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Nonni......magici

Ho conosciuto solo le mie nonne: Nonna Rosa Starace Caccioppoli, la nonna materna, napoletana e la Nonna Lilla, così la chiamavo e l'ho sempre sentita chiamare in famiglia, in realtà il suo nome era Angela Boglietti Mariani, torinese, per gli amici più cari era "Lillina".
Mio nonno Vittorio Mariani, il padre di papà, come ho già raccontato in questo Blog ( "Le stazioni, i treni"), l'ho conosciuto solo attraverso i ricordi di papà, essendo morto a 57 anni. 
Grande Ufficiale, Ingegnere, Presidente delle Ferrotranvie, stimatissimo professionista era un uomo rigoroso: "aveva dei meravigliosi occhi azzurri grigi" raccontava mio padre " che, quando era arrabbiato, fulminavano!". 
Dopo dieci anni di matrimonio, quando ormai la coppia molto unita non ci pensava più, erano nati due figli: Cesare e Filiberto, mio padre. Spesso guardavo le fotografie, era un uomo bello, imponente, elegante, che incuteva un pò di timore con la sua aria severa, mi dispiaceva non averlo conosciuto...chissà se la severità avrebbe lasciato spazio alla tenerezza del nonno......
Papà soffrì molto per averlo perso a soli 18 anni.
Il nonno Lorenzo Caccioppoli, Ingegnere, sempre in viaggio per lavoro con mia nonna, quattro figlie Isabella, Colomba, Gemma ( mia mamma) e Rosamaria, morì che non avevo due anni.  
Eppure i nonni continuano ad amarti, anche se vanno via....  
Mi raccontava mia madre che, quando nacqui,  nonno Lorenzo mi amò di un amore totale, fu come un innamoramento, voleva stare sempre con me ed io lo ricambiavo mettendomi a giocare fuori la  porta della sua camera da letto quando faceva il riposino pomeridiano. Nessuno mi poteva smuovere da lì, erano urli e pianti se qualcuno provava a spostarmi, aspettavo che la porta si aprisse e lui ricomparisse.
Ho sempre avuto l'impressione, anche se ero piccolissima, di ricordami quella porta chiusa, certo è che, quando penso a lui, sento una forte tenerezza, quasi quell'amore continuasse ad accompagnarmi.
Nonna Lilla era una donna non eccessivamente espansiva, forse perchè originaria del Nord Italia, ma  esprimeva il suo amore con l'abilità delle mani.
Faceva degli straordinari vestitini per le mie bambole, sono ancora impressi nella mia mente e non avevano nulla da invidiare all'alta moda, tanto erano perfetti e originali.
Ricordo quello che aveva fatto per il "battesimo" della mia bambola preferita: di organza, lungo come i veri vestiti da cerimonia, bianco con dei fiorellini rosa, e il pizzo in fondo alla veste ed intorno al giro maniche: un capolavoro.
Che peccato che si siano persi nel tempo e nei diversi traslochi!
Era un'abilissima cuoca, guardavo con ammirazione quando preparava gli gnocchi, vederla poi trasformare la pasta in un "cordone" sottile che tagliuzzava a pezzetti, sento ancora il rumore secco e preciso del coltello sulla tavola di legno,  era motivo di felicità perchè sapevo che preludeva al permesso di schiacciare gli gnocchi con la forchetta disegnando le righe....era il mio gioco preferito !
Era una donna dolce e sorridente ed era felice quando la domenica le portavo i dolci,  morì quando avevo 14 anni...troppo presto.
La Nonna Rosa è quella che mi sono goduta più a lungo, fino ai 35 anni.
Era un personaggio, bella e affascinante anche superati gli ottanta anni, elegante  (indimenticabili le sue belle scarpe di Ferragamo, di camoscio nero con una piccola fibbia di lato ) con una mente aperta e acuta, abitò per un periodo vicino a casa nostra, ed era mia abitudine andarla a trovare ogni giorno.
Mi parlava della sua famiglia di origine, gli Starace, un'antica famiglia partenopea, molto cattolica, erano tanti gli aneddotti.... Nonna Rosa molto spesso,  nell'attirarmi a sè per baciarmi, mi faceva un piccolo segno della croce sulla fronte con il pollice della mano destra, una benedizione che accompagnava il saluto: "così", mi raccontava " mio padre ci salutava...." 
 Era spiritosa e divertente, colta , leggeva molto e mi avviò fin da piccola alla lettura. Rimasta vedova giovane spesso andava a trovare parenti od amici fuori Roma e mi scriveva lunghe lettere, che conservo ancora, con una calligrafia che sembrava danzasse tanto era perfetta, armoniosa, leggermente ondulata verso destra.
Quello che le piaceva era imparare, conoscere anche con l'avanzare dell'età, mi ha sempre chiesto di raccontarle quello che imparavo a scuola e, quando intrapresi Filosofia all'Università, era interessatissima ai miei studi, spesso mi aiutava a ripetere capitoli di un libro di filosofia o la dispense del Professore.
Una volta mi disse: "sai l'amore di un nonno verso un nipote, forse perchè hai meno responsabilità di un genitore, sembra più "libero" e intenso...... è qualcosa di magico....."
Magia dei nonni....che non ti lasciano mai e continuano a scaldarti il cuore, con il ricordo degli gnocchi, di una lettera, di uno sguardo non conosciuto.....dei giochi sparsi dietro una porta chiusa! 

Nonna Rosa


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