Passa ai contenuti principali

Biciclettate, amici, vento, mare....a Fregene

Il rumore della ruota della bicicletta, discreto e musicale, mentre pedalo lungo la strada che arriva al mare, l'odore forte e tenace dei pini che gareggia con quello intenso e salino del mare, il vento che solleva dal caldo come una carezza amica, mi avvolgono come mi avvolge l'amicizia profonda, leale, attenta di Monica e Carlo.
Ho goduto, per alcuni giorni, della loro ospitalità, nella bella villa di Fregene.
La parola "vacanza" assume un senso speciale in questo periodo, si esce affamati di libertà da una quarantena faticosa, improvvisa, alla quale siamo stati giustamente sottoposti, la cautela deve continuare, ed allora "vacanza" diventa non solo il rapporto con la natura, il viaggio, il divertimento, ma si cerca il tepore degli amici, troppo spesso relegati a contatti telefonici. Monica e Carlo sanno rendere le giornate, fatte di tante piccole cose, perfette con la loro intelligente amicizia. Le biciclettate sul lungomare ricordano a me e Monica, quelle veneziane, al Lido, più veloci e "sudate", ma sempre piacevoli per noi che amiamo le due ruote, mentre correvamo alla ricerca dell'attore o del regista da intervistare alla Mostra del Cinema di Venezia. Il bagno in un mare inaspettatamente pulito e trasparente ( forse il lockdown ha fatto soffrire noi ma è servito a rigenerare la natura), le chiacchiere alle quali si aggiungono altri amici, Daniela, Rossella, Emidio, le risate in giardino, il relax nella piacevolissima vasca con idromassaggio, l'eterno movimento di Carlo, che, se non taglia l'erba, dipinge tavoli e tavolini rigorosamente di bianco, le partite a carte anche con l'amico Federico, le cui battute sono impagabili come le sue "finte" arrabbiature: "lo sapevo che fingevi di non conoscere il gioco e che sei conosciuta al Casinò di Saint Vincent per tutte le volte che lo hai sbancato...." rivolgendosi a me, neofita di burraco, per una mia inaspettata vittoria.
Si raccolgono i fichi che hanno un sapore speciale nella pianta che cresce selvaggia di fronte all'entrata del mare o le more che si addossano nel muro del giardino di casa. Il tempo è scandito con lentezza, ma scorre veloce.
Alcune volte la giornata si conclude a cena dallo "zio Mauro". Spesso Mauro si avvicina al tavolo, vuole sincerarsi non solo che hai mangiato bene, ma che "stai bene". Ti racconta con familiarità le difficoltà durante il lockdown, ma senza piangersi addosso, con la moglie e con i due figli ventenni, Federico e Silvia, si è rimboccato le maniche: "Avevo investito tutto in questo locale,  prima del lockdown" racconta "ero rimasto con zero euro" e fa il segno dello zero con le dita....ma il suo ottimismo e la sua voglia di fare sono stati ricompensati: il locale è sempre pieno ( nel rispetto delle norme e favorito dall'essere all'aperto). In alcune serate giocolieri, trampolieri, virtuosi dei giochi col fuoco ti portano nel mondo giocoso del circo con le loro acrobazie, muovendosi con abilità fra i tavoli.
Oltre ai preziosi amici, affollano la giornata, la casa, il giardino gli altrettanto preziosi amici quadrupedi, che con noi si confondono e "chiacchierano": Oliver, il cane delizioso e capriccioso, dispettoso a volte con gli estranei, Louis, il superbo chinchillà persiano che si aggira in cerca di carezze, Sem, il cane dolce e gentile che ti cerca con il muso mentre prendi il sole per attirare la tua attenzione, Mia la cagnetta ultima arrivata, giocherellona come tutti i cuccioli...
E poi c'è il vento, il vento amico...quello che a Fregene non manca mai, che la mattina sulla spiaggia si alza e ti fa sentire bene dopo una nuotata, ti fa godere del sole, si infila fra i pini, ti accompagna fino alla sera....
Giornate magnifiche: una "full immersion" nell'amicizia, quella vera, che riesce a farti dimenticare un'estate "complicata"....
Sulla spiaggia di Fregene con Daniela, Federico ed i cani Mia, Oliver e Sem








Commenti

Post popolari in questo blog

Matteo: un giovane "reporter"

Matteo Iacopini ha 15 anni, negli occhi la luce di un'intelligenza vivace, ma anche i barlumi di una fanciullezza appena lasciata : scuri e vivaci, scrutano l'intervistato, pronto ad ascoltare e, se è il caso, a ribattere. Sì perchè Matteo ha una passione, intervistare, raccontare: vuole essere un reporter. Ha cominciato per gioco a 13 anni,  andando con gli amici a Ponte Milvio, anzi a Ponte " Mollo" come lo chiama lui e i "vecchi" romani, quelli proprio "de Roma" e facendo le sue prime interviste. E adesso " per Matteo è diventato un lavoro" mi racconta il padre, l'Avvocato Luca Iacopini, da lui Matteo ha ereditato l'acutezza e la rapidità, ma sicuramente anche la mamma Valentina Temperini ha messo del suo in un figlio così "speciale". Studia, ma quel correre a cercare le curiosità, i pareri dei suoi coetanei  e dei passanti sui più diversi argomenti è diventata la parte centrale della sua vita, Matteo si considera un ...

Alla riscoperta del grande cinema a Fregene : la casa di Federico Fellini

  Percorriamo in bicicletta, Monica ed io, i vialetti di Fregene, alla ricerca della casa di Federico Fellini e Giulietta Masina, in Via Portovenere. Eccola! C'è un pò di emozione in noi, perchè tutto quello che riguarda il grande Maestro emoziona ed immaginare che, in un periodo della sua vita, abbia vissuto in questa casa, passeggiato nel giardino, pensato i suoi magici film, creato i suoi disegni ci fa muovere quasi con circospezione al di là del cancello, come se il Maestro fosse ancora lì e noi lo potessimo disturbare. Federico Fellini e Giulietta Masina misero su questa casa nel 1961, come racconta la stessa Masina a Costanzo Costantini. La grande coppia si innamorò di Fregene verso la fine degli anni cinquanta e decisero di comprarsi la casa dove trascorsero periodi sempre più lunghi. Diventata troppo piccola, perchè "affollata" dai moltissimi amici del mondo del cinema, nel 1966, comprarono un terreno dove costruirono una grande villa a due piani a Via Volosca 1...

BUONA SANITA': cronaca di un intervento chirurgico all'Ospedale Sant'Eugenio

Arrivo all'ospedale Sant'Eugenio di Roma con un po' di timore perché quando si entra negli ospedali non si sa mai quello che si può trovare, troppi episodi di malasanità ci hanno messo sul chi va là ed invece...Mi hanno chiamata per fare le analisi in vista di un intervento all'occhio ( cataratta). Puntuale alle 7.20 ( mi avevano detto 7,30) sono davanti alla stanza 12 del Reparto Oculistica diretto dal Prof. Romolo Appoloni. In un corridoio si aprono le stanze dove veloci e professionali infermiere ti chiamano, dopo averti dato l'apposito numeretto, per il prelievo del sangue, l'elettrocardiogramma e la visita oculistica. Mentre un paziente fa il prelievo, un altro esegue l'elettrocardiogramma e un altro ancora la visita oculistica. Tutto si svolge all'insegna dell'ordine e dell'organizzazione. Alle 8 ero fuori dall'ospedale notando come questa efficienza avesse trasmesso tranquillità, non solo a me, ma a tutti i pazienti, che comunque dov...