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L' "Esercito" dei Fisioterapisti del San Raffaele Portuense di Roma

La tuta dei pantaloni rosso scura, la maglietta bianca, la felpa blu o bianca, i Fisioterapisti del San Raffaele si muovono con eleganza e precisione nella palestra.
Le loro "armi" sono le mani.
Massaggiano, "stirano" gambe e braccia, sembrano conoscere ogni segreto del corpo umano, per rimettere in piedi il paziente, dopo un'operazione, una caduta, una malattia.
E ci riescono. 
Improvvisamente, quella gamba che sembrava ancora "non tua" diventa leggera, perfettamente in sintonia con l'altra, il passo prende sicurezza e velocità....ti sembra di avviarti verso una nuova vita.
Scendendo in palestra vengo accolta da Alessandra Cecchetti, la mia fisioterapista. 
La sua solarità, la sua bravura e la sua intelligenza rendono la terapia, a volte faticosa, un momento di incontro. Perchè è nella loro natura non solo curarti il muscolo, ma guardarti dentro.
Lo sguardo fermo, onesto, diretto di Alessandra ti apre al conoscersi, vuole sapere, vuole capire, non sei solo un corpo bisognoso di cure, ma un'anima e una personalità che accompagna il suo lavoro.
Ma non vengo solo accolta da Alessandra che crea intorno a te una famiglia.
Una catena di Fisioterapisti, ognuno con il suo paziente, intento al proprio lavoro ti avvolge, con le loro battute ed allegria, che rende più profonda la loro professionalità,  in un silenzioso messaggio : " noi siamo quì perchè tu guarisca".
Scegliere un mestiere così delicato presuppone un'attenzione ed un amore verso gli altri senza il quale non è possibile la bravura, l'atmosfera che si crea: il racconto di chi è appassionato di ballo, la battuta di chi ha mal di schiena " curiamo gli altri e non noi....",  alle mie scuse per una manovra scorretta con la carrozzina che sfiora uno di loro : "non ti preoccupare un incidente sul lavoro, mi farebbe stare qualche giorno a casa", la capacità di "giocare" come solo dei professionisti veri sanno fare, aiuta a guarire in fretta.
Eccolo l'"Esercito". 
Marciano compatti, nascondono la loro fatica presentandoti la quotidianità della vita, condividono la tua gioia quando abbandoni carrozzina o deambulatore, sono sicura che quando mi vedranno uscire dalla soglia con le mie gambe, pur continuando a fare il loro lavoro e senza mostrare il giusto orgoglio, perchè  possiedono la "normalità" che nasconde l'eccellenza,  che è sempre presente nei loro gesti e parole, penseranno: " ce l'abbiamo fatta anche questa volta".
Ed io mi avvierò sicura, perchè quell' "Esercito" senza armi, tranne l'attenzione verso l'altro,  mi accompagnerà con la sua professionalità, bravura e intensità propria delle persone speciali.






Commenti

  1. Grazie Rosy per queste splendide parole. ❤️

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  2. Grazie a te Tiziana per la tua professionalità ed allegria
    Rosellina

    RispondiElimina
  3. Grazie a te Ale per la persona speciale che sei
    Rimani sempre così!
    Rosellina

    RispondiElimina
  4. Questo bellissimo articolo ci fa vedere che ancora c’è un po’ di umanità nelle persone e che la sanità forse un po’ funziona.
    Rosellina leggendo si sente che è scritto con il cuore😊. Anna Paola

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    Risposte
    1. Grazie mille Paola, credo che sia importante far conoscere le cose belle e tu l'hai colto!

      Elimina

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