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Augusta e il coraggio di Don Palmiro

Il bel mare di Augusta infrange le sue onde con forza sul molo, quasi un urlo a raccontare la sofferenza di una città....
Augusta incanta per la bellezza della sua antichità, la Chiesa Madre svetta con imponenza, ricostruita dopo il terremoto del 1693, parla di speranza, ma anche di sofferenza, la gente entra silenziosa, con dignità, portando un carico a volte troppo pesante e quando scorgi i fumi neri  del petrolchimico che "sporcano" il cielo, il mare, la gente della città, capisci che Augusta è una città segnata dall'inquinamento, i danni a persone e cose sono incalcolabili...
Don Palmiro per molti anni  parroco della Chiesa Madre, con la sua serenità, il suo coraggio, la sua forza di non tacere, il desiderio di aiutare gli altri, la sua caparbietà, lotta per far conoscere al mondo le condizioni di Augusta, ma adesso Don Palmiro è stato sollevato dal suo incarico....


Rm Don Palmiro, cosa sta succedendo ad Augusta?
Dp Augusta è una città che da settanta anni sta vivendo , nel silenzio e nell'indifferenza istituzionale, una situazione di grave sofferenza sia a livello umano sia a livello ambientale.
Possiamo annoverare Augusta nell'elenco di quelle località italiane ( Seveso, Cengio, Porto Marghera, Taranto....) dove l'inquinamento ha manifestato e manifesta tuttora gli effetti più nocivi sull' ambiente e salute.
La gravità della situazione è accertata da vari decenni: il 30 novembre 1990 ci fu la dichiarazione di aerea ad elevato rischio ambientale ( 14 giorni dopo questa dichiarazione Augusta fu devastata da un forte terremoto su cui ha gravato il "silenzio di stato" per tutelare i grandi interessi economici del petrolchimico e dello Stato), nel 1998 ci fu il riconoscimento di area SIN ( Sito di Interesse Nazionale) ma senza i benefici legati al riconoscimento: bonifiche e interventi di tutela alla salute. Alla fine degli anni settanta la situazione era pesante: mortalità per cancro, nascite malformate, ricorrenti morie di pesci erano chiari ed evidenti indicatori di un disastro. Gli anni ottanta culminarono con un evento mai accaduto in Italia: la distruzione di Marina di Melilli, un intero centro abitato accanto al quale era stata installata dal petroliere Garrone l'ultima grande raffineria quando già il territorio era saturo ed esisteva la direttiva " post Seveso".
Rm Cosa significa per lei essere rimosso da Arciprete della Chiesa Madre di Augusta?
Dp  Ho seguito le vicende del mio territorio sin da quando sono stato ordinato sacerdote, ma solo nel 1985 sono sceso direttamente in campo. Nel frattempo anche la mia famiglia veniva toccata dalle conseguenze dell'inquinamento: due nipoti malformati e altri due non sopravvissuti alla nascita, numerosi casi di cancro tra i miei parenti. Nel ruolo di parroco devo anche celebrare i funerali: almeno uno su due o tre su cinque sono morti di cancro. Oggi, purtroppo si è aggiunto anche il Covid.
Anche se nessuno della gerarchia ecclesiastica lo ammetterà mai, il mio impegno in difesa della vita, contro l'inquinamento ha certamente dato fastidio  a chi aveva impiantato le fabbriche inquinanti ad Augusta. Come prete non potevo subire ricatti e sono diventato, mio malgrado, una voce scomoda ma coerente con i valori cristiani che, per via del mio ministero, devo annunciare.
Ci sono stati vari tentativi negli anni scorsi, 2015- 2016, di costringermi alle dimissioni, ma non sono andati in porto. Purtroppo adesso ci sono riusciti, la vicenda nasconde retroscena inquietanti. Il nuovo vescovo, proveniente da tutt'altra zona della Sicilia, in piena pandemia, senza neanche aver avuto il tempo di conoscermi, forse "pressato" da una controparte identificabile, lo ha fatto. Ho impugnato il decreto di rimozione perchè sono convinto che sia un atto ingiusto, e per di più nessuna delle accuse formulate nei miei confronti è stata mai provata  testimonialmente nelle sedi preposte.
