Intervistare Quentin Tarantino è stata per me una grande emozione.
Il mio regista preferito era venuto a Roma per il suo film " Bastardi senza gloria", uno straordinario film da aggiungere alla lista dei suoi capolavori, vincitore del David di Donatello come Miglior Film Straniero, con l'interpretazione di Christoph Waltz, che valse al grande attore il Premio Oscar come miglior attore non protagonista.
Cercavo sempre di preparami accuratamente per le interviste che, di solito, avevano un tempo breve data la grandezza dei personaggi, spesso erano più complicate delle interviste lunghe: non dovevi perdere tempo e le domande dovevano essere precise, pertinenti, dirette.
Quella volta arrivai all'appuntamento con un pò di batticuore, che divenne ancora più forte quando l'Ufficio Stampa mi avvertì : " Ti conosco e so come intervisti, ma sappi che Tarantino si innervosisce se le domande non gli sembrano opportune". A questo punto il cuore mi salì in gola, mi feci coraggio ed entrai nella stanza dove era adibito il set con il Maestro. Possibile che questo Grande con la faccia che mi è sempre sembrata di "gomma", tanto è mobile e dai movimenti repentini, possa essere così difficile da intervistare?
Appena entrai si alzò dalla sedia e mi diede la mano. Un gesto non usuale quando ti accosti per l'intervista, di solito ci si limita ad un saluto, più o meno cordiale, mentre ci si accomoda davanti all'intervistato. La cosa mi rasserenò, ma era così alto e imponente che non mi rassicurai del tutto, gli dissi subito che "Pulp Fiction" era uno dei miei film preferiti, non lo feci per ingraziarmelo, ma perchè avevo sempre pensato che se mai avessi avessi incontrato Quentin Tarantino, era la prima cosa che avrei voluto dirgli. Trovavo il film assolutamente geniale, glielo dissi e soggiunsi: "chissà quante volte glielo hanno detto..." Si mise una mano sul cuore e, con voce gentile, insospettabile in un uomo di quella stazza, mi rispose : " Non importa quanti me l'abbiano detto è sempre una cosa che mi arriva al cuore, perchè è anche il mio film preferito..."
A quel punto il ghiaccio era rotto e l'intervista proseguì sul magnifico "Bastardi senza gloria", che avevo visto il giorno prima. Mi chiese se mi fossi piaciuto e perchè, glielo spiegai ponendogli poi velocemente le domande, preoccupata del tempo che passava: l'intervista era diventata una piacevolissima conversazione
Quando lo salutai , si alzò nuovamente e mi ringraziò per le domande che gli avevo fatto.
Il cuore aveva smesso di battere all'impazzata : quel Gigante, in tutti i sensi, lo aveva fatto tornare ai suoi battiti normali.
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