Messina-NewYork-Napoli: le tre città protagoniste di "La donna che visse nelle città di mare", di Marosella Di Francia e Daniela Mastrocinque, edito da Giunti.
E poi c'è lei Costanza Andaloro, la protagonista affascinante di questo romanzo.
Costanza, con i suoi capelli fra il rame e il biondo, gli occhi azzurri ed il fisico snello si affaccia alla vita portando con se un temperamento vivace e anticonformista.
Siamo nel 1904 a Messina, dove Costanza vive alla Palazzata, un famoso e magnifico complesso di edifici che guardano il mare, con il padre medico, la madre amorevole Agata, il fratello Ruggero e il piccolo Guglielmo al quale lei fa quasi da mamma.
Ama disegnare figurini di moda e camminare.
Cammina per le strade di Messina, poi in quelle di New York e in fine in quelle di Napoli, perchè nulla come il camminare rende liberi: guardare, imparare, far scorrere i propri pensieri finchè prendono la "forma" giusta.
E poi cè il mare nella vita di Costanza, perchè " il mare è di tutti quelli che lo sanno ad ascoltare...." come ricordano le autrici citando "I Malavoglia" di Verga, all'inizio del romanzo.
Costanza, giovanissima, incontra l'amore in Alfonso, ma una tragedia familiare improvvisa, ferma per sempre questa felicità.
Con il suo carico di dolore parte per NewYork, invitata da parenti, per cercare un sollievo alla sua anima martoriata.
E ci riesce con l'odore del mare, la protezione dell'amicizia, la sua vitalità.
Cadere e rinascere, una costante nella vita di Costanza che, mentre sta per rientrare a Messina, viene colpita da un'altra terribile tragedia: la notizia del terremoto di Messina del 1908 che distrugge la sua città e la sua famiglia...
Il romanzo è intervallato da pagine del diario di Costanza che rendono la lettura più avvincente, accompagnata da una scrittura ricca di dettagli creando personaggi particolareggiatissimi e pieni di fascino: dalla famiglia, ad Alfonso, a zia Giustina, perno della famiglia Andaloro, a Pietro il musicista, a Giuseppina l'amica del cuore, fino a Clementina, la fedele domestica.....
Costanza cerca di nuovo l'amore, ma è soprattutto la sua passione che la salva: disegnare figurini, la Sartoria.
E il rumore della macchina da cucire, dolce e continuo, attraversa tutto il libro in sottofondo, come una colonna sonora.
Ancora una città di mare per Costanza: Napoli dove la sua passione per il lavoro si trasforma in successo, ma anche nella città solare non le vengono risparmiati dolori.
Ho letto il libro lasciandolo, in alcuni momenti, qualche ora in più del dovuto sul comodino, perchè volevo continuare ad assaporare l'intensità dei personaggi, trattenerli per un tempo più lungo con me....
Sarà Lucilla, alla ricerca della bisnonna Costanza, della quale sa poco o niente, a riuscire a delineare, nell'ultima parte del libro, attraverso una serie di "coincidenze", la forte personalità della bisnonna.
Una frase citata da un personaggio minore del libro, Rosalia Tornatore rivela il senso di questo bellissima storia... " Non si può mai attraversare l'oceano se non si ha il coraggio di perdere di vista la riva...."
E la forza di Costanza entusiasma, così come il senso circolare della vita.
I desideri della famiglia si esaudiscono nel tempo ....
Un gran bel libro!
Gentile Risellina, ti ringrazio della tua bella recensione. Sei riuscita a cogliere aspetti che per certi versi nemmeno noi ci eravamo rese conto di avere esplicitato. Quando è così è molto bello e te ne siamo grate
RispondiEliminaGrazie a te e a Daniela Mastrocinque per avermi fatto leggere un così bel romanzo!
RispondiEliminaGrazie anche da parte mia.
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