Adriana Faranda, la brigatista che esulta di fronte alla riuscita del rapimento di Aldo Moro e piange vedendo in televisione il funerale delle scorta.
Valerio Morucci, brigatista, in uno sfogo alla compagna Faranda, si rivela non più tanto convinto delle scelte fatte.
Farneticazioni delle Brigate rosse, non solo dei due Faranda/Morucci, che parlano di una rivoluzione proletaria e chiedono un riconoscimento pubblico della loro esistenza.
Così si apre il primo dei 3 episodi di Esterno Notte, parte 2, che concludono l'intenso film di Marco Bellocchio, catapultando lo spettatore in un periodo storico da insegnare nelle scuole, da parlarne più di quanto se ne parli, per capire non solo la storia, ma la complessità dell'essere umano, capace di sfociare in violenza assurda, quando la confusione sulla parola rivoluzione è totale.
Il primo episodio racconta il rapimento Moro visto dalla parte dei brigatisti con le incongruenze che hanno accompagnato questo doloroso e tragico avvenimento, che a volte sembra guidato dalla casualità.
Il secondo episodio è centrato sulla figura di Eleonora Moro, interpretato con bravura da Margherita Buy.
Ed anche qui, il personale si mischia al politico.
Eleonora Moro che si sente poco amata dal marito Aldo, come dice confessandosi al prete che tenta di scusare il Presidente della poca attenzione verso la moglie con il suo oneroso impegno politico e rileva che lei non gli prepara la cena: problemi di una normale coppia, dietro la Storia....
Bellocchio rende il dramma della famiglia con la "semplicità" insita nei dolori profondi.
I tentativi di " Norina" di salvare il marito, la solitudine, l'impotenza di fronte al muro della politica delle sue ragioni che fanno soccombere l'uomo, il marito, il padre amoroso, il nonno, il grande statista, ritraggono una donna che non si piega, che sfida il potere fino a chiudersi nel suo dolore carico di sprezzante distacco.
La terza parte, conclusiva del dramma, le ultime convulse trattative, l'abbandono della Democrazia Cristiana, con l'apice delle ultime ore di Aldo Moro, visitato dal confessore nel covo delle Brigate Rosse, scoperto in seguito in Via Montalcini, che accusa i suoi "amici" democristiani di averlo abbandonato, è un capolavoro di recitazione di Fabrizio Gifuni, e ancora una volta è la tragicommedia dell'essere umano, la sua doppiezza, la sua "disonestà intellettuale" ad essere descritta con profondità da Bellocchio.
Bravi tutti: il grande Toni Servillo, Paolo VI, Fausto Contri, Giulio Andreotti, Gigio Alberti, Benigno Zaccagnini, Fausto Russo Alesi, Francesco Cossiga Daniela Marra, Adriana Faranda, Gabriel Montesi, Valerio Morucci, Pier Giorgio Bellocchio, Domenico Spinella, capo della Digos, Bruno Cariello, Don Giuseppe....
Bellissime le musiche che sottolineano, nei momenti opportuni, la drammaticità del film, firma la colonna sonora il compositore Fabio Massimo Capogrosso.
Presentato al Festival di Cannes, distribuito dall'ottima Lucky Red, il film commuove, emoziona, fa riflettere....
Un gran bel film!
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