Un Elio Germano immenso, superlativo che non diventa, è Ligabue, con la sua potenza emotiva ed artistica in "Volevo nascondermi" il film del bravissimo Giorgio Diritti, che racconta la vita del grande pittore: quello "strano" personaggio che diventa l'animale che dipinge perchè questo è l'amore: diventare l'altro e Ligabue ama la sua arte. Il pittore, scultore emiliano che visse sulle rive del Po dopo un'infanzia difficile e un periodo di internamento nell' ospedale psichiatrico di Pfafer , in Svizzera, in seguito anche in quello di Reggio Emilia, è un'anima tormentata ed allo stesso tempo pura e, forse, proprio per questo i suoi quadri sono magnifici. Elio Germano supera se stesso nell'interpretare l'artista, la sua sofferenza di fronte al foglio bianco prima di riuscire a tirar fuori il suo genio e, al tempo stesso, la sua semplicità : " Ho patito talmente tanto freddo nella mia vita che il caldo non lo sento più" dice rispondendo agli sguardi increduli di chi lo vede camminare con un lungo cappotto a luglio. Vincitore dell'Orso d'Argento come miglior Attore Protagonista al recente Festival di Berlino, Elio Germano ha dedicato il premio " a tutti gli storti, a tutti gli sbagliati , gli emarginati...." Parole profonde che sarebbero piaciute molto ad Antonio Ligabue, il coraggioso pittore che ha sofferto, ma non ha avuto paura di essere diverso.
E sembra un quadro del grande pittore la scena girata con maestria da Giorgio Diritti con Germano/ Ligabue che "danza" insieme al tacchino, diventa il tacchino, per impadronirsi della sua essenza e dipingerlo.Bravi tutti gli attori in particolare Oliver Ewy, che interpreta Ligabue ragazzo, coinvolgente la fotografia di Matteo Cocco.
Coraggiose e brave le produzione Palomar e 01 Distribution, che hanno fatto uscire il film oggi, anche se le sale sono chiuse in alcune regioni per il Corona virus. C'è bisogno anche di questo e si esce dalla sala con un respiro verso la bellezza.
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