"Quì rido io", il bellissimo film di Mario Martone, ti porta non solo al cinema, ma a teatro in una commistione davvero geniale delle due arti.
Ti porta anche in una Napoli allegra, vitale, la Napoli della "bella epoque", dove le tragedie diventano farse e la malinconia viene scacciata dalle maschere teatrali.
Un Tony Servillo a dir poco superlativo, da vita al personaggio di Eduardo Scarpetta, Capocomico talentuoso che, inventando la maschera di Felice Sciosciammoca, diventò famosissimo e molto ricco.
La storia del teatro si mischia a quella personale di Scarpetta, si muove fra i suoi diversi amori, la moglie Rosa De Filippo, interpretato dalla brava Maria Nazionale, madre di tre suoi figli, Vincenzo ( un ottimo Eduardo Scarpetta nella vita pronipote del capocomico), Maria e Domenico ( in realtà figlio di Vittorio Emanuele II, generosi assegni del re permettono a Scarpetta di far fronte agli impegni finanziari che il Teatro richiede) e Luisa De Filippo ( un'intensa e incisiva Cristiana dell'Anna), la nipote di Rosa, che gli da i tre figli Eduardo, Titina e Peppino De Filippo, protagonisti del grande teatro napoletano.
Eduardo Scarpetta, dopo aver visto " La figlia di Iorio" di Gabriele D'Annunzio, decide di dare vita ad una parodia, chiedendo al poeta l'autorizzazione che verbalmente gli viene data.
D'Annunzio trascinerà in seguito Scarpetta in tribunale, accusandolo di aver "rubato" il testo realizzando una vera e propria copia e non una parodia.
La bellezza del film non è solo nella abile e perfetta regia, nella bravura di tutti gli attori ( Iaia Forte, Lino Musella, Gianfelice Imparato, Paolo Pierobon.....), ma nel rendere il racconto una danza di vita dove le emozioni , le tragedie si trasformano in leggerezza senza nascondere la malinconia che a tratti compare, ma che trascina in un vortice dove spicca un Tony Servillo, capace di creare un carosello di una vitalità sorprendente.
L'interrogatorio finale di Scarpetta /Servillo è un capolavoro di recitazione e di insegnamento di vita.
Le canzoni napoletane, che danno vita alla colonna sonora del film, sono la perfetta cornice del film.
Presentato alla 78° Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, peccato, a mio parere, non aver dato la Coppa Volpi a Tony Servillo.
Davvero un bel film!
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