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"La scuola cattolica"

Un film bello, doloroso e necessario, "La scuola cattolica" di Stefano Mordini.
Massacro del Circeo, 1975, Rosaria Lopez, 19 anni, barista e Donatella Colasanti, 17 anni, studentessa, entrambe abitanti alla Montagnola, un quartiere alla periferia di Roma, vengono rapite, violentate, torturate, da tre ragazzi della Roma bene che frequentavano un noto liceo cattolico della Capitale: Angelo Izzo, Andrea Ghira, Gianni Guido.
Donatella Colasanti è l'unica sopravvissuta, salvata casualmente, Rosaria Lopez muore per le violenze subite.
La notizia arrivò come una frustata a noi ragazzi della buona borghesia romana rivolti al sociale, la violenza sconvolse il nostro mondo aperto, fiducioso, privo di episodi torbidi.
"La scuola cattolica" ripropone quel massacro, riprendendo il libro di Edoardo Albinati che nel film appare come uno dei ragazzi che ha frequentato la scuola.
Le famiglie incapaci di una presenza reale con i propri figli, coperte da  superficiali ideali borghesi che sanciscono la loro sconfitta di genitori, la scuola che non riesce ad entrare nelle tematiche sofferenti proprie degli adolescenti, lasciandoli soli con la propria complessità, sono descritte dal regista Stefano Mordini in modo volutamente " confuso", se ne parla. ma non si spiega perchè in alcuni di loro scoppia una violenza così tragica,  nello stesso tempo si disegna la sconfitta di un mondo dai valori basati sulla ricchezza e sull'apparenza. 
E' giusto parlarne perchè il femminicidio continua a galoppare in modo terrificante nel nostro paese, la sopraffazione sessuale e psicologica del maschio non ha tregua, lo stupro e il il desiderio di avere la donna come oggetto sessuale sembrano non avere fine.
Bravi i protagonisti ragazzi ( intensa Benedetta Porcaroli ovvero Donatella Colasanti) e bravi Valeria Golino, Jasmine Trinca, Riccardo Scamarcio che danno vita, anche se marginalmente, all'insofferenza e alla frustrazione dei genitori, all'incapacità di esserlo, chiusi in tematiche che non sanno capire e risolvere della loro stessa vita.
Fabrizio Gifuni, il Professore Golgota, tenta di spiegare cosa significhi crescere: avere a che fare anche con il male.....incisiva come sempre la sua interpretazione.
Il viso massacrato di botte di Donatella Colasanti, che chiude il film, è il viso di tutte le donne massacrate da uomini (?) che non sanno uscire dall'ottica del possesso e della violenza. 
Forse non glielo hanno insegnato, ma non tutti quelli ai quali non è stato insegnato diventano degli assassini. 
Presentato alla 78° Mostra del Cinema di Venezia, il film, vietato ai minori di 18 anni e su questa decisione  molte le polemiche, mostra una verità che va vista, non dimenticata.




 


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