Sono andata, qualche giorno fa, alla Banca Rai di Viale Mazzini.
Si entra da Viale Pasubio, l'unica entrata rimasta aperta, quella di Viale Mazzini, dove solitamente entrano gli ospiti, i collaboratori, gli "esterni" è sbarrata. Una auto dei metronotte è ferma davanti.
Quell'entrata sbarrata fa un certo effetto, di solito c'è un via vai di persone che richiedono l'apposito passi per accedere al Palazzo. La Rai è un'azienda culturale: "dobbiamo produrre idee" mi diceva Brando Giordani il mitico Direttore di RaiUno, giornalista, inventore di programmi di grande successo, e quell'avvicendarsi di persone, di solito, fa presupporre uno scorrere di idee.....
Superato il tornello con il passi, un tavolo adibito con mascherine e gel ed un'operatrice pronta ad offrirtele, ti mostra subito una Rai diversa...I corridoi dove solitamente incontravi colleghi, dirigenti, personaggi del mondo culturale e della politica li riscopri vuoti. In Banca la solita accoglienza, gentilezza, e familiarità ti fanno dimenticare quel senso di vuoto che, in qualche modo ti ferisce. L'ottima Direttrice, Mariella Arnulfo, e l'intelligente funzionario addetto alle operazioni di cassa, Federico Amoroso, sono gli unici in sede (gli altri sono in "smart working") ma sanno regalarti la " normalità" che cerchi.
Quando è scoppiata l'epidemia molti ex colleghi rimasti amici mi raccontavano "...non riconosceresti la Rai....a mensa distanziati...con la mascherina.." Penso alla loro sofferenza ed alla difficoltà che hanno nello svolgere un lavoro già così complicato e delicato... Nel pieno dell'epidemia, abbiamo cercato di ridere insieme, anche se distanti, per esorcizzare il dramma che ci avvolgeva. Silvia Palleschi mi raccontava del mitico Mimmo, che, sospettoso della farmacista con la congiuntivite che gli vende le mascherine, chiede all'amica : "che faccio le devo ricomprare.. ha anche starnutito....?" Ancora Mimmo che gli si rompe l'involucro delle bottiglie d'acqua che cominciano una corsa precipitosa sul marciapiede andando sempre più veloci... .... e lui dietro, per impedire che arrivino alla chiazza lasciata dalla pipì di un cane ..."ma una ci è proprio passata sopra..." Conclude il racconto Silvia, ridendo: "Tornato a casa le ha disinfettate una per una....".
Mimmo, Domenico Poggiogalle, è un personaggio eccletico, (avrebbe dovuto fare l'attore per la sua straordinaria mimica facciale e presenza di spirito) colorato, fuori qualsiasi schema, assistente al programma per molti anni nelle rubriche di Marzullo, ora a "Rai Italia", dice sempre quello che pensa, il termine"diplomazia" per lui è del tutto sconosciuto e questo lo fa amare molto da noi che apprezziamo la sua spontaneità , un pò meno da chi è vittima dei suoi strali....
Esco dalla Rai con emozioni contrastanti: sono cresciuta in questa Azienda, ho accettato sfide, mai compromessi, sono stata fortunata nell'incontrare persone di alta levatura intellettuale ed umana, ma ho avuto anche la tenacia di imparare, non ho mai mollato, l'ho amata anche se a volte la detestavo, non voglio vederla ferita, voglio che la Rai torni ad essere, con tutte le sue contraddizioni, una fucina di idee e di speranze per chi si avvicina a questo straordinario mestiere dell'informazione.
Passo davanti al cancello sbarrato, il mitico Cavallo è lì fermo e intoccabile, e spazza via il senso di vuoto. Bisogna inarcare la schiena per superare le difficoltà, e la Rai lo farà, come un cavallo di razza.
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Mimmo, io e Silvia al Premio Strega |
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