Se la mia rimozione da parroco fosse collegata non a motivi pastorali, ma ad altre motivazioni sociali e politiche, equivarrebbe a dire che ho fatto bene il mio dovere, in piena sintonia con la Chiesa che difende la Vita, ma per la Chiesa locale sarebbe uno "sbandamento", soprattutto dopo la pubblicazione dell'enciclica "Laudato sii" di Papa Francesco e il documento dei vescovi siciliani del 2005 "Lavoro e salvaguardia del creato in Sicilia".
Rm Don Palmiro ha sempre voluto fare il prete?
Dp Questa scelta l'ho fatta quando ero ancora molto giovane, è stata una scelta controcorrente perchè la mia famiglia non era praticante e per certi aspetti anche contraria alla alla Chiesa, ma Dio ama le sorprese e quando ti dona la vocazione non puoi non accettarla. Sul risultato finale di questo mio cammino, molti pensavano che non sarei riuscito a concluderlo, invece sono prete ormai da 42 anni. Riconosco che sono un prete al di fuori degli schemi comuni che vorrebbero i preti confinanti nelle sacrestie a pensare solo alle cose interne della Chiesa.
Un vero prete, spinto dall'amore di Dio, si dona ai fratelli condividendone vita, gioie, dolori, angosce, speranze.  Ci vuole coerenza : c'è un comandamento che dice : "non uccidere", perchè dovrei gridare in difesa della vita solo contro l'aborto e non contro l'inquinamento? Anche l'inquinamento uccide. La vita e la salute per i credenti sono doni di Dio e vanno difesi.
Rm La sua battaglia contro l'inquinamento è nota in tutta Italia, anzi nel mondo, quanto coraggio ci vuole ad affrontare questa battaglia?
Dp La situazione ad Augusta e dintorni richiede non solo tantissimo coraggio, ma occorre una competenza in materia. Nel 1988, fondando il Comitato "Augusta vuole vivere" ho coinvolto in questa battaglia persone competenti: medici, docenti universitari, professionisti seri che credevano in un futuro migliore per il nostro territorio, capaci di interloquire alla pari con le istituzioni a tutti i livelli. I nostri avversari erano poteri forti, soprattutto economicamente, molto abili ad usare l'arma del ricatto occupazionale, capaci perfino di orientare l'informazione, ma nel mio e nel nostro piccolo, abbiamo fatto capire loro che eravamo uomini liberi ed intellettualmente onesti e che non temevamo le minacce.
Rm Ogni 28 del mese lei fa un elenco dei morti di cancro ad Augusta....
Dp Purtroppo cancro e covid sembrano essersi alleati per annientare questa mia città. Ad Augusta c'è almeno un caso di cancro in ogni famiglia, oggi un abitante su quattro è a rischio cancro. 
Augusta conta oggi circa 36.000 abitanti. Novemila potenziali vittime sono numeri da strage. La mia ormai famosa lista, che ogni 28 del mese leggo solo parzialmente non è un registro tumori parallelo a quello ufficiale, l'ho fermata a circa 1300 nominativi: sono tanti, non tutti. La lista è tuttora esposta nella Chiesa Madre con il nome e cognome, la tipologia di tumore, età della morte e attività svolta in vita. I nominativi mi sono stati forniti dai familiari dei morti di cancro, questi dati però non coprono  tutto il territorio cittadino e neanche l'arco di tempo del cosiddetto sviluppo industriale.
E' solo la punta dell'iceberg di questa strage silenziosa.
Rm Don Palmiro cosa è la libertà?
Dp E' la capacità di resistere e lottare contro ogni ingiustizia di fronte ad un avversario che si ritiene forte solo perchè ha il potere e la forza del denaro, è la forza di dire no ad un superiore che usa il mobbing e il ricatto, è il prendere le distanze anche da chi come "amico" ti suggerisce di adeguarti al sistema o ti invita al compromesso. Libertà è quello che ho sperimentato nel marzo 1990 quando sono uscito da un tribunale dove ero comparso come sacerdote con l'accusa di aver turbato l'ordine pubblico per la diffusione di alcuni volantini riguardanti la vicenda delle cosidette "navi dei veleni" accaduta nell'estate 1988.
Libertà è difendere la  verità anche quando rimani solo, ma coerente con i valori che insegni e testimoni.
Rm Lei ha ricevuto il 10 dicembre 2021, a Roma, all'Ara Pacis, il Premio CIDU, premio annuale per i Diritti Umani che il Ministero degi Affari Esteri e della cooperazione internazionale assegna a chi si è contraddistinto nella tutela e promozione dei  diritti umani: una grande soddisfazione e riconoscimento. Come ha accolto questo "incoronamento" al suo impegno, al suo lavoro continuo e quotidiano?
