Tu vali se distruggi il valore dell'altro: eccolo il bullismo che serpeggia, diventa un'onda inarrestabile, difficile da arginare. Complice la tecnologia, che, se usata male, spiando, permette una visione distorta dell'altro, il bullismo detta delle regole: non puoi pensare diversamente, non puoi dire " è sbagliato essere aggressivi", non puoi esprimere la tua diversità, la tua fragilità ( le insicurezze degli adolescenti), diventi preda di un branco virtuale e non, che vuole distruggerti, perchè solo annientandoti il loro povero, stupido pensiero prende forza, o almeno così credono.
Una piaga che porta ad episodi terrificanti come quello del povero Willy, il ragazzo ventunenne, massacrato di botte a Colleferro, perchè voleva allontanare l'amico dalla forza bruta di un gruppo di scellerati.
L'incontro con un' altra persona è uno scambio, conoscere, godere, apprezzare, nutrirsi del valore dell'altro è un arricchimento che ci fa salire nella scala della conoscenza, che ci rende migliori. Come permettere che questo scambio non si arresti?
Ed ecco che entra in campo la gentilezza.
Quella che ti fa chiedere ad una persona, ad un amico " come stai?" perchè vuoi veramente sapere come sta, quella che ti fa dire" grazie, prego, scusi", quella della bambina che, al Parco, mette una moneta nell'astuccio del violinista, e al suo grazie risponde, facendo spallucce: " avevo solo quella...", quella dell'abile restauratore al quale chiedo aiuto per una vite spanata di un tavolo antico e che, risolto il problema, mi dice:" tenga queste viti, caso mai ne avesse bisogno in seguito"... quasi scusandosi del suo gesto gentile, quella di chi ti sorride accompagnando il suo saluto.
La gentilezza significa non aver paura dell'arroganza, della maleducazione, dell'ignoranza, che rende falsamente forti e prepotenti, di chi tenta di chiuderti in un angolo, di crearti false paure e toglierti il tuo valore, è il bullismo che ha paura: paura di quanto vali.
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