Renée Zellweger in "Judy" di Rupert Goold irrompe sullo schermo in modo così totalizzante e perfetto da far passare in secondo piano le imperfezioni della regia e della sceneggiatura.
Meritatissimo Premio Oscar 2020 come Miglior Attrice Protagonista Renée Zellweger "è" Judy Garland in un'interpretazione magnifica che racconta l'ultimo scorcio di vita di questa grande artista che vive l'ebbrezza del successo accompagnata sempre dal dolore che la vita non le risparmia: l'allontanamento dai figli, le difficoltà economiche, la depressione, la dipendenza ai farmaci....Questa doppiezza è magistralmente interpretata nell'arrivo all'albergo a Londra dove affronterà i concerti che sono la sua ultima occasione come artista e come donna e che accetta di farli per avere le possibilità economiche per esaudire il suo unico desiderio: riprendersi i figli. Seduta in taxi, il panico si impossessa del suo viso e dei suoi occhi in un insieme di movenze e di sguardi che si trasformano in sorrisi radiosi e in un'andatura sicura e spigliata, una volta scesa, per rispondere al tripudio con cui viene accolta.L'eterna storia della vita, il saliscendi fra felicità e dolore, che nella storia di Judy Garland raggiunge aspetti drammatici portandola ad una morte precoce a soli 47 anni, riempie di pathos il film non sempre ben congegnato.
E' molto difficile non commuoversi quando i due amici gay le vengono in aiuto, nel momento in cui una Judy troppo emozionata, non riesce a proseguire a cantare, e intonano una " Over the Rainbow" che Judy - Zellweger riprende e conclude in una splendida interpretazione.
No, Judy, non ti abbiamo dimenticato.
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