Sedersi intorno ad un tavolino del bar con amici, d'estate, dopo una giornata a mare, o d'inverno dopo aver affrontato freddo e seccature, spesso è un momento magico. Ritroviamo il piacere delle chiacchiere e il contatto con chi conosci e con chi non conosci, ci rilassiamo parlando di un "Johnnie", di un "Franco", di un Giovanni, della "Signora degli scrigni"... persone, essere umani, che prendono forma attraverso le parole.
Questo accade leggendo: "Il bar sopra o sotto il bar", il bel libro di racconti scritto dagli Agitatori Culturali Irrequieti Gian dei Brughi ( Patrizia Biaghetti, Luana Buscaglione, Paola Campodonico, Augusto Forin, Roberta Gramaglia, Maria Mennella, Renato Novella, Franco Parodi, Paolo Pezzana, Massimo Porcile, Onorina Porcile, Daniele Reverberi, Sergio Siri). Mi sono seduta al bar ed ho conosciuto, affascinata, personaggi che con storie gioiose, a volte dolorose, colorano il mondo con la loro vitalità.
La particolarità del libro sta nel formare un mosaico in cui non si giudica, si racconta e questa è la bellezza e la forza della scrittura degli Agitatori Culturali Irrequieti, mettono da parte quella spinta insita nel'uomo di voler trasformare le persone, di voler che il vicino, la sorella, il fratello, l'amico assomigli a loro e non a se stessi, gli Agitatori riconoscono che appartengono alla vita e non al piccolo territorio che ci siamo tracciati per cercare di costruirci certezze, e ricordano, con la citazione di Stefano Benni all'inizio del libro: " Non so se mi crederete . Passiamo metà della vita a deridere ciò in cui gli altri credono, e l'altra metà a credere in ciò che altri deridono", scegliendo, insomma, di passare il tempo ad infelicitarsi la vita.
I racconti degli Agitatori Culturali Irrequieti, ci portano con delicatezza e abilità di scrittura in un prato, il bar, dove ammiriamo l'essere umano, lo osserviamo, lo amiamo nella suo essere diverso da noi, impariamo a conoscere nuovi mondi, forse è questo il senso della vita.
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