...."


Un gran bel libro!




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