Passa ai contenuti principali

Cronaca Somministrazione Vaccino Anticovid Ospedale Lazzaro Spallanzani

Borbotto mentre mi dirigo verso l'Ospedale Lazzaro Spallanzani per la terza dose di vaccino anticovid.
La giornata è magnifica, un cielo di un azzurro intenso spalanca la giornata a cose piacevoli: " possibile" continuo a borbottare " che in questa giornata di sole devo andare a vaccinarmi ancora?" So che è giusto.. ma il desiderio di godermi la giornata, mi rende riottosa...
Entro all' Ospedale, un gentile signore di guardia all'entrata mi saluta con garbo, percorro il vialetto verso il Centro vaccinale, una signorina seduta al tavolo mi porge un foglio : " a destra troverà un infermiere e la penna...." Un primo segnale che comincia a far cessare il borbottio dentro di me.
La penna è sul tavolo che mi aspetta : una vecchia "bic"... esistono ancora!  La cosa mi fa sorridere. L'infermiere me la porge e con un sorriso mi prega solo di ridargliela: " c'è chi si dimentica di farlo" e continua nel suo lavoro: sta aiutando una persona in difficoltà a riempire il foglio...
E' tutto molto tranquillo...Alcune signore si scambiano informazioni e notizie, una dice all'altra: " mah!  Chi non si è vaccinato, non capisce il pericolo che corre??? Sono pericolosi anche per noi che il vaccino lo facciamo..."
Entro nel corridoio che porta alla sala dei vaccini, un ragazzo sorridente al computer mi chiede il cognome e fa per indicarmi la strada della sala, ma una ragazza, con gli occhi scuri lucenti e una gentilezza non formale mi viene incontro e dice al collega: " l'accompagno io la signora.."
 Il borbottio si è quasi silenziato.... Un altro giovane ragazzo mi chiede la tessera sanitaria e mi dice di accomodarmi nella poltrona blu alla quarta fila.. Mentre  cerco con gli occhi la fila si avvicina un infermiera e me la indica avvicinandosi poi insieme ad una dottoressa...
Mi chiedo se stia stato impartito un ordine sul comportamento del personale o se sia una decisione individuale e spontanea, fatto sta che hanno tutti un tono di voce flautato.
Il borbottio è quasi difficile sentirlo ormai....
Dopo alcune spiegazioni di rito mi viene fatto il vaccino (la mano dell'infermiera è così delicata che non sento l'ago penetrare) aspetto i 15 minuti canonici....
"Notti magiche" si diffonde dagli altoparlanti, il volume è giusto non troppo alto e non troppo basso..
Il borbottio non si sente più.
Grandi orologi digitali scandiscono il tempo...Un signore accanto a me risponde all'infermiera che gli chiede " Come si sente? " "Benissimo" risponde con tono quasi  trionfante, l'infermiera sorride e gli da il permesso di andarsene...
Quando posso allontanarmi anch'io mi congratulo con il personale così efficiente, professionale, con una carica umana da oscar e mi allontano..... Compresi i 15 minuti è passata mezz'ora da quando ho varcato l'entrata dell'Ospedale Lazzaro Spallanzani.
Un'eccellenza italiana , che ci rende, in questo periodo difficile, tutto più sopportabile.
Alcuni di loro sono saliti sul palco al G20, insieme ai Grandi della Terra, con le loro divise erano veramente " I Grandi".
Esco : il sole mi aspetta.


Commenti

Post popolari in questo blog

Matteo: un giovane "reporter"

Matteo Iacopini ha 15 anni, negli occhi la luce di un'intelligenza vivace, ma anche i barlumi di una fanciullezza appena lasciata : scuri e vivaci, scrutano l'intervistato, pronto ad ascoltare e, se è il caso, a ribattere. Sì perchè Matteo ha una passione, intervistare, raccontare: vuole essere un reporter. Ha cominciato per gioco a 13 anni,  andando con gli amici a Ponte Milvio, anzi a Ponte " Mollo" come lo chiama lui e i "vecchi" romani, quelli proprio "de Roma" e facendo le sue prime interviste. E adesso " per Matteo è diventato un lavoro" mi racconta il padre, l'Avvocato Luca Iacopini, da lui Matteo ha ereditato l'acutezza e la rapidità, ma sicuramente anche la mamma Valentina Temperini ha messo del suo in un figlio così "speciale". Studia, ma quel correre a cercare le curiosità, i pareri dei suoi coetanei  e dei passanti sui più diversi argomenti è diventata la parte centrale della sua vita, Matteo si considera un ...

Alla riscoperta del grande cinema a Fregene : la casa di Federico Fellini

  Percorriamo in bicicletta, Monica ed io, i vialetti di Fregene, alla ricerca della casa di Federico Fellini e Giulietta Masina, in Via Portovenere. Eccola! C'è un pò di emozione in noi, perchè tutto quello che riguarda il grande Maestro emoziona ed immaginare che, in un periodo della sua vita, abbia vissuto in questa casa, passeggiato nel giardino, pensato i suoi magici film, creato i suoi disegni ci fa muovere quasi con circospezione al di là del cancello, come se il Maestro fosse ancora lì e noi lo potessimo disturbare. Federico Fellini e Giulietta Masina misero su questa casa nel 1961, come racconta la stessa Masina a Costanzo Costantini. La grande coppia si innamorò di Fregene verso la fine degli anni cinquanta e decisero di comprarsi la casa dove trascorsero periodi sempre più lunghi. Diventata troppo piccola, perchè "affollata" dai moltissimi amici del mondo del cinema, nel 1966, comprarono un terreno dove costruirono una grande villa a due piani a Via Volosca 1...

BUONA SANITA': cronaca di un intervento chirurgico all'Ospedale Sant'Eugenio

Arrivo all'ospedale Sant'Eugenio di Roma con un po' di timore perché quando si entra negli ospedali non si sa mai quello che si può trovare, troppi episodi di malasanità ci hanno messo sul chi va là ed invece...Mi hanno chiamata per fare le analisi in vista di un intervento all'occhio ( cataratta). Puntuale alle 7.20 ( mi avevano detto 7,30) sono davanti alla stanza 12 del Reparto Oculistica diretto dal Prof. Romolo Appoloni. In un corridoio si aprono le stanze dove veloci e professionali infermiere ti chiamano, dopo averti dato l'apposito numeretto, per il prelievo del sangue, l'elettrocardiogramma e la visita oculistica. Mentre un paziente fa il prelievo, un altro esegue l'elettrocardiogramma e un altro ancora la visita oculistica. Tutto si svolge all'insegna dell'ordine e dell'organizzazione. Alle 8 ero fuori dall'ospedale notando come questa efficienza avesse trasmesso tranquillità, non solo a me, ma a tutti i pazienti, che comunque dov...