Dp Un premio inaspettato e di cui ignoravo perfino l'esistenza. Quando sette anni fa concorsi per il premio Nenni fui votato da una giuria popolare, era un "premio dal basso", questa volta è stato un "premio dall'alto" perchè proposto da insigni personalità dello Stato, della cultura, della politica, ed è arrivato proprio in un momento in cui ero stato persino accusato di "avere perso la stima" della società civile.
Non avrei mai pensato che il mio impegno sociale fosse notato così in alto. All'atto della consegna del premio venivo ringraziato per il mio impegno, ho deviato l'attenzione su un altro concetto: vorrei essere io a dare un premio a chi riuscirà a sconfiggere l'inquinamento nel mio territorio e ringraziare chi riuscirà a far sì che lavoro e salute non siano due valori opposti, ma complementari.
Rm Don Palmiro ha mai avuto momenti di sconforto?
Dp Paradossalmente è stato proprio lo sconforto a spingermi all'azione: di fronte alla sofferenza della mia gente, di fronte ai tanti appelli a cui le istituzioni non rispondevano non potevo rimanere indifferente nè come uomo nè tantomeno come prete . Di fronte ad una palese violazione dei diritti sanciti dalla Costituzione si può tacere, ci si può rassegnare?
Talvolta chi si è caricato dei problemi di una comunità è stato definito "voce di chi non ha voce", i profeti sono un esempio, ma tutta la Chiesa diventa profeta quando leva la sua voce in difesa dei deboli.
E' questa la vera Chiesa, quella in cui mi riconosco. E' ovvio che chi fa tale scelta rischia. La fede però ti fa credere che la persecuzione procura la beatitudine.
Rm La sua lotta contro l'inquinamento ha prodotto effetti positivi?
Dp Il polo petrolchimico Augusta-Priolo- Melilli si estende su un'aerea vastissima occupando tutta la costa che va da Augusta a Siracusa: 42 kmq sulla terraferma e poi sul mare. La sola rada di Augusta è estesa per altri 32 kmq: come si fa a controllare dall'esterno un territorio così vasto con una miriade di stabilimenti addossati, dove con grande furbizia in caso di incidente non vengono fornite  complete informazioni alla popolazione ed in caso di inquinamento la colpa è sempre dell'altro?
A noi non rimane che essere "sentinelle" in questa lotta continua contro l'inquinamento. La nostra interlocuzione con le aziende, gli organismi di controllo e le istituzioni ( Magistratura compresa), come persone e gruppi, certamente un risultato lo ha prodotto: non puoi fare più quello che facevi prima, esiste un Comitato cittadino, abbastanza agguerrito che non consente più loro di farla franca. Purtroppo, talvolta, neanche la Magistratura, interpellata per la vicenda, riesce a contrastare il potere ricattatorio delle lobby.
Ad ogni modo l'aspetto più positivo è che la popolazione non nega più ed ha la consapevolezza che l'inquinamento esiste....Ma quando la popolazione dovrebbe scendere in campo a tutela del diritto alla vita, alla salute ad un lavoro pulito, si tira indietro perchè il petrolchimico è l'unica grande risorsa lavorativa che esiste sul territorio. Non essendoci alternative china la testa per un pezzo di pane avvelenato.
Rm Don Palmiro è possibile un mondo migliore? Quello che la religione cristiana e Papa Francesco auspicano?
Dp " Dio vide tutto ciò che aveva fatto di buono e lo benedisse..." ( libro della Genesi)
La Natura di recente, con i suoi stravolgimenti ci ha dato chiari ed inequivocabili segnali: il nostro pianeta, la nostra casa comune rischia di imboccare una strada senza ritorno che danneggerà sia i colpevoli che le vittime. L'enciclica del Papa ne prende atto. 
Un mondo migliore sì, ma se l'uomo rinunciasse al suo egoismo, al suo atteggiamento avido e predatorio nei confronti delle risorse del pianeta, al finto benessere singolo o collettivo da raggiungere ad ogni costo.
Un mondo migliore è certamente possibile, ma nell'amore vero nei riguardi non solo della terra, ma di quanto e quanti esistano in essa.
In questo impegno, i cristiani in particolare, hanno grandi responsabilità a tutti i livelli, in ogni luogo ed ad ogni età.
Ci auguriamo che le nuove generazioni possano dirci grazie (e non maledirci) per quello che abbiamo loro lasciato.
 



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