Passa ai contenuti principali

Roma....Amata!

Mi piace sbucare dalle stradine di Trastevere e trovarmi a piazza San Cosimato  nella sua bellezza irregolare, stretta quando entri, si allarga al centro per poi chiudersi di nuovo, sempre affollata a qualsiasi ora, la mattina con il suo allegro mercato, il pomeriggio con i giochi e gli urli divertiti dei bambini.
Gli amici, alcuni più avanti negli anni, chiacchierano seduti nelle panchine, si sente il classico dialetto romano: " nun ce capisco più niente a sto' munno..." dice un signore a chi gli sta accanto, giocherellando con il bastone. La saggezza degli anziani sbatte il muso contro una società che ha perso la sua umanità.
Roma abbraccia mentre cammino, racconta del suo passato, il calpestio dei passi diventa un rumore piacevole, anche quello di chi si affretta, ma i romani, quelli veri, antichi, non hanno mai fretta.
Le loro botteghe, diventati negozi anche raffinati, hanno sempre il sapore della filosofia romanesca, quella che guarda alla vita con rassegnazione mista ad allegria.
Imbocco Via Vitellia da Porta San Pancrazio, costeggiando Villa Pamphili, quegli alberi immensi cambiano immediatamente lo scenario. Nonostante le macchine sfreccino, non riescono a sovrastare il suono degli uccelli, varcando il cancello della Villa, gli odori, il silenzio, il verde ti trasportano  in una inaspettata oasi.....
Percorro di nuovo Via Vitellia, questa volta  in senso inverso, arrivo a Campo dei Fiori, il colorato mercato romano, forse il più famoso, mi inoltro a Piazza Farnese dove  campeggia il murales dell'artista francese JR che mostra l'interno del Palazzo su cui poggia, l'Ambasciata di Francia, in una veste tridimensionale.
La statua di Ercole, nella sua grandiosa bellezza, si compone con un effetto ottico e lì, miracolosamente, l'abbraccio di Roma diventa reale, forte e appassionato, per sempre.




Commenti

Post popolari in questo blog

Alla riscoperta del grande cinema a Fregene : la casa di Federico Fellini

  Percorriamo in bicicletta, Monica ed io, i vialetti di Fregene, alla ricerca della casa di Federico Fellini e Giulietta Masina, in Via Portovenere. Eccola! C'è un pò di emozione in noi, perchè tutto quello che riguarda il grande Maestro emoziona ed immaginare che, in un periodo della sua vita, abbia vissuto in questa casa, passeggiato nel giardino, pensato i suoi magici film, creato i suoi disegni ci fa muovere quasi con circospezione al di là del cancello, come se il Maestro fosse ancora lì e noi lo potessimo disturbare. Federico Fellini e Giulietta Masina misero su questa casa nel 1961, come racconta la stessa Masina a Costanzo Costantini. La grande coppia si innamorò di Fregene verso la fine degli anni cinquanta e decisero di comprarsi la casa dove trascorsero periodi sempre più lunghi. Diventata troppo piccola, perchè "affollata" dai moltissimi amici del mondo del cinema, nel 1966, comprarono un terreno dove costruirono una grande villa a due piani a Via Volosca 1

Matteo: un giovane "reporter"

Matteo Iacopini ha 15 anni, negli occhi la luce di un'intelligenza vivace, ma anche i barlumi di una fanciullezza appena lasciata : scuri e vivaci, scrutano l'intervistato, pronto ad ascoltare e, se è il caso, a ribattere. Sì perchè Matteo ha una passione, intervistare, raccontare: vuole essere un reporter. Ha cominciato per gioco a 13 anni,  andando con gli amici a Ponte Milvio, anzi a Ponte " Mollo" come lo chiama lui e i "vecchi" romani, quelli proprio "de Roma" e facendo le sue prime interviste. E adesso " per Matteo è diventato un lavoro" mi racconta il padre, l'Avvocato Luca Iacopini, da lui Matteo ha ereditato l'acutezza e la rapidità, ma sicuramente anche la mamma Valentina Temperini ha messo del suo in un figlio così "speciale". Studia, ma quel correre a cercare le curiosità, i pareri dei suoi coetanei  e dei passanti sui più diversi argomenti è diventata la parte centrale della sua vita, Matteo si considera un

BUONA SANITA': cronaca di un intervento chirurgico all'Ospedale Sant'Eugenio

Arrivo all'ospedale Sant'Eugenio di Roma con un po' di timore perché quando si entra negli ospedali non si sa mai quello che si può trovare, troppi episodi di malasanità ci hanno messo sul chi va là ed invece...Mi hanno chiamata per fare le analisi in vista di un intervento all'occhio ( cataratta). Puntuale alle 7.20 ( mi avevano detto 7,30) sono davanti alla stanza 12 del Reparto Oculistica diretto dal Prof. Romolo Appoloni. In un corridoio si aprono le stanze dove veloci e professionali infermiere ti chiamano, dopo averti dato l'apposito numeretto, per il prelievo del sangue, l'elettrocardiogramma e la visita oculistica. Mentre un paziente fa il prelievo, un altro esegue l'elettrocardiogramma e un altro ancora la visita oculistica. Tutto si svolge all'insegna dell'ordine e dell'organizzazione. Alle 8 ero fuori dall'ospedale notando come questa efficienza avesse trasmesso tranquillità, non solo a me, ma a tutti i pazienti, che comunque dov