Mi piace sbucare dalle stradine di Trastevere e trovarmi a piazza San Cosimato nella sua bellezza irregolare, stretta quando entri, si allarga al centro per poi chiudersi di nuovo, sempre affollata a qualsiasi ora, la mattina con il suo allegro mercato, il pomeriggio con i giochi e gli urli divertiti dei bambini.
Gli amici, alcuni più avanti negli anni, chiacchierano seduti nelle panchine, si sente il classico dialetto romano: " nun ce capisco più niente a sto' munno..." dice un signore a chi gli sta accanto, giocherellando con il bastone. La saggezza degli anziani sbatte il muso contro una società che ha perso la sua umanità.
Roma abbraccia mentre cammino, racconta del suo passato, il calpestio dei passi diventa un rumore piacevole, anche quello di chi si affretta, ma i romani, quelli veri, antichi, non hanno mai fretta.
Le loro botteghe, diventati negozi anche raffinati, hanno sempre il sapore della filosofia romanesca, quella che guarda alla vita con rassegnazione mista ad allegria.
Imbocco Via Vitellia da Porta San Pancrazio, costeggiando Villa Pamphili, quegli alberi immensi cambiano immediatamente lo scenario. Nonostante le macchine sfreccino, non riescono a sovrastare il suono degli uccelli, varcando il cancello della Villa, gli odori, il silenzio, il verde ti trasportano in una inaspettata oasi.....
Percorro di nuovo Via Vitellia, questa volta in senso inverso, arrivo a Campo dei Fiori, il colorato mercato romano, forse il più famoso, mi inoltro a Piazza Farnese dove campeggia il murales dell'artista francese JR che mostra l'interno del Palazzo su cui poggia, l'Ambasciata di Francia, in una veste tridimensionale.
La statua di Ercole, nella sua grandiosa bellezza, si compone con un effetto ottico e lì, miracolosamente, l'abbraccio di Roma diventa reale, forte e appassionato, per sempre.